Le guerre che non finiscono mai 

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Una volta si diceva che il popolo russo era quello che leggeva di più, oggi invece viene distratto dai programmi addomesticati della TV di Stato, e sempre più spesso viene mandato a morire sui campi di battaglia dal nuovo zar per difendere i grandi interessi dei magnati del petrolio, del gas e di ogni altra ricchezza dell’immenso territorio di cui il Paese è costituito.

Così, anche mentre scriviamo, migliaia di giovani, prove-nienti dalle più sperdute campagne russe, massacrano e si fanno massacrare nella rovinosa, fratricida guerra contro l’Ucraina, dimentichi degli stessi legami di parentela stret-ta che da sempre ha unito i due popoli, dimentichi che una volta Kiev era addirittura la capitale della vecchia Russia, prima che venisse sostituita da Mosca.

L’aggressione all’Ucraina è stata favorita però anche da una lunga, storica chiusura ideologica dell’Europa occi-dentale verso la realtà prima sovietica e poi russa, una chiusura e diffidenza voluta e tenuta in piedi soprattutto dagli USA per ragioni non solo economiche, ma marcata-mente anche culturali e politiche, la cui eziologia può definirsi quasi ancestrale: l’americano medio e non solo ha sempre visto il comunismo sovietico e poi russo come il demone da cui guardarsi e difendersi in ogni modo. 

Da qui la guerra fredda, che ha implicato una corsa bruta-le agli armamenti, compreso quello nucleare; la conquista dello spazio, le centinaia di guerre guerreggiate, diffuse in tutti i continenti con lo scopo di imporre le proprie politi-che e lo sfruttamento delle materie prime.

E l’Europa occidentale, pur dando luogo alla Comunità Europea, dotata di una certa autonomia politica ed eco-nomica, dopo la fine del secondo conflitto mondiale, non si è del tutto affrancata dal pesante condizionamento degli USA, ma si è fatta trascinare in atteggiamenti di diffi-denza e chiusura verso la grande realtà sovietico-russa, pur stipulando trattati e accordi economico-finanziaridi grande portata con essa. 

E’ successo allora che grandi realtà come l’Italia, la Fran-cia, la Germania e la Spagna invece di mandare avanti lar-ghe politiche sociali e culturali di avvicinamento al vasto mondo russo, per fare di esso un’altra parte indispensabi-le dell’Europa unita, hanno preferito mantenersi stretta- mente legate all’ombrello americano,condividendone o-gni riserva e chiusura verso il medesimo mondo russo; eppure i grandi oligarchi dello stesso Occidente america-no ed europeo con il medesimo mondo russo hanno fatto e fanno affari d’oro al di là di ogni chiusura e riserva ideologica, politica e culturale! Questi stessi signori, anche mentre in Ucraina la povera gente muore sotto il tiro dei cannoni e sotto i micidiali attacchi missilistici, continuano ad arricchirsisenza scrupoli: essi da sempre si riuniscono al tavolo della pace economica, consapevoli che gli affari sono affari e non c’è guerra che possa e debba turbare il loro tavolo delle trattative, dove si vende di tutto: cannoni, mine antiuomo, missili, carri armati, droni e quant’altro le macellerie umane chiedono.

Tutto questo ci dovrebbe far capire che le guerre non sono dovute, quindi, solo allo zar di turno, ma anche alle politiche sotterranee di aggressione che tutti gli Stati pro-muovono sulla testa dei popoli.

Vincenzo Rizzuto

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