Le dodici notti sante tra luci ed ombre
Il Natale non è solo tempo di festa e allegria, diverse sono le tradizioni che parlano si spiriti che ritornano sulla terra, di entità malefiche che rapiscono e puniscono i bambini cattivi e cortei di morti che vanno a caccia di vivi per aggiungerli alla loro schiera.
Alla magica notte della Natività seguono le cosiddette “Dodici Notti” e si ritiene che, in questo lasso di tempo, i confini tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti si assottiglino e che gli spettri, riuniti in orde selvagge possano tormentare i sogni dei bambini e le visioni degli adulti.
Dell’ esercito dei morti parlava anche Tacito nel suo: ” Germania”, l’ exercitus mortuorum era modellato su reali manipoli di cavalleria feudale, questi soldati sofferenti comparivano presso i crocevia.
Nell’area culturale germanico-tirolese si verifica la fusione tra Odino, signore della guerra, ed il Wilder-Mann, una specie di Uomo Selvatico noto nelle leggende alpine che parrebbe muoversi solo durante le dodici notti sante, accompagnato da cani ferocissimi per uccidere chiunque incroci il suo cammino e rubare i bambini.
In Irlanda invece si pensa che dopo il 25 dicembre in ogni tegola che ricopre il tetto della propria abitazione si celi un’anima del Purgatorio bisognosa di preghiere per liberarsi dal peso della punizione .
In Normandia, si svolgono le “Cacce di Proserpina” , le masnade di Proserpina possono portare doni che, tuttavia, è meglio non richiedere poiché potrebbero gettare nel camino, al posto dei regali, pezzi di cadaveri dei bambini nati morti.
Oderico Vitale nella “Historia Ecclesiastica” descrive quanto accaduto ad un certo prete chiamato Walchelin. Questo, dopo aver celebrato la Santa messa di Natale, tornando a casa si imbatté in una tenebrosa processione popolata da giganti, beccamorti che trascinano bare di nani orribilanti, dame su selle chiodate, cavalieri neri e morti recenti e pensa di aver incontrato la famiglia di Arlecchino.
Il sacerdote sfuggito per miracolo porterà tuttavia per sempre i segni di un’ustione sulla gamba e di una cicatrice sul volto causata da un membro di suddetta bolgia infernale.Tra le anime inquiete, il prete riconoscerà anche suo fratello che gli chiederà di pregare per lui.
Nel 1934 Otto Höfler, specialista di culti segreti, aggiunge una nuova tematica sullo studio delle schiere notturne, ipotizzando si trattasse di una leggenda nata a partire dai riti di passaggio volti ad iniziare i guerrieri germanici in una fratellanza riconoscibile da maschere o segni sul volto.Le processioni di queste associazioni guerriere si sarebbero poi trasformate, secondo lo studioso, nella schiera dei morti e nella sfilata di maschere che ancora oggi si tengono in Europa Centrale durante il solstizio d’inverno.
Secondo alcuni a capitanare la schiera dei morti sarebbe re Artù intento a catturare i vivi per condurli a corte nel suo palazzo.
Il mito della Caccia Selvaggia è noto in diverse tradizioni, in Inghilterra è chiamata “The Wilde Hunt”, “Sluagh” in Scozia “Caccia del Diavolo” in Lombardia e “Corteo della Berta” in Piemonte, in chiave Cristiana la caccia è presente anche nel Decameron, esattamente nella novella di Nastagio degli onesti, il protagonista vede un oscuro cavaliere che insegue una donna e la fa a pezzi , questa era stata in vita la causa della sua perdizione e rovina.
Infine, tra i terrificanti protagonisti delle dodici notti , al di là della Caccia Selvaggia spicca il greco KalliKantzaroi, un essere mostruoso e deforme che poteva essere concepito dagli uomini nella notte di Natale , questo viveva tutto l’anno nei meandri putridi del sottosuolo per uscire solo durante le notti sante per invadere la città e seminare morte e distruzione , per difendersi da tale essere i patriarchi greci utilizzavano rifiuti puzzolenti da ardere nel fuoco o una mascella di porco appesa sulla soglia della casa
Nel periodo più magico dell’ anno esseri pagani convivono con i Santi , bene e male restano in equilibrio all’ Interno di uno spazio quasi atemporale.
Sono le ultime battute di dicembre, la fine di un ciclo, un momento di incertezze, di passaggio. Tutto sembra immerso dal caos, le regole sono diverse così come le abitudini, una fase di transizione con energie e sensazioni discordanti che ci condurranno inevitabilmente verso l’ignoto. Affidiamoci dunque alla luce del Bambino Divino che potrà guidarci con fede verso un nuovo anno ricco di novità.
Gaia Bafaro
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