Consiglio comunale, scontro sul dpcm, le opposizioni abbandonano l’aula

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Scontro tra maggioranza e opposizioni sulla legittimità della seduta dell’assemblea civica in programma per lunedì pomeriggio. Diverse e antitetiche le interpretazioni del dpcm del 18 ottobre sulle nuove disposizioni di contenimento del Covid: per la prima tra   queste non vi era il divieto di tenere riunioni del consiglio comunale, per le seconde non c’erano invece le “motivate ragioni” di cui parla il decreto per fare la riunione.

Alla fine tutti i consiglieri di opposizione abbandonano l’aula e scrivono al Prefetto, ma nella lettera mancano le firme di Marco Abbruzzese e Salvatore Palumbo. Non chiara la posizione di questi ultimi: se ritenevano giuste le ragioni dei loro cinque colleghi non si comprende perché non abbiano posto in calce la loro firma alla missiva indirizzata al Prefetto di Cosenza; in caso contrario, perché abbiano deciso di abbandonare i lavori del consiglio comunale.

Anche senza le minoranze comunque la riunione del civico consesso si è tenuta e in poco più di tre ore sono stati approvati due dei punti all’ordine del giorno: salvaguardia degli equilibri di bilancio  e regolamento comunale per l’installazione e l’esercizio di stazioni base di telefonia mobile e per la minimizzazione dell’esposizione ai campi elettromagnetici. Il terzo, nomina componenti dell’osservatorio ambientale permanente della città di Acri, proprio per effetto dell’assenza delle opposizioni, è stato rinviato.

Durante la seduta si è inoltre costituito un nuovo gruppo consiliare in seno alla maggioranza: Mario Fusaro, che ne è il capogruppo, e Luca Siciliano da lunedì in consiglio infatti esprimono “Democratici progressisti”. Il primo lascia il gruppo “Movimento Acri Democratica”, il secondo il Partito Democratico.

Nella lettera al Prefetto, Maurizio Feraudo, Anna Vigliaturo, Luigi Caiaro, Giuseppe Intrieri ed Emilio Turano spiegano che la loro richiesta “è stata avanzata, stante l’assenza di linee guida e di chiarimenti in merito, anche in considerazione delle determinazioni assunte, in situazioni analoghe, da diverse amministrazioni comunali, tra cui Trapani, Giarre, Parma, Pesaro, ecc., che, seppure avessero convocato per la data odierna la riunione dei rispettivi consigli, hanno inteso annullare in via precauzionale la seduta ovvero tenerla con modalità “a distanza””.

Il sindaco Pino Capalbo ha replicato attraverso un parere dell’Anci: “Le riunioni della PA non sono assimilabili giuridicamente alle riunioni degli organi elettivi deg o i enti locali che hanno disciplina autonoma e peculiare.  Il legislatore ( vedi DL cura italia) quando ha voluto introdurre disciplina derogatoria per le riunioni di Consiglio e di Giunta Comunale lo ha fatto con una norma ad hoc.  Pertanto la norma contenuta nel Dpcm non obbliga alle riunioni da remoto per Consigli Comunali, Commissioni e Giunta se esistono condizioni e rispetto delle misure di sicurezza che consentono le riunioni in presenza”.

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