Acri: un paese senza spazi

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Acri, come tutti i paesi di montagna, non ha grandi spazi pianeggianti, ma gli Acresi e gli amministratori in particolare hanno storicamente fatto di tutto per cementificare i pochi spazi esistenti.

Fin quando Acri era un piccolo paese era anche comprensibile che non si sentisse il bisogno di ampi spazi per servizi comuni e si costruissero edifici pubblici senza parcheggi (scuole elementari e materne di via  Maria Teresa De Vincenti, scuola media di via Aldo Moro ecc.), ma che nel ventunesimo secolo, dopo che tutti vogliamo andare in macchina dappertutto e che la mancanza di parcheggi è diventato un problema capace di determinare l’abbandono di interi quartieri, si continui nell’errore, è segno di mancata programmazione o di incompetenza.

Eppure si è continuato a costruire edifici pubblici senza spazi per servizi e parcheggi: scuola elementare di Seggio (senza verde e parcheggi e con gli alunni costretti ad uscire su di una strada provinciale), palazzetto dello sport ( senza spazi per servizi e parcheggi ed a nostro avviso non rispettando né la logica, né i parametri previsti dal Coni per i centri sportivi di grandi dimensioni), non sappiamo del teatro comunale ( ma non ci sembra che ci siano disponibili gli spazi necessari),  scuola elementare di via Enrico Berlinguer ( senza parcheggi come la limitrofa scuola media e tutti sappiamo cosa succede negli orari di entrata ed uscita degli studenti).

E quando qualche strada di recente costruzione era dotata di parcheggi ( via Raffaele Capalbo e via Salvatore Scervini) li si sono dimezzati e si è eliminato uno splendido filare di platani, per realizzare una pista ciclabile sulla quale non abbiamo mai visto una bicicletta, né abbiamo mai visto le biciclette che, immaginiamo, avrebbero dovuto essere allocate nelle rastrelliere di via Maria Teresa De Vincenti a disposizione dei cittadini.

Ed abbiamo anche rischiato, non fosse stato per le proteste dell’architetto Giacinto Ferraro, che venisse realizzato un centro commerciale su piazza Purgatorio, l’unico grande spazio nel centro urbano.

Cemento, sempre cemento, l’unico mantra che ha unito tutti i sindaci degli ultimi cinquant’anni.

Flavio Sposato

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