“Esisto ma non vivo” di Marco Martire al festiva nazionale “Entre Deux Cannes”

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Marco Martire, talentuoso regista cosentino, è stato l’ unico italiano a partecipare recentemente al festival nazionale “Entre Deux Cannes” con il cortometraggio “Esisto ma non vivo”, nato dall’ amicizia con Davide Carpino. È stato infatti Davide, con le sue confidenze all’ autore, a far nascere l’ idea di raccontare la sessualità nelle persone diversamente abili.

Le scene sono state girate a Cosenza, Casali del Manco ed in Sila per dare un’ ulteriore valore di promozione del territorio ad un tema forte, riflessivo e che sfata ogni tabù sulla vita sessuale delle persone diversamente abili. Davide nel monologo afferma: “funziona tutto benissimo” e sostiene che la maggior parte delle disabilità è da attribuirsi agli occhi di chi guarda ed ai limiti della mente.

La trama del cortometraggio racconta di un giovane protagonista di nome Dante, affetto da disabilità fisica, che si innamora di Rossana e la corteggia romanticamente in un contesto pieno di bullismo, isolamento e pregiudizi. Disperato, il protagonista vaga alla ricerca di compagnia e quando finalmente la trova, la sua unione fisica è espressione di vita e amore che si concretizzano nel pensiero e nella frase: “Esisto e vivo”.

Un vero successo per l’ opera di Marco Martire che ha ricevuto diversi premi conquistando pubblico e critica, tra cui la selezione ai David di Donatello, il Premio Nazionale del Cinema Indipendente, e ben tre riconoscimenti al Premio Cultura Cinematografica di Polistena, incluso l’ambito Premio del Pubblico.

Sono solo i primi passi ed il talentuoso regista sta già lavorando alla sua prossima opera: “Gli invisibili”.

La pellicola tratta una nuova storia di difficoltà che, anche questa volta, prende spunto da una confidenza a Martire da parte di una spettatrice che si era recata alla presentazione di Esisto ma non vivo per raccontarsi insieme alla sua disabilità acustica. È sempre a partire da un incontro fortuito che nel regista si delinea il volere di continuare a parlare di disabilità, questa volta auspicando una maggiore crescita della sua opera ed una ulteriore consapevolezza del suo lavoro tecnico e volendo introdurre  temi di denuncia anche nei confronti del sistema sanitario.

Anche se Martire in futuro vorrà esplorare altri ambiti, resta attento al sociale poiché è da questa tematica che muove i primi passi ma, soprattutto, è grazie a queste storie che può emergere la sua indole sensibile ed altruista.

Gaia Bafaro

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