Il Flauto magico è invenzione dei Grimm o è storia vera…?

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Tutti i bambini, almeno quelli di una volta, conoscevano la storia del flauto magico e tanti cultori di Letteratura infantile l’attribuiscono a Jacob Ludwig e Wil’helm Grimm, noti, appunto, come i Fratelli Grim, che nacquero uno a distanza d’un anno dall’altro: 1785 e 1786.

Quella storia, però, è ripresa, come vera, da Agostino Calmet e pubblicata nel 1756, perciò 30 anni prima della nascita dei Grimm. Precisiamo, è ancora più vecchia, perché Calmet scrive che tutto è “asserito da più d’uno Scrittore, e registrato nei pubblici monumenti d’una Città considerabile dell’Alata Sassonia, chiamata Harlem nel Principato di Kalemberg, dove insieme s’uniscono i due fiumi Hamel, e Veser”.

Calmet così inizia il suo racconto: “Nell’anno1384 era questa Città infestata da una sì prodigiosa moltitudine dì sorci, che guastavano tutte le biade ch’erano ne’ granaj e si adoperò senza frutto quanto l’arte e l’esperienza suole usare contro tal sorta di animali. Arrivò in quel tempo un incognito di statura più grande dell’ordinario, con una lunga veste di varj colori, che s’impegnò di liberar la Città da quel flagello per una determinata ricompensa”.

Com’è noto eseguito il lavoro, facendo annegare i topi nel fiume, richiese la ricompensa che gli fu negata. Questa, purtroppo, è consuetudine di tanti enti e persone, che spesso si dicono dabbene.

Il giorno successivo “colto il tempo, che tutto il popolo fosse alla Chiesa, messosi a suonare un altro flauto tutti i fanciulli della Città, che non arrivavano a quattordici anni, si raccolsero a lui d’intorno al numero di cento trenta, li condusse alla vicina montagna chiamata Kopselberg, dove si dà morte ai malfattori; e sparvero que’ fanciulli senza che più si sapesse di loro”.

Un giovane, che seguiva l’avvenimento da lontano, portò la notizia ai concittadini.

Come si vede la storia del flauto magico non fu un’invenzione dei Grim, ma è storia riportata come vera dall’abate Calmet.

Se, però, tutto questo era più o meno noto, tranne la data dell’avvenimento, si ha dell’altro totalmente sconosciuto.

Così viene spontaneo porsi la domanda: – Quella del flauto magico è storia vera o fu tutta una montatura e perché? –

Calmet riporta notizie precise: “Si mostra ancora in questa montagna una profondità, nella quale dicesi, che quell’uomo abbia fatto entrare i fanciulli, e in un angolo di quella foce v’è una iscrizione tanto antica, che non si può rilevare, ma la storia è rappresentata su le finestre della Chiesa, e dicesi per cosa certa, che negli atti pubblici di quella Città si usa anche al di d’oggi (ndr 1756) di mettere le date così: fatta l’anno …. dopo la sparizione de’ nostri fanciulli”.

La sparizione dei fanciulli avvenne come descritta e da noi riportata? O si ebbe qualche malattia che colpì i bambini di quella località?

Calmet, a supporto di quanto da lui riportato indica i riscontri bibliografici: “Si può vedere Vagenseil Oper. Libror. Juvenil. tom. 2 p. 295 e la Geografia di Hubner, e ‘l Dizionario Geografico di Martiniere soto (sic) ‘l nome Hamelen”. Tutto, però, non convince il citato Calmet, infatti ha dei dubbi sulla veridicità, tanto da scrivere: “Se questo racconto non è favoloso del tutto, come ne ha l’apparenza, non si può credere quell’uomo altro che un fantasima, o un Genio cattivo, il quale per divina permissione abbia punito la mala fede di quel popolo nella persona de’ fanciulli ancorché innocenti della infedeltà de’ loro padri”.

L’autore formula, ancora, un’altra ipotesi: “Potrebbe darsi, che un uomo avesse qualche secreto naturale per raccogliere i topi, e precipitarli nel fiume; ma a far perire tanti innocenti per vendicarsi de’ loro padri non vi vuol meno d’una violenza diabolica”.

C’è da meditare e continuare a discutere o, forse, è meglio continuare a credere che tutto fosse una montatura. Una cosa soprattutto è certa: la “favola” non è sacco della farina dei Fratelli Grimm.

Giuseppe Abbruzzo

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