Ricette prodigiose?
È curioso leggere, in un manoscritto inedito, alcune ricette di un “medico” cosentino, forse del sec. XVII.
Dato che i miei “venticinque lettori” saranno interessati e curiosi ne riportiamo qualcuna:
Secreto p. il dolere de’ denti
Prendi uno spicchio d’aglio, ed una presa di polvere da schioppo, pista tutto insieme e formane una pilola, poi mettila dentro una pezzetta legata, ed applicala al luogo addolorato, e sarà sano.
Sarà efficace? O lo sarà la successiva consigliata, per curare qualcosa che interessa tantissimi uomini, che ricorrono agli “specialisti” o presunti tali, per curare la caduta dei capelli? Noi riportiamo la ricetta. Chi è interessato provi e ci faccia sapere. Eccola:
Prendi orina, e malva, e fa’ t/o. [tutto] bollire in una pila, e p(er) sei giorni continui lava con esso la testa al Paziente, poi p(er) altri giorni sei consecutivi ungi la sud(ett)a testa con oglio caldo, poi brugia fusti di tabacco, e foglie di lauro regio, e fanne della cenere, unisci la d[dett]a cenere con sapone grattato, e morchia dentro una pila, e se ne formi un unguento, e con esso si ungerà la testa del Paziente, togliendo nella sera seguente lunguento postovi nella sera antecedente, e mettendovi l’altro p[er] fino, che sarà guarito.
Chi vuole provi queste ricette. Noi le riportiamo solo e semplicemente come curiosità.
Riteniamo che all’epoca qualcuno avrà provato, ma se fossero state così prodigiose, nell’un caso e nell’altro, sarebbero state seguite con esito positivo e non si sarebbe più sentito parlare di mal di denti e di uomini afflitti dalla calvizie.
Stralciamo altre ricette.
A chi non è capitato di ubriacarsi? Vi è un rimedio per correre ai ripari?
La Scuola Medica Salernitana suggeriva:
Se di vin t’ha fatto male la bevuta serotina,
vin ribevi la mattina e sarà una medicina.
Per non ubriacarsi, però, si può avere qualche suggerimento? Certo c’è il nostro “medico” cosentino, con le sue ricette inedite:
A non imbriacarsi, se ben bevete tutto il giorno vino purissimo e grande, ed è cosa ottima per coloro, che hanno la testa debole, ed a chi ha da essere a conviti, o dove convenga bevere più sorti di vino –
Primieramente avanti che mangi, cioè quando si ha da mettere a tavola, per un quarto d’ora innanzi mangiate due o tre mandole d’ossa di pesche o altre mandole amare communi. Poi beva un mezzo bighiero o meno d’olio d’oliva, ancora di mandole dolci, e poi mangi, quanto vuole e beva a suo piacere, che no’ si potrà imbriacarsi e se poi che ha mangiato si sentisse molto gravato di testa e di stomaco beva un poco di suco di cavoli.
Forse sarà proprio l’intruglio a produrre qualche guasto! Ma, noi, non mettiamo lingua.
Riportiamo, però, qualcosa sulla bontà dei vini estraendo dai suggerimenti della Scuola Medica Salernitana:
De boni vini proprietatibus
I vini dall’odore hanno il lor pregio,
E dal sapore, e dalla limpidezza,
E dal colore, e sono i più perfetti,
Che tu possa bramar, que’ che potenti
Trovi, e belli, e fragranti, e freddi, e lievi,
Sicché lo spirto in lor si riconosca.
Giuseppe Abbruzzo


















