Le false promesse di un sindaco alla deriva

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E’ con un pizzico di rammarico e delusione che prendiamo atto, dapprima da cittadini, e successivamente da amanti della politica,di come, per l’ ennesima volta, il Sindaco di Acri Pino Capalbo abbia preso in giro i propri concittadini. In piena campagna elettorale, in vista delle elezioni regionali di qualche mese or sono, e più precisamente in occasione di un’ intervista rilasciata il 3 gennaio c.a., il Sindaco Capalbo, fra un volo pindarico ed un altro, si spingeva testualmente ad affermare che: “[…] Ad aprile, i primi di maggio, quindi subito dopo le elezioni, verrà asfaltato il Comune di Acri. Noi abbiamo avuto un co-finanziamento di 500 mila euro […]; abbiamo aspettato tanto perché l’ 80% è a carico della Regione, ed il 20% a carico dell’ Amministrazione Comunale. Quindi lo abbiamo fatto proprio per non aggravare le casse del Comune; avremmo potuto , avendo riacquistato capacità di indebitamento, contrarre tranquillamente, come hanno fatto in passato, un mutuo di 1 milione di euro per asfaltare tutta la città di Acri”. In un altro passaggio, Capalbo rincarava la dose, affermando che: “Oggi,invece, sono state evase tutte le richieste che, chiaramente,rispettavano soprattutto i requisiti previsti ,appunto, per avere riconosciuto questo tipo di decreto, quindi  mi riferisco alla Legge 24, e credo che forse anche oggi, […], ma comunque nella prossima settimana, ci dovrà essere notificato. Ad ogni buon conto noi asfalteremo sicuramente con il decreto della legge 24, ma qualora, ed è una percentuale assolutamente minima, non dovesse arrivare, ma io ho fonti certe, lo faremo con fondi di bilancio del Comune”. Da tutto ciò si deduce inequivocabilmente che il Sindaco Capalbo abbia mentito all’intera città di Acri. Infatti sia egli stesso che, di riflesso, il suo referente regionale, il neo-consigliere Aieta, ben sapevano all’ epoca che l’arrivo di questi fondi fosse tutt’altro che una semplice formalità, cosa che purtroppo, invece, in piena campagna elettorale, e quindi con in ballo speranze e voti, traspariva da queste parole. Ad ognuno le doverose considerazioni.                                                               Inoltre, dobbiamo sottolineare, con altrettanto rammarico, quell’antipatica tendenza, divenuta abitudine, secondo la quale talune testate giornalistiche riportino,con cadenza quasi scientifica, ogni passo percorso dall’attuale maggioranza, spesso senza riuscire, presumibilmente, a discernere la straordinarietà che va celebrata come notizia, dall’ordinarietà che in altre realtà passa, più normalmente, in sordina. E’possibile che a qualcuno sia venuto, talvolta, il dubbio di essersi imbattuti in un’ appendice della pagina Facebook “ La Giunta informa”, piuttosto che in un canale informativo online, destinato nell’immaginario collettivo alla pubblicazione di notizie di diffuso interesse generale.                                                                                                                                                           Per quello che concerne la questione rifiuti, ritornata prepotentemente in auge quasi in contemporanea all’arrivo della bella stagione, ci domandiamo retoricamente il motivo per cui nessun esponente dell’ attuale maggioranza abbia mai avuto in passato l’ ardire di criticare l’ ex Presidente della Regione Calabria Gerardo Mario Oliverio, responsabile di aver licenziato un piano rifiuti con colpevole ritardo; nessuno, altresì, ha avuto il coraggio di segnalare oggettivamente l’incapacità dello stesso Oliverio nel trovare una soluzione praticabile per superare l’ impasse, anzi la paralisi, in cui versava l’ ATO, eccetto proporre di scavare una nuova “buca” nel sito di Cassano allo Ionio. Dall’ arrivo di Jole Santelli a Catanzaro, però, improvvisamente, il coraggio è tornato a bussare sotto forma di prevedibili attacchi a carico del neo-eletto Governo Regionale. Ci chiediamo dubbiosi come sia possibile che in soli quattro mesi, pure scarsi, di gestione, la governatrice Santelli sia stata capace di distruggere il grandioso lavoro portato avanti dal suo predecessore.                                                                                                                                                                             E si ritorna al punto di partenza. Prevedendo il sistema delle anticipazioni di cassa ed introducendo la strategia della contrazione di mutui per l’ esecuzione di lavori pubblici, in alcuni casi dall’ utilità quanto meno discutibile (un esempio su tutti, rotatorie), si otterrà come unico risultato tangibile un ulteriore indebitamento del comune di Acri. Ci domandiamo se valga davvero la pena realizzare opere pubbliche, non sempre di primaria necessità, al fine di voler apparire agli occhi dei cittadini quali amministratori lungimiranti, nel contempo omettendo di specificare che i costi di queste opere graveranno sulle tasche di noi tutti per i prossimi anni. Tra l’altro, ironia della sorte, sarebbe forse il caso, seguendo il concetto del sempre attuale buon senso, di provvedere dapprima ad un’ efficiente manutenzione delle strade, se davvero si vuole che gli automobilisti possano, successivamente, giungere a fruire delle rotatorie.  Chiaramente, il ricorso alle anticipazioni di cassa ed alla contrazione di mutui determinerà una fisiologica crescita degli interessi passivi, esponendo il nostro comune al rischio di un inopportuno nuovo default o, nel caso meno grave, lasciando comunque una situazione economica oggettivamente poco felice per chi dovrà, eventualmente, succedere a Capalbo.                                                                                                                                     Infine, good news: quello che a tutti gli effetti appare sempre più come il canto del cigno dell’Amministrazione Capalbo, sta, inesorabilmente, lasciando spazio ad una visione politica d’insieme profondamente diversa rispetto al “cambiavento” che, malgrado lo slogan accattivante, ha contribuito in sostanza a condurre il Paese alla deriva, rivelandosi essere la solita ben nota, e per certi versi mal digeribile, minestra riscaldata.

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