Scomparso il maresciallo Roberto Luciani

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Oggi pomeriggio, in una clinica di Loreto, nelle sue Marche, ci ha lasciato il maresciallo Roberto Luciani. Purtroppo non si può dire che la notizia sia un fulmine a ciel sereno, almeno per chi lo conosceva e lo seguiva, anche a distanza. Una malattia, di quelle che non lasciano scampo, se l’è portato via. Roberto aveva 47 anni, lascia la moglie, Margherita, e i figli Samuele e Irene.

Ad Acri ha vissuto e operato per quattordici anni. Il mio lavoro mi ha portato ad avere rapporti con tanti suoi colleghi, ma vuoi per un tempo piuttosto lungo, vuoi per quella alchimia che nasce naturalmente nei rapporti, con lui era scoccata la scintilla. Questione di chimica. Eravamo amici, ma io ero il giornalista e lui il comandante della stazione dei Carabinieri. Non gli ho mai chiesto ciò che non poteva dirmi, né lui di scrivere ciò che non potevo scrivere. Quando andò via nel gennaio 2016, il Comune organizzò un congedo ufficiale. Non era mai stato fatto prima, con tanta solennità. Ad Acri ha lasciato un pezzo di cuore, tanti amici e un ricordo straordinario.

Scrissi un articolo (che ripropongo sotto) appena seppi che sarebbe tornato nelle Marche, da cui proveniva. Il giorno stesso mi mandò un messaggio in cui mi confidò di averlo fatto piangere. Roberto, oggi tocca a me versare lacrime di profonda tristezza. Riposa in pace, amico caro.

Piero Cirino

Dopo undici anni di comando della locale stazione e quattordici di permanenza ad Acri, va via il Maresciallo Roberto Luciani.
E’ stato infatti disposto il suo trasferimento a Loreto, in provincia di Ancona. Per il Carabiniere è un ritorno nella sua terra, essendo marchigiano.
Ma in Calabria aveva la sua seconda casa, per tutta una serie di ragioni. Chi sta nella Benemerita deve avere sempre le valigie pronte, con la consapevolezza che non esiste un luogo definitivo.
Roberto Luciani era arrivato ad Acri nel 2002, per assumere il comando della stazione Carabinieri del centro presilano nel 2005, sostituendo il maresciallo Antonio Pantano.
Proveniva da Savelli, in cui aveva prestato servizio dal 1998 al 2002. Ha 43 anni ed è Carabiniere dal 1993. Prima di venire in Calabria, aveva prestato servizio a Firenze e Roma.
Al di là della divisa, c’è comunque l’aspetto umano e ad Acri Luciani lascia un ottimo ricordo. E’ la figura giovanile che incarna l’impegno di un’arma che deve fronteggiare l’improbo compito di rimettere ordine laddove è necessario farlo.
In verità, Acri non è una frontiera del crimine, ma negli ultimi tempi qualcosa è cambiato e non serve far finta di nulla.
C’è un territorio di duecento chilometri quadrati da presidiare, con un organico che presto non andrà oltre le undici unità. Se per davvero si vuole contrastare crimine e malaffare, servono ben altre forze.
Nonostante ciò, la stazione dei Carabinieri di Acri in questi anni se l’è cavata egregiamente, come i numeri stanno lì a testimoniare.
Roberto Luciani cede un testimone scomodo al suo successore. Sempre pronto al sorriso e a una stretta di mano, ma con il distacco necessario che la divisa impone.
Martedì in Comune si terrà la cerimonia di saluto al cospetto del sindaco Nicola Tenuta e dell’amministrazione comunale. Non è ancora stato individuato il suo successore, in attesa del quale la stazione sarà diretta dal Maresciallo Armando Fabaro.

Piero Cirino, 22-01-2016

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