La stilista Paola Bignardi tra moda, arte e teatro

 La stilista Paola Bignardi, nasce a Salerno e si avvicina al mondo della moda grazie all’attività della famiglia che vanta un Atelier storico dal 1860.

Cresciuta nell’ambiente dell’arta sartoria crea il suo primo bozzetto di abito a soli sei anni, da questa prima opera decide di realizzarne altre che riscuoteranno diversi apprezzamenti all’interno dell’attività di famiglia.

Dopo il liceo intraprende gli studi per l’Istituto Superiore di Design dove si laurea a pieni voti grazie ad una tesi sperimentale inerente all’arte ed alla moda.

I primi riconoscimenti nell’ambito del fashion non tardano ad arrivare.

Riceve il premio “Miglior Bozzetto” da Donatella Girombelli, esperta scopritrice di talenti che notò agli albori anche Gianni Versace.

Inizia le sue prime esperienze professionali presso alcuni dei grandi nomi del prêt-à-porter e del Made in Italy come: Byblos, Max Mara, Loro Piana, contribuendo nel disegno e nelle ricerche stilistiche. Proprio durante la sua gavetta professionale, sarà notata da J.Barlett, direttore artistico di Byblos, D. Bosio, coordinatore di stile di Ferrè e Valentino e, infine, dal grande Maestro Roberto Capucci.

Per la stilista, la moda è una potente forma di comunicazione ed espressione, questa particolare visione si deve ad un’ulteriore passione della Binardi: Il teatro che influenzerà costantemente il lavoro della modista, delineando il suo stile inconfondibile.

Dopo aver vissuto ed effettuato e lavorato al Centro-Nord, torna nella sua terra e, nel 2006 inaugura la sua prima boutique -BiPi Atelier- dedicandosi alle linee Sposa ed Elegante riprendendo le più antiche tecniche artigianali di modisteria.

Nel 2013 nasce, finalmente nel cuore di Salerno, Paola Bignardi Design, atelier di Alta Moda e, nel 2014, inizia la sua collaborazione con Martin Marino Italia, azienda americana per la quale cura il design della collezione Lusso. Ecco alcune domande che le abbiamo rivolto:

  1. Chi è la stilista Paola Bignardi, di cosa di occupa attualmente e quando incomincia a muovere i primi passi nel mondo della moda

Paola Bignardi è una donna che fin dell’infanzia comprende che la moda, con tutti i suoi codici di comunicazione è il modo ideale di raccontare storie, a volte immaginarie, a volte come denuncia, a volte per esprimere o suggerire una visione estetica, portatrice di benessere e bellezza ideale…questo come dicevo, avviene subito, quando comprende il piacere e la meraviglia del suo gioco preferito, sedersi al tavolo di design del suo papà e disegnare le immagini che si susseguivano ed ancora è così, in modo talmente chiaro da diventare poi l’esigenza di renderle realtà!

  • Quali sono stati i modelli di riferimento che hanno influenzato il tuo percorso?

I miei modelli di riferimento sono stati da bambina, il glamour e la femminilità di Valentino Garavani e, l’avanguardia e lo spirito di Gianni Versace poi nel tempo, dopo la maturità, studiando moda, mi sono innamorata della sperimentazione delle forme di Roberto Capucci, il mio mentore. Mi emoziona poi sempre l’equilibrio, l’armonia totale dell’eleganza per eccellenza di Giorgio Armani, di cui condivido, nel mio piccolo la “maniacalità” di curare tutti i dettagli sempre fino alla fine, non per eccesso di sicurezza ma perché mi fornisce al contrario “sicurezza”, seguire totalmente l’idea pura, sviluppatasi in principio

  • Qual è stato il momento cruciale in cui ha deciso di trasformare la sua passione in una realtà?

Durante gli anni del liceo, avevo avuto un distacco quasi totale dalla moda e quasi quasi ero attratta dall’architettura e l’archeologia. Così l’ultimo anno, andando ad un orientamento universitario, mi persi davanti ad un desk che aveva un manichino in miniatura vestito con abito in raffia che simulava la forma astratta di un fiore rovesciato. Così da allora, pur lottando come Don Chisciotte, per tutti gli ostacoli che la vita porta con sé, m’iscrissi ad un corso di moda para universitario e poi non ho mai smesso di fare moda, e vedere abiti o tutto ciò che ne consegue che dal mio immaginario ho necessità poi di sviluppare.

  • Qual è lo stile che la contraddistingue e la particolarità delle sue opere?

Il maestro Roberto Capucci, al quale ebbi l’onore a Firenze, di mostrare i miei bozzetti, disse che fu colpito dalla leggerezza dei miei abiti…forse questa è l’unica e la più corretta chiave di lettura. Se dovessi aggiungere qualcosa, direi che di me, forte è la curiosità che spinge talmente forte le mie scelte da portarmi spesso a mettermi in discussione anche troppo oltre.

Gaia Bafaro

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