Le parole buone
Ci sono storie che non ti chiedono il permesso per farti violenza, investono all’improvviso un tuo attimo apparentemente narciso ed inutile, che non ha altro da prometterti se non di un dolore muscolare e ti lasciano, invece, tra le lacrime e il sorriso, a dirti dell’amore di un figlio e di un dolore più profondo che è del cuore, quando il cuore non è un muscolo ma fa molto più male.
Sono in palestra, davanti ad uno specchio, seduto su una panca, i pesi in mano a sfidare l’inerzia fisica della mia età, non ne ho voglia ma qualcosa devo pur fare per tenere sana la mens o, forse, solo per distrarmi da corsia e bisturi, anche se c’è sempre qualcuno che ti chiede del mal di pancia, un analgesico perché la medicina ti insegue ovunque, corre sui tapin roulaunts, è attaccata ai manubri, è segnata nella scheda, scorre anche sotto la doccia “dottore, posso chiederti una cosa al volo?”
Questa volta però sono io a cominciare.
Mi passa accanto una delle istruttrici, lei ha un suo parente in Rianimazione, io la vedo quasi tutte le mattine, seduta sui gradini che portano al reparto, in attesa di sapere come è andata la notte di lui e, quando non poteva esserci, ne chiedeva notizie a me, tra uno finto squat e una, più o meno, lat machine.
Lui è un papà, è giovane, troppo giovane, ha un figlio piccolo, troppo piccolo, è in coma da troppo, troppo tempo.
È da qualche giorno che io non vado in terapia intensiva, lei si, adesso, sono io a chiederle “come sta?”
Lei si appoggia sullo specchio e inizia il racconto e, uno dopo l’altro, i pesi mi scivolano sul tappeto, è l’anima che inizia a sudare.
“È sempre in coma ma qualcosa di nuovo, forse, c’è” fa una pausa quasi a pensare se continuare o no perché la medicina non c’entra ma io questo non lo so ancora.
“Ieri ha mosso un po’ le labbra e sai, forse, perché?” io mi aspetto di emoglobina, di ventilazione, di diuresi, di un miglioramento qualsiasi e, invece, lei ha tutta un’altra storia.
“Il figlio gli mandava degli audio da fargli ascoltare, gli raccontava di quanto lo stesse aspettando, di non preoccuparsi per lui, delle cose di scuola, il prossimo anno c’è da scegliere le scuole medie” e “papà, ti aspetto, le scegliamo insieme”.
Io accenno un sorriso e un po’ no e, poi, proprio più no perché, poi, il piccolo si sentiva in colpa, gli audio non avevano risvegliato il papà e, così, ha avuto un’idea “nonna, posso telefonare a papà, forse con gli audio non ho saputo dirgli bene”.
Lo stato di coma è una proiezione temporale indefinita di una vita sospesa, buio alla ragione della Scienza ma dove c’è la luce, serenità, un tunnel, gli angeli, il profumo, rumori di parole, stati di meraviglia che, qualcuno, ritornando alla via, ha raccontato e che per qualcuno altro, che dalla vita non ha mai visto mai andar via all’improvviso suo papà, invece, “sono solo suggestioni, io non ci credo!”
Il figlio ci crede, ci prova, ha il consenso della nonna e dei medici, telefona, gli parla piano “papà, sono io, ti voglio bene, stai guarendo, mi manchi!”
Lui ha sentito la sua voce viva e le sue labbra hanno iniziato a tremare di vita, quasi a volersi muovere “secondo me voleva rispondere, è stata un’emozione incredibile, nessuno se l’aspettava, lo ha riconosciuto.”
Quando mio papà scendeva negli inferi della depressione, io mi mettevo accanto a lui, gli parlavo, gli parlavo e, piano piano, lui si aggrappava alle mie parole e cominciava a risalire, sino a ritornare a muovere un sorriso e io ero felice e il figlio, adesso, “era così contento di aver parlato con il papà che poi si è messo a piangere e lui è uno forte”.
Non è stato il solo, lei si accorge dei miei occhi umidi, sono anche i suoi “dai dottore, adesso basta parole, fammi vedere la scheda, c’hai da fare tre serie di addominali, lavora!”
Accanto la palestra, poco più in là, c’è una pasticceria, al diavolo la fatica, tradisco la promessa della rinuncia, io ho adesso ho voglia di cose buone anche se, oggi, ne ho gustate di buonissime, sono le parole che solo un figlio sa dire a suo papà per farlo tornare a sorridere alla vita.
In bocca al lupo, piccolo❤️
Angelo Bianco