Ferritina alta: cosa mangiare?

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La ferritina non è il ferro, ma una proteina che immagazzina il ferro, rilasciandolo nel nostro organismo quando ne ha bisogno, e solitamente, si accumula nelle cellule del corpo (soprattutto di fegato, milza, muscoli scheletrici e midollo osseo) e solo una piccola quantità circola nel sangue.

Viene immagazzinato per circa il 25 % del ferro di deposito è legato ad essa.
Tale proteina infatti trattiene il metallo quando ne circola a sufficienza e lo rilascia in situazioni di carenza.

Con la ferritina alta, ovvero al di sopra dei valori di riferimento ordinari, potrebbe essere in corso uno stato infiammatorio.

Tra le cause principali dei valori elevati di questa proteina, ci sono condizioni quali l’emocromatosi (il corpo tende ad assorbire troppo ferro), l’artrite reumatoide, alcune malattie del fegato e l’ipertiroidismo.

A seguito degli esami del sangue di routine prescritti per valutare il nostro stato di salute si può riscontrare il valore del ferro più alto rispetto i valori consigliati si tratta di ferritina alta o di iperferritinemia, termine medico che indica un sovraccarico di ferro nel sangue, cosa fare in questo caso l’alimentazione è di aiuto.

L’alimentazione può essere d’aiuto?

Sicuramente, in caso di ferritina alta, sarà necessario seguire una dieta a basso contenuto di ferro e di sostanze chelanti, ossia che legano il ferro e ne permettono l’eliminazione mediante le urine.

E’ inoltre opportuno aumentare il consumo di frutta e verdura ed è utilissimo fare attività fisiche costanti, come la bici, la corsa o il nuoto.

Cosa mangiare:

La carne è sicuramente l’alimento in cui si trova la quantità più elevata di ferro.

Le carni rosse in particolare, contengono molto ferro eme, ovvero un tipo di ferro che è facilmente solubile nel corpo. E’ pertanto necessario evitare di mangiare alcune verdure e le carni rosse per ridurre l’apporto giornaliero di questa sostanza.

Altri cibi da evitare sono i seguenti: uovo, pesce crudo, molluschi, tutte le verdure a foglia verde, alcol, tutti i cibi e i prodotti arricchiti con il ferro.

Tra gli alimenti a basso contenuto di ferro e dunque permessi in caso di ferritina alta possiamo invece trovare: la mela, il mirtillo, il pompelmo, il melone, l’arancia. Ed ancora: rape, ravanelli, carote, cipolle, peperoni, zucca.
Sì anche a latte, yogurt e formaggio, riso bianco, caffè, succhi di frutta.

Quali possono essere le cause di iperferritinemia (ferritina alta)?

  1. Eccessivo accumulo di ferro nei tessuti (emocromatosi, malattia su base ereditaria);
  2. Eccessivo introito alimentare di ferro;
  3. Malattie del fegato (epatite acuta o cronica);
  4. Infezioni;
  5. Infiammazioni acute o croniche;
  6. Alcolismo;
  7. Neoplasie e leucemie.

Cause rare che possono causare iperferritinemia

  • Porfiria cutanea tarda
  • Sindrome da cataratta iperferritinemia ereditaria
  • Neoplasie
  • Patologie ematologiche croniche
  • Ipertiroidismo
  • Malattia di Gaucher

Escludendo le condizioni patologiche, in cui ad aumentare è la quantità di ferritina presente nei tessuti e nel sangue.
Possiamo agire sulla ferritinemia nel caso di eccessivo apporto di ferro con l’alimentazione.

La strategia alimentare prevederà una dieta a basso contenuto di ferro.

Ecco alcuni accorgimenti per limitare l’introito alimentare di ferro e il suo assorbimento.

  1. Ferro eme. Evitare/limitare frattaglie (fegato, cervello, cuore), carne (in particolare quella rossa), molluschi (ostriche, cozze, vongole), pesce (scorfano, spigola, baccalà, acciuga, merluzzo), uovo (soprattutto il tuorlo). Questi alimenti infatti sono ricchi (soprattutto le frattaglie e la carne rossa) di ferro nella sua forma più facilmente assorbibile (ferro eme).
  2. Ferro non eme. Il ferro contenuto negli alimenti di origine vegetale, come legumi (fagioli, lenticchie, ceci), verdure a foglia (spinaci, alghe, radicchio, rucola), frutta secca (pistacchi, anacardi), cereali (avena, crusca di frumento, grano saraceno, quinoa), si trova nella forma meno assorbibile (ferro non eme), quindi non ha un grosso impatto sull’accumulo del minerale.
  3. Per limitare ulteriormente l’assorbimento del ferro non eme, è consigliato evitare l’associazione degli alimenti sopracitati con composti che aumentano la biodisponibilità del minerale: acido citrico (contenuto nel limone), vitamina C (peperoni, pomodori, kiwi, agrumi, patate) e acido folico (asparagi, broccoli, carciofi, bieta, spinaci, cavolfiore, agrumi).
  4. L’associazione con alimenti ricchi di calcio (latte e derivati), tannini (ceffè, té nero e verde, uva, melograno, more, mirtilli, mela, cachi), fibra alimentare e fitati (cereali, soprattutto non raffinati, legumi, semi, frutta secca) invece diminuisce l’assorbimento del ferro non eme.

Si può notare che numerosi alimenti ricchi di ferro non eme (legumi, cereali, frutta secca) sono anche ricchi di fitati, quindi non ha senso ridurne il consumo.

In caso di ferritina alta è necessario porre attenzione agli alimenti più ricchi di ferro eme, facilmente assorbibile, la cui biodisponibilità non è influenzata da altri alimenti della dieta.

In base all’entità dell’iperferritinemia, sarà necessario limitare o evitare del tutto:

  • frattaglie (cuore, fegato, rene, polmone)
  • carni trasformate (salsiccia, bresaola)
  • carne rossa (cavallo, maiale, agnello, vitello)
  • molluschi (ostriche, cozze)
  • pesci (scorfano, spigola, pagello, alici).

Antonia Cassavia

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