Francesco, il Papa delle “periferie esistenziali”
Il Sommo Pontefice Francesco ha presieduto nella carità la Chiesa di Cristo, in quanto Vescovo di Roma, e l’ha fatto andando verso quelle che lui chiamava “periferie esistenziali” che, attraverso il suo ministero e quello della Chiesa tutta in questi dodici anni, sono state raggiunte, sempre più, dal Vangelo di Gesù Cristo Nostro Signore.
Il suo stare in mezzo a noi è stato uno stare in cammino che ci ha insegnato a guardare agli “invisibili”, a chi sta accanto a noi, a considerare la Pace dono di Dio da chiedere incessantemente, a pensare una Chiesa in uscita, povera per i poveri, per e con “todos”. Semplicemente, ci ha indicato Gesù «il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt. 16,15).
Io ho avuto il piacere di incontrarlo, personalmente, due volte e così stringergli la mano. Emozioni indimenticabili e contrastanti quelle provate e che hanno attraversato il mio cuore, come quelle che ho potuto assaporare quando ho accolto, come tutti, la notizia del suo ritorno al Padre.
Ora siamo chiamati a sostenere la Chiesa in questo momento affinché lo Spirito la continui a guidare accogliendo così, nella preghiera e con umiltà, il successore dell’Apostolo Pietro.
Alla Vergine Maria guardiamo, «Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura,
termine fisso d’eterno consiglio».
Angelo Girardi