Panorama di un anno esaltante

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Acrinews mercoledì 19 febbraio compie un anno. Si è trattato di un avvio scoppiettante da subito, grazie, soprattutto, all’accoglienza dei lettori che, immediatamente, hanno apprezzato la molteplicità delle proposte, le varie rubriche, l’attenzione alle cose del nostro meraviglioso e multiforme patrimonio culturale, oltre al rispetto per le persone, cosa mai scontata di questi tempi. Qualcuno, all’avvio della nostra avventura, era pronto a scommettere in una caduta rovinosa e repentina. Così non è stato! Ecco quindi che si sono sperimentati altri e più subdoli attacchi, mirati sempre a colpire le persone. La cultura degli attacchi personali, storicamente, è sempre stata destinata al fallimento. Si è preso di mira il direttore, con pretesti miseri. Ci si è affidati a sottili e poco encomiabili sistemi di killeraggio mediatico, tutti tristemente falliti. Noi siamo diversi e per noi la persona è sacra. Si contestano le idee mai gli interpreti!

Le “attenzioni” di taluni hanno ottenuto l’effetto di radicarci ancora di più nei nostri propositi: se diamo fastidio è segno che la nostra presenza è ingombrante. Paradossalmente, il miglior apprezzamento del nostro lavoro ci è venuto proprio da parte di qualche detrattore, che, mai a viso aperto, ha manifestato in più occasioni insofferenza per la testata e chi la impersonava. Mentre questi signori ci degnavano delle loro “attenzioni”, noi, incuranti, proseguivamo nella nostra opera quotidiana. Il risultato è stato un progressivo incremento delle visualizzazioni e dei collegamenti. Questa è stata la nostra replica e questo continuerà ad essere il nostro modo di agire, nel pieno rispetto dei fatti e, soprattutto, delle persone. Sempre “vergin di
servo encomio e di codardo oltraggio”. Schiena dritta e sguardo in avanti. Ciò che rende attraente la democrazia agli occhi della gente è proprio la possibilità di un confronto: noi abbiamo voluto offrire un’alternativa, un diverso modo di concepire l’informazione, che non si limitasse a un mero aspetto cronachistico né offrisse poco encomiabili atti di sottomissione a questo o quel committente. Chiunque ha avuto spazio, nel pieno rispetto dell’articolo 21 della nostra costituzione. Nella pubblicazione degli articoli non si è mai guardato al committente ma al contenuto. Ogni evento è stato pubblicizzato, senza mai filtri, indipendentemente da simpatie o considerazioni personali. Nessuno può dire di non avere avuto visibilità. Abbiamo, con questa filosofia, tenuto fede al nostro iniziale proposito, che era, appunto, quello di fornire un altro modo di intendere l’informazione. Il risultato è sotto gli occhi di tutti con una testata in grado, per la prima volta – raccogliendo pienamente lo spirito che fu di “Confronto” – , di togliere dall’oblio e riportare alla luce personaggi e interpreti della nostra storia e della nostra cultura, con monografie dedicate a poeti, scrittori, intellettuali, artisti, politici, personaggi illustri da troppo tempo dimenticati e forse sconosciuti ai più giovani. Senza parlare del recupero del folklore, della nostra tradizione popolare e, in definitiva, delle nostre radici, delle belle pagine di narrativa, etc.
Le varie rubriche hanno affrontato tematiche diverse, tutte riconoscendosi, però, nello stile e nella filosofia della testata: mai oltraggi e rispetto per ognuno. Di questo siamo fieri: aver lasciato una traccia tangibile del nostro lavoro, fruibile da parte di chiunque. Parallelamente, c’è stata un’attenzione costante al quotidiano, trattato nel rispetto dei fatti, senza mai piegarsi a chicchessia né attaccare le persone, che, ribadiamo, devono, SEMPRE, essere rispettate, anche, direi soprattutto, quando non la pensano come noi. Qualcuno intende, oggi, il confronto in maniera distorta, ritenendo che, nell’espressione legittima delle proprie idee, non ci sia bisogno di esporsi, in una perversa concezione, intrisa di mancanza di coraggio e omertà, secondo la quale professare il proprio pensiero esponga a ritorsioni. E’ questa cultura che ci ha frenato per tempo e che, in parte, continua a frenarci. E a questa cultura ci opporremo fermamente continuando, a viso aperto, a professare le nostre idee e la nostra visione del mondo.

Massimo Conocchia

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