A mio nonno

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In queste poche righe, ci tenevo, a parlarvi di mio nonno, un nonno esemplare con un cuore grande, ma anche un uomo che ha dato la vita per la nostra zona, così come ricordano e testimoniano tante altre persone.

Francesco: Nonno, oltre a insegnarmi tante cose, mi hai trasmesso anche tanti valori immutabili. Insieme a nonna siete stati grandi e insieme a pochi altri avete fatto nascere il commercio nella nostra zona, offrendo servizi in nome della benevolenza altrui. Purtroppo nemmeno un anno fa, vi ho persi entrambi, ma non perderò mai tutto ciò che mi avete insegnato. Di te nonno, ricordo il sorriso, uno dei tuoi migliori pregi, che avevi sempre stampato sul viso, trasmettendolo anche a tutti gli altri, tramite la tua simpatia. Ti facevi voler bene da tutti, dai più piccoli che desideravano sempre scappare un attimo per salutarti e stare con te, ai più grandi bramosi dei tuoi discorsi e del tuo carisma. Sei stato per me un esempio da seguire, una persona dai grandi ideali e dai solidi principi. Hai messo al primo posto gli altri tramite le tue battaglie da uomo libero e perspicace quale eri, perché per te solo la voce del popolo contava, per cercare di rendere migliore una società in realtà prepotente e opportunista. Tutti ricordano le tue battaglie e gli scioperi che organizzavi, le lunghe giornate trascorse a bordo della tua Opel blu a “gridare” con l’altoparlante per le strade della nostra contrada. Sempre fedele al tuo ideale politico e sempre pronto a difendere i nostri diritti. Ti sei messo sempre al servizio dei tuoi cari perché per te la radice familiare rappresentava il nucleo in cui viene allevato il germe della solidarietà sociale. Ti sei messo dietro al bancone di un bar, dal 1970, per allietare la clientela della tua amata zona, non per interessi personali ma per farti apprezzare come persona, con umiltà e amore in ciò che facevi. Ricordo ancora le tue campagne elettorali ed io, pur essendo piccolo, ti stavo dietro, già orgoglioso di ciò che eri. Come dimenticare, la prima volta in cui siamo andati a votare insieme e tu super fiero di avermi al tuo fianco e nel presentarmi ai tuoi conoscenti. Hai ricevuto tanti riconoscimenti da parte della CGIL, che mostravi a tutti come segno di lode, e tanti apprezzamenti da parte del corpo forestale E.S.A.C (Là Mucone).

Spero che oggi sarai felice e orgoglioso di chi sono diventato.

I nipoti: L’interesse e l’impegno che hai messo da sempre nella politica li hai anche fatti confluire nel tuo lavoro. Tanti anni fa, insieme a nonna, avete aperto uno dei primi ristoranti nella zona di Serricella, dove venivano festeggiati tanti matrimoni e feste varie della nostra contrada. In tanti ricordano ancora la buona cucina della nonna, soprattutto il suo “spezzatino”, preparato con tanta attenzione e cura come solo lei sapeva fare. La vostra piccola attività piano piano crebbe e divenne un punto di riferimento importante per la nostra zona. Ciò che a noi resta è il ricordo di un nonno sempre allegro, pronto ad offrirti il caffè e il cornetto appena ci vedevi arrivare. Noi nipoti ricordiamo tutti un particolare di quando andavamo alla scuola secondaria di primo grado (allora “scuola media”), tutti i ragazzi attendevano l’ora della ricreazione perché arrivavi tu, con la tua macchina trasformata in un piccolo negozio ambulante, piena di caramelle, patatine, pizzette, panzerotti e tante altre cose, e noi orgogliosi di nostro nonno correvamo subito ad aiutarti. Un ricordo che porteremo sempre con noi… così come tanti altri che custodiamo nel nostro cuore! Sei stato un nonno speciale per noi nipoti ed una persona amata da tutti. Con te è andato via un pezzo del nostro cuore e anche un pezzo di storia di Serricella, così come hanno detto tante persone che ti hanno onorato della loro presenza nel giorno in cui ti abbiamo dato l’ultimo saluto. Un giorno di festa come tu desideravi, proprio nel giorno del compleanno della nonna. E’ stato il tuo regalo per lei, che è stata la tua grande compagna di viaggio.

La comunità acrese: Francesco Terranova, in arte “Ballaretta”, è stato un grande personaggio di Là Mucone. Un uomo del popolo, che non ha mai nascosto il suo credo politico, anzi lo esibiva con orgoglio. Un uomo che scacciava con decisione e ostinazione chi gli propinava la politica del favoritismo. Amico, confidente, ascoltatore e saggio consigliere. Verrà sempre ricordato per la sua professionalità ed il suo buon senso. Tuttavia, Ballaretta non era solo questo, era anche il nonno di tutti. Lo trovavi nel suo bar alle 4.30 del mattino, pronto a iniziare il giorno insieme agli operai, gli studenti, tutti i lavoratori che si fermavano per il cappuccino, caffè e cornetto. E come dimenticare il suo umorismo? Quando diceva: “E PIGLIATILLA NA COSA E VIVARI”, e tu rispondevi: “GRAZIE, NIENTE”; lui pronto con la sua bottiglia di liquore, con l’etichetta NIENTE. Ridevamo tutti di gusto. Con le sue azioni quotidiane è sempre riuscito a far trasparire la propria umanità. Noi abbiamo avuto il privilegio di conoscerlo, ascoltarlo e godere della sua disponibilità, dei suoi servizi, dei suoi consigli leali e della sua bontà d’animo. Oggi, rimane l’amarezza di non aver potuto godere di altro tempo insieme; ma anche il conforto per aver lasciato un ricordo vivo in tutti noi che lo abbiamo incontrato e conosciuto.

Francesco Terranova

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Una risposta

  1. Vincenzo Rizzuto ha detto:

    E’ con profondo piacere che leggo di Francesco Terranova, universalmente conosciuto come ‘Ballaretta’ in tutto il vasto territorio del di là Mucone; a lui sono stato legato da profonda amicizia non solo per la simpatia che lo accompagnava in ogni sua manifestazione, ma anche per ‘affinità elettiva’, che si manifestava libera da qualsiasi condizionamento ideologico accentrante e servile: Francesco era uno spirito libero in tempi e in luoghi in cui pochi si tenevano lontani dagli ‘ordini’ dei vari padroni di turno. Al nipote perciò esprimo un ‘grazie’ per l’esemplarità di suo nonno, che per tutti noi è stato davvero un punto di riferimento e di sostegno morale, politico e culturale. vincenzo rizzuto, ‘u schiuppettaru’, come simpaticamente e affettuosamente piaceva chiamarmi Francesco Terranova ogni volta che mi affacciavo nella sua contrada.

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