“ ‘U mmi nni curu c’a muoru iu, basta ca mori llu cumpagnu mia”

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Il detto dialettale – una cui variante è presente anche nell’italiano – rende molto bene l’atteggiamento di una certa parte di cosiddetta Sinistra, su cui intendiamo ritornare in quanto l’ufficializzazione delle liste per il rinnovo del Consiglio regionale ha visto – ahi noi! – la conferma delle indiscrezioni della vigilia, che hanno finito per rendere ragione di un atteggiamento da parte di taluni, che mira esclusivamente a distruggere e non a costruire. Non si spiegherebbe diversamente l’entrata a gamba tesa di coalizioni che, quand’anche supererebbero il quorum (impresa non facile nell’attuale panoramica), porterebbero all’elezione di un singolo consigliere, il cui ruolo, nella migliore delle accezioni, sarebbe ininfluente. O meglio, risulterebbe utile solo al destinatario dei consensi. Nell’ipotesi, molto concreta, di un non superamento della soglia di sbarramento, l’unico risultato ottenuto da questi outsider sarebbe quello di essersi confermati una spina nel fianco della Sinistra, dando, in effetti, una mano a Destra, portando frammentazione e scompiglio in una situazione già di per sé non facile. Ecco, quindi, che trova ragione l’espressione popolare, secondo la quale, in certe situazioni prevale un atteggiamento che mira solo a distruggere. Si tratta di un modo di fare che ci risulta ancora più difficile da capire quando è portato avanti da gente che dalla Sinistra ha attinto a piene mani e che ritiene ciò che ha ricevuto come un lascito quoad vitam. Non siamo stati mai particolarmente teneri nei confronti del PD e riteniamo che l’attuale compagnie da esso rappresentata sia il risultato di un alchimia, i cui effetti non sono facilmente prevedibili. O forse si. In ogni caso, di fronte a una battaglia non facile, sarebbe stato maggiormente apprezzabile da parte di alcuni esponenti di quella cultura, se non altro, un atteggiamento di neutralità, piuttosto che favorire divisioni e segmentazioni che, è facile prevedere, non porterebbero a nulla di buono. In una siffatta condizione, nella quale la confusione regna sovrana, l’elettorato potrebbe avere parte attiva se non altro nell’intercettare alcune mine e disinnescarle. Gli effetti, qualora dovessero esplodere, sarebbero devastanti e contribuirebbero ad accreditare uno stereotipo secondo il quale la Sinistra è molto più efficace nel distruggere che nel costruire. Quando si predispone una battaglia, la prima cose è assicurarsi di non avere “fuoco amico”, da cui ci si difende con più difficoltà. Una volta neutralizzati gli attacchi interni, sarà più agevole dedicarsi ad affrontare l’avversario in campo aperto.

Per meglio comprendere quanto la frammentazione nuoccia a sinistra, basti dare un’occhiata agli ultimi sondaggi, secondo i quali la coalizione compatta di Centro-Destra verrebbe accreditata di una vittoria certa essendo stimata intorno al 48%, il PD viene dato al 24%, l’altra coalizione che ruota in quello schieramento, De Magistris, raggiungerebbe il 16%. La coalizione outsider che si rifà ad un ex alto esponente del PD, rasenterebbe l’8%. In sintesi, sommando le tre formazioni a Sinistra, si eguaglierebbero i consensi attribuiti al centro-destra, il quale, ovviamente, ringrazia. C’è da meditare e non poco. In questa competizione più che mai l’elettore ha la possibilità di stroncare sul nascere tentativi autolesionistici, di cui, francamente, non si sente il bisogno.

Massimo Conocchia

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