L’indifferenza del mondo di fronte agli orrori a Gaza
Che ci fosse un atteggiamento strabico da parte del resto del mondo verso gli orrori della guerra era chiaro. Ciò che è apparso francamente intollerabile è il silenzio e la codardia dell’Europa che, da una parte, si preoccupa di costruire una coalizione di “volenterosi” per fomentare ulteriormente la resistenza ucraina; dall’altra non vede e non si esprime di fronte a ciò che non si può definire diversamente da uno sterminio di massa.
Il NY Times (non un pericoloso foglio estremista) ha recentemente pubblicato un video che smentisce la ricostruzione di Israele sull’eccidio di 5 medici arabi, la fine del mese scorso, che viaggiavano nella striscia a bordo di ambulanze con sirene accese, quindi ben visibili e riconoscibili come soccorritori. Il video – pare girato dal telefono di uno dei medici uccisi e gettati in una fossa comune – ha fatto il giro del mendo.
Quando si arriva a sparare sulla Croce Rossa (o comunque la si voglia chiamare), è chiaro che il disegno è uno e uno solo: fare piazza pulita di un popolo inerme. Neanche di fronte a questa evidenza, l’UE ha trovato il coraggio di condannare. Il premier israeliano – colpito da un mandato di arresto della CPI – è stato accolto come un eroe in un suo recente viaggio in Ungheria.
Si è, giustamente, trovato il coraggio di condannare l’eccidio del 7 ottobre ma non si trova una parola – meno che mai da parte del governo italiano – per condannare quello che appare sempre più come uno sterminio di un popolo, che ha il solo torto di provare a sopravvivere in una condizione impossibile. Ci ha provato, finchè ha potuto, l’attuale pontefice ma è rimasta voce isolata, mentre c’è chi vorrebbe cacciare i sopravvissuti dalla loro terra per farne un resort a 5 stelle. E intanto continuano, imperterriti, gli insediamenti di coloni in Cisgiordania.
La linea ufficiale di Israele è ormai quella di una soluzione definitiva, tacitamente – evidentemente – condivisa dal resto del mondo. Di fronte a questo orrore che non conosce fine, la nostra coscienza di uomini liberi ci impone di levare alto il nostro grido di dolore e il nostro dissenso per ciò che sta avvenendo. Lo avevamo fatto per denunciare gli orrori di Hamas, lo ripetiamo oggi: non in nostro nome! Non col nostro assenso!
Massimo Conocchia