L’ospedale malato

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La pandemia ha messo a dura prova il servizio sanitario nazionale evidenziandone fragilità e lacune.
La Calabria è indubbiamente la Regione messa peggio. Tra Piano di Rientro dai Disavanzi Sanitari, Commissariamento ultradecennale, ospedali chiusi, negazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, migrazione sanitaria, aumento vertiginoso della mobilità sanitaria passiva interregionale, è stato messo in ginocchio il diritto alla salute  dei Calabresi.

La città di Acri, ha bisogno di un ospedale efficiente e adeguato, in grado di offrire una buona sanità ai cittadini bisognevoli di cure. Occorre una  sanità “possibile”,  che tenga in considerazione i criteri di criticità e di sostenibilità superando la logica dei blocchi e comportamenti autocratici ed autoreferenziali. 
Da più tempo ad Acri attraverso un percorso partecipato fra :
Comitati, associazioni , cittadini, esperti,  politici e partiti politici, si è alimentato molto il dibattito  sulle criticità dell’ Ospedale Sant’Angelo.
Ognuno,  attraverso le proprie competenze, cerca di dare un contributo fattivo alla causa cercando di arrivare a una proposta finale e condivisa. 

Si  pensa a quale potrebbe essere il modello organizzativo migliore per l’ospedale Sant’Angelo di Acri.
Se da una parte l’amministrazione comunale continua a credere  nell’attuazione dell’atto aziendale, non rispondente ai fabbisogni assistenziali dei cittadini,  dall’altra si auspica una riqualificazione del Nosocomio Acrese in Ospedale di Base, con Pronto Soccorso autonomo, Osservazione Breve Intensiva, Emoteca, Discipline Medico /Chirurgiche di Base, Servizi  di Supporto Diagnostico e Terapeutico.
Si  tratta di dar vita au un servizio di rete ospedaliera di prossimità, in grado di intercettare i fabbisogni primari provenienti dal territorio e di costituire, nel contempo, un filtro diagnostico/terapeutico nei confronti della rete ospedaliera HUB e SPOKE.

Si tratta di una proposta sostenuta anche dall’italia del Meridione partito che rappresento ad Acri,  supportata, studiata e articolata normativamente,  in più occasioni, dal Dottore Tullio Laino, già Dirigente Medico dell’ASP di Cosenza,  esperto in materia sanitaria, ed inviata , di recente, alla Struttura  Commissariale per il Piano di Rientro

Ad oggi,  però,  l’unica certezza consiste nelle mancate risposte degli Organi istituzionalmente preposti. :
-Si continua a non avere risposte sul ripristino delle attività ambulatoriali, ferme ormai dal 7 Gennaio scorso,  dopo la scelta di installare il reparto Covid-19 nel reparto di chirurgia. 
– La cronica carenza di personale dirigenziale medico e del comparto rendono comatoso il servizio sanitario locale.

Al netto di ogni possibile soluzione, che darebbe  speranza di adeguate  cure sanitarie alla città di Acri e all’intero comprensorio, bisogna fare i conti con la dura realtà dei fatti,  tenendo in conto i  vari decreti commissariali, che,  al momento,  impediscono l’Ospedale che tutti noi cittadini acresi  auspichiamo, vale a dire  un ospedale che dia risposte e speranza di cure.
Infatti,  Il  DCA N. 31/2021, integrato dal DCA N. 33/2021, è giuridicamente appiattito  sugli  indicatori forniti sia dal D. M. N° 70 del 02 Aprile 2015 sia dal DCA N° 64/2016, i quali, allo stato, impediscono una inversione  tanto attesa  da anni.
Aspettando che qualcosa cambi in meglio per poter tutelare  la salute di tutti noi cittadini continueremo a batterci per il nostro ospedale Sant’Angelo di Acri.

Emilio Turano, consigliere comunale Idm

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