A proposito di ferie

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Le ferie si avvicinano e a proposito rispolveriamo qualche curiosità.

Presso i Romani feriae erano detti i giorni festivi. In essi era vietato lavorare e si facevano sacrifici agli dei. Da questo divieto, però, erano esclusi i lavori di utilità pubblica, che si potevano esercitare come pulire fosse, aggiustare strade, insomma era consentito fare quanto riguardava gli dei o la necessità sociale.

Un aspetto che apparirà strano era il seguente: un banditore, girava per le strade, intimando che nei giorni festivi dovessero cessare le liti.

Plauto per le feriae esuriales dice che si prevedeva un lungo digiuno. Si avevano le feriae paganorum, che erano i giorni di mercato, nel corso dei quali non si potevano stendere atti, ma soltanto vendere e comprare.

I Cristiani non hanno dovuto far altro che adottare, in parte, quelle proibizioni.

Le famiglie continuano, ai tempi nostri, a festeggiare i compleanni, che i Romani dicevano Natalitia, e Liberalia dicevano il giorno in cui si prendeva la toga, ossia si diveniva adulti. Ai tempi nostri corrisponde quest’avvenimento ai 18 anni.

Si avevano le ferie aestivales, ossia le ferie estive.

Va ribadito che le feste che, ancora oggi facciamo, vi erano tutte, ma proprio tutte: feriae anniversarie, feste che ricorrevano annualmente; feriae conceptivae, ferie che cadevano ogni anno in un giorno preciso; feriae imperative, che il pretore, il console, o il pontefice ordinavano in particolari necessità, magari per placare l’ira dei numi o per elevare particolari preghiere; feriae latine, che Orazio dice indictae latinae. Esse furono istituite da Tarquinio il Superbo, per sigillare l’alleanza dei Latini con i Volsci.

Si potrebbe continuare, ma a noi interessava evidenziare come, in fatto di feste né la Chiesa né le Istituzioni, né i privati cittadini hanno inventato nulla di nuovo. Avevano già pensato a tutto i nostri antenati latini.

Fu così che le feste imposte e non divennero sacre.

Si dirà e i Greci? È vero, prima dei Romani vi sono i Greci e, per noi Magnogreci, non possiamo non citarli. Va detto, che in fatto, di feste non erano secondi ai Romani, anzi furono loro maestri.

Giuseppe Abbruzzo

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