Bosco Varrise

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Tra i boschi di proprietà comunale quello di Varrise è di particolare pregio ambientale e potenzialmente turistico, necessiterebbe quindi di particolare attenzione da parte dell’amministrazione comunale per salvaguardarlo dai rischi a cui tutti i boschi sono esposti.

Innanzitutto sarebbe necessario sottoporre il bosco stesso alle ordinarie pratiche selvicolturali che sono state negli ultimi quarant’anni totalmente ignorate, con un conseguente peggioramento delle condizioni vegetative e fitosanitarie, rendendo il bosco più fragile e maggiormente esposto al rischio di incendi.

Considerato che la zona è tradizionalmente molto soggetta ad incendi spesso disastrosi ( nei limitrofi Monte Altare e Monte Paleparto negli ultimi due decenni si sono verificati diversi incendi di chioma che hanno totalmente distrutto la copertura forestale e moltissimi incendi di sottobosco che solo per fortuite cause ambientali non sono sfociati in incendi delle intere pinete) che purtroppo è facile prevedere si ripeteranno in futuro, è necessario pensare ad effettuare quegli interventi di difesa passiva che è possibile realizzare con spesa contenuta.

La pineta di Varrise è attraversata da due linee elettriche ad alta tensione al di sotto delle quali non è presente vegetazione arborea (incompatibile con le linee stesse), due fasce quindi ricoperte solo da vegetazione erbacea e da ginestra dei carbonai, pianta infestante che si diffonde con grande facilità soffocando le altre specie vegetali.

Sarebbe opportuno trasformare queste due soluzioni di continuità del bosco, già esistenti, in due fasce tagliafuoco, mediante la rimozione delle ginestre e la pulitura superficiale del terreno, creando così una barriera al propagarsi di eventuali incendi.

Tale operazione avrebbe costi abbastanza contenuti essendo la rimozione delle ginestre da realizzare una sola volta e solo la pulitura della copertura erbacea da ripetere ogni inizio d’estate; considerato che ambedue le operazioni sono realizzabili interamente con mezzi meccanici i costi sarebbero certamente   sostenibili, o direttamente dal Comune o chiedendone la realizzazione a Calabria Verde Ente forestale regionale.

Flavio Sposato

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Una risposta

  1. Lanfranco Bussetti ha detto:

    Buon giorno
    GLI INCENDI, tasto dolente della della prevenzione in molte Regioni Italiane non facendo eccezione la Calabria. Quando ero Sindaco di Orsomarso (nei primi anni 2000) mi sono messo in piena notte alla guida di autobotti per far da spola ai sistemi di spegnimento assai ridotti di cui si disponeva in quegli anni, denunciando che gli incendi erano tutti dolosi perché scoppiavano di sera ed in presenza di vento. Per tutelare quell’immenso patrimonio boschivo per lo più di faggeti avevo progettato un sistema con cannoni posti su tralicci alti 40mt ed un sistema d’incrocio dei getti di cui ognuno ricopriva un getto dal raggio di 250mt. Progetto che purtroppo non si sposava con nessuna misura d’intervento della Regione Calabria. Ora l’articolista sig. Flavio Sposato che non conosco personalmente ha centrato parte della possibilità di salvaguardare i boschi comunali creando delle fasce tagliafuoco nuove o già esistenti per via degli elettrodotti che attraversano detti boschi. E’ una buona idea, basti pensare che TERNA paga questo servizio che potrebbe avocarselo a se il Comune e con quegli importi triplicare gli interventi di salvaguardia, magari allargando detta fascia di alcuni metri.
    Quindi dove possibile ararli con grossi erpici. Il pascolo sarebbe una seconda soluzione anch’essa percorribile, occorre solo la volontà.
    Lanfranco

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