Uno sconosciuto rivoltoso del 1848: Francesco Micciulli

Bata - Via Roma - Acri

Della rivoluzione calabrese del 1848 non si fa nemmeno cenno nei testi scolastici, eppure scoppiò irruenta e finì miseramente. Ne abbiamo scritto altra volta, ma ritorniamo sull’argomento, per portare un contributo, che riteniamo non secondario.

Il nostro Padula, il 1848, inneggiò alla nuova era e, alla fine, si addolorò per la sconfitta tanto da poetare, gridando: “Non mi chiamate più calabrese!”.

Non meravigli, perciò, se non si ricordano non solo i fatti, ma, di conseguenza, anche, i personaggi, anche da parte di chi si ritiene esperto di quell’epoca.

Sui moti suddetti si istruì un processo presso la Gran Corte Speciale di Napoli, che si concluse con la decisione del 1851.

Il “Fatto”, relativo al citato processo, apre con D. Francesco Micciulli che, “nel 21 maggio 1848 la faceva da sotto-capo della Guardia nazionale di Carpanzano, e di unita a molti altri armati disarmava la brigata di pubblica sicurezza là stanziata, trasportandone nella casa le armi, che poi furono restituite per armare un contingente di uomini che da Carpanzano si mossero per gli accampamenti”.

Micciulli ne faceva parte, rivestendo il grado di “Foriere, e poco appresso con quello di I° sergente”.

Il suddetto “distribuiva le armi tolte ai militari agli arrollati per campi ribelli” e rientrava in patria dopo lo sbandamento.

Questi fatti erano confermati da numerosi testimoni.

I suddetti depongono, fra l’altro: “Micciulli partiva pel campo di Paola, ove da Mileti veniva nominato Foriere di quelle masse rivoltose”; “quindi marciava pel campo di Spezzano e Castrovillari”; “nel 1848 si mostrava troppo avverso al Governo”.

L’accusa nei confronti del Micciulli, sottoscritta, anche, dal caporale Giuseppe Corbo, è la seguente: “Io caporale Corbo alla vista di una riunione popolare, la quale benché inerme rendeasi imponente per la sua numerosità, la quale faceasi a chiedere, emulando l’esempio di altre comuni limitrofe il solo armamente consistente in sette carabine, altrettante sciable, e corrispondenti bajonette: conoscendo non essere utile e prudenza menoma negativa, le ho consegnate volontariamente al sotto capo sig. Micciulli unitamente ad undici mazzi di cartucce – Non che al sig. D. Giulio Mirabelli che spontaneamente ho mandato chiamando ond’evitare disturbo, e per sua custodia nel corpo di guardia dette armi come persone di fiducia, i quali tutti hanno calmato e tutto fatto eseguire con moderazione e pace”.

La Gran Corte, per quanto suddetto, “secondo il dettato dell’articolo 74 leg. pen.” dichiara “Micciulli è un complice in attentato; (…) era un agende secondario quando s’incorporava alla forza armata riunita in Paola per ordine del Comitato-Ricciardi, che ne aveva disposto l’armamento (…) facilitò, concorse, si prestò nel proposito e nel fine di servire ad un disegno già ordito dai cospiratori, ed a lui noto. Vi è nel riscontro stretto nesso tra la facilitazione prestata da Micciulli ed i disegni dei cospiratori, dei primi agenti della rivoluzione…”.

L’accusa più grave che gli si imputava era di “complice nell’attentato, nel reato di lesa-Maestà”.

L’art. 74 stabiliva che erano complici di tale reato “coloro che scientemente avranno facilitato, o assistito l’autore o gli autori delle azioni ne’ fatti i quali le avranno preparate, facilitate, o consumate”.

Per quanto riportato si condannava Francesco Micciulli “alla pena di anni trenta di ferri”.

Del suddetto e di tanti altri nessuno fa menzione. La “storia” ufficiale ignora questi “capuzzielli calabresi”! Perché? Per i Savoia i calabresi dovevano essere accreditati solo e semplicemente come efferati delinquenti.

D’altra parte, va detto, che pochi, pochissimi si sono preoccupati di soffermarsi su quei fatti, per i quali il Padula scrisse i versi: “Non mi chiamate più calabrese” che, a distanza di tempo, ritenne ingiusti.

A noi basta aver ricordato un personaggio che apre la sentenza di quel processo, dove si leggono i nomi di tanti altri che sarebbe lungo ricordare.

Giuseppe Abbruzzo

Bata - Via Roma - Acri

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

error: - Contenuto protetto -