E se scoprissimo che il giudice Falcone avesse origini acresi?

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Oggi ricorre il ventottesimo anniversario della strage di Capaci, in cu persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie e gli agenti della scorta.

E’ stato uno di quegli eventi che cambiano il corso della storia, dopo i quali nulla è più come prima. Chi di noi c’era ricorda perfettamente cosa stesse facendo e dove si trovasse in quel momento.

La barbarie smisurata con cui fu realizzata la strage fece comprendere anche ai più pigri che si fosse passato il segno e che le coscienze di ognuno di noi non avrebbero potuto tollerare altro. E’ da qui che inizia la reazione dello Stato e la sconfitta della strategia stragista della mafia.

A chi ne ha decretato la morte il giudice Giovanni Falcone ha fatto più danni da morto che da vivo. E’ nella forza del suo esempio che ognuno di noi ha trovato risorse che non sapeva nemmeno di possedere, determinando una presa di coscienza collettiva che ha travolto la cultura mafiosa belluina e retrograda.

Falcone è diventato il simbolo di una giustizia possibile, che non si arrende alle leggi delle bombe e delle pistole. Ecco perché anche un lenzuolo bianco esposto dal balcone può diventare un gesto di straordinaria importanza. E’ la forza dei simboli.

Anche da noi l’amministrazione comunale ha invitato i cittadini a esporre il lenzuolo bianco, non potendo realizzare altre iniziative di ampio coinvolgimento pubblico. L’occasione mi fa tornare in mente una iniziativa che negli anni novanta fu assunta dall’allora consigliere comunale Francesco De Marco.

La ferita era ancora fresca e le coscienze scosse. Il prof. De Marco propose di dar corso a una ricerca tesa a stabilire se il compianto giudice Falcone avesse origini acresi. A distanza di circa venticinque anni non lo sappiamo ancora e oggi sarebbe di certo meno complicato riprenderla.

Falcone da noi è un cognome radicato e diffuso e non è detto che da una ricerca genealogica non venga fuori che le radici del giudice fossero acresi.

Chiediamo ai consiglieri comunali, non importa se di maggioranza o di opposizione, o agli assessori che ne avessero voglia di intestarsi questa iniziativa, perché maggiormente facilitati da rapporti interistituzionali e dai canali a disposizione derivanti dalla loro funzione. Per quanto ci riguarda, saremo pronti a dare una mano qualora se ne ravvisasse la necessità e fossimo in grado di garantire una certa utilità. Se dovessimo stabilire che il giudice Falcone fosse un po’ anche acrese, ci permetterebbe di gonfiare il petto, magari stabilendo contatti ulteriori in grado di andare oltre l’intestazione di una via.

Piero Cirino

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