La resilienza delle donne ai tempi del Covid. L’8 marzo dell’Unsic

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Empatia ed ascolto partecipato hanno caratterizzato gli interventi del webinar “La resilienza delle  donne ai tempi del Covid-19”, ideato dall’Unsic di Cosenza e realizzato grazie alla collaborazione di Bluenext, importante società di software per professionisti ed imprese.

Il salotto virtuale, che ha coinvolto alcune professioniste e mamme del territorio, ha tenuto incollate sullo schermo fino alla fine tante persone collegate sulla piattaforma Gotowebinar.

Pamela Franzisi, giornalista ed operatrice del patronato Enasc di Cosenza ha moderato gli interventi, grazie anche all’aiuto regia di Valentina Villanova, responsabile comunicazione Bluenext academy. «A causa della pandemia la condizione delle donne nel mondo del lavoro è fortemente peggiorata, fino a far diventare le lavoratrici più sacrificabili e sacrificate. – Ha introdotto Pamela Franzisi – Quando si è trattato di decidere nella case degli italiani, chi dovesse restare a casa a prendersi cura dei figli, degli anziani e delle persone con disabilità, non ci sono stati dubbi: le donne sono state le prime ad essere scelte per smart working, cassa integrazione o che hanno addirittura rinunciato al proprio lavoro. Eppure proprio loro sono state capaci, più degli uomini di resistere ai cambiamenti di quest’anno difficile. Possiamo dire che la resilienza sia un sostantivo assolutamente femminile».

L’emergenza sanitaria si è trasformata in un grande test sulle capacità di resilienza per le donne operatrici sanitarie, le donne imprenditrici, le donne lavoratrici in generale, per le mamme che si sono dovute improvvisare insegnanti, ma anche compagne di gioco dei propri figli. Lo sa bene Valentina Villanova che ha raccontato la sua esperienza diretta di professionista operante in una grande realtà come quella di Bluenext e di mamma di una bambina di 8 anni che si è vista da un giorno all’altro chiudere le scuole e conciliare da casa lavoro con la cura e l’assistenza in dad della propria bambina. «È stato un anno di difficoltà ma anche di opportunità. A noi di Bluenext è stato chiesto di fare ancora di più. Con la neonata  Bluenext academy abbiamo curato circa 250 eventi online, coinvolgendo 60 mila professionisti; – spiega la dottoressa Villanova – conciliare un tale impegno con la cura di mia figlia non è stato semplice. Sono state necessarie competenze trasversali di organizzazione, empatia, capacità di coordinamento, competenze che ci accompagnano ogni giorno a casa e che sono state valorizzate sul mio posto di lavoro».

Un’altra professionista, invece, nell’ultimo anno si è vista ridurre drasticamente il lavoro fuori casa ed aumentare quello di cura. L’avvocato Maria Zumpano, del patronato Enasc di Cosenza, ha condiviso la sua esperienza di donna, professionista e mamma, relazionando in modo autentico ed empatico. Ha tracciato, inoltre, le misure adottate dal patronato per tutelare la salute degli assistiti ed ha raccontato cosa è successo nei tribunali nell’ultimo periodo.  «In questo momento l’avvocatura continua a vivere un momento difficile, nel quale è stata richiesta più flessibilità, udienze da remoto, trattazione scritta delle cause o trattazione ad orario, prenotazione per tutto, per accedere in tribunale, per notificare, per svolgere adempimenti in cancelleria, con inevitabile intasamento delle giornate lavorative. E all’avvocatura femminile cosa è richiesto? Ancora più organizzazione e diversificazione del lavoro. Specie per le professioniste che hanno la fortuna di non essere solo avvocati ma che sono anche mogli e mamme che lavorano ed hanno anche una vita privata», ci racconta Maria Zumpano.

La plastica evidenza delle difficoltà delle donne nel mondo maschilista della politica è stato focalizzata dall’assessore alle Attività produttive del Comune di Acri, Francesca Abbruzzese. Inoltre, l’assessore ha sottolineato la grave modalità di fare critica che l’hanno coinvolta nel suo ruolo istituzionale utilizzando nomignoli inappropriati, di tipo sessista,  al fine di ferire la persona e non solo la funzione ricoperta.

«In politica come in tutte le altre professioni le quote rosa dovevano essere strumento per introdurre una coscienza di genere, invece, negli anni sono diventate l’unico modo per dare una parvenza di parità di genere senza un reale avanzamento delle donne. Il potenziale e i talenti delle donne devono essere utilizzati più largamente e più efficacemente. L’obiettivo è: la donna deve essere eletta per ciò che vale non per il fatto di essere donna».

Maria Cristina Abbruzzese, responsabile fiscale del sistema Unsic di Cosenza, ha sviluppato un’articolata relazione sugli effetti del Covid-19 e del ruolo che ha avuto nel cambiare e concepire il lavoro attraverso lo smart working. Modalità che sicuramente troverà spazio nel post pandemia  e non solo per le donne, ridisegnando nuove opportunità soprattutto per le donne del Sud. «Lo smart working gestito in modo flessibile e adeguato alle esigenze delle donne, può rappresentare un’opportunità di sviluppo economico non solo di genere ma un’occasione di rilancio per l’intero Paese con ricadute importanti sull’intera società e sull’ambiente assicurando uno stile di vita più soddisfacente, più salutare, più adeguato alle esigenze di ognuno di noi», racconta Maria Cristina Abbruzzese.

L’attrice calabrese Annalisa Insardà, con le sue amare riflessioni sull’8 marzo si è soffermata sull’origine dell’eguaglianza di genere. «Non ho mai voluto e cercato la parità con gli uomini, per una donna significa fare un passo indietro, – ha ironizzato Annalisa Insardà – mai bisognerà dimenticare che l’unica cosa che unisce tutti, gli essere umani di ieri e oggi, credenti ed atei, ricchi e poveri è che siamo nati  da donna. Amateci più che potete, è l’unica cosa che conta veramente».

La relazione finale è stata tenuta dalla psicologa Antonella Canonaco, che si è soffermata in modo particolare sul vero senso dell’8 marzo che oggi ancora di più celebra la resilienza delle donne. «La resilienza è la capacità di affrontare situazioni di grande straordinarietà ed uscirne indenni, non devastati e venirne fuori meglio. Nella donna è una forza incredibile. Gli ultimi studi lo confermano, la resilienza come capacità plastica, flessibile, contenibile è potenzialmente donna».

La psicologa ha lanciato un monito alle donne: quello di cercare di osservare attentamente, quasi dall’esterno, le proprie relazioni e rendersi lucidamente conto in quale situazione possono trovarsi. L’appello finale è stato quello di amarsi di più, conoscendosi e riconoscendosi le enormi potenzialità che hanno.

Unsic (Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori) Cosenza

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