Colore dei capelli?
Qualche anno fa mi trovai, per caso, ad assistere a qualcosa, che mi fece tornare a mente Trilussa, il poeta romanesco, del quale scrissi altra volta.
Fra i suoi sonetti se ne legge uno dal titolo: La tintura
La mi’ padrona dice che l’amore
dipenne dar capello de le donne:
ch’ a li mori je piaceno le bionne,
e a li bionni je piaceno le more.
Cusì quanno madama la barone
je manna ‘n ufficiale pagatore,
lei pija la boccetta der colore
pe’ tigne’ li capelli e lo confonne.
Si er marco è bionno io la dipingo mora,
si è moro cammio boccia e je li bagno
co’ l’acqua progressiva che l’indora.
Io poi, se sa, m’arègolo. ‘Na sera
Che l’annò a trova’ un principe castagno,
la tinsi mezza bionna e mezza nera.
Vi chiederete, a questo punto, cosa c’entri Trilussa con la mia storia. Eccovelo!
Ero all’ufficio d’anagrafe e una signora chiedeva il rilascio della carta d’identità. L’impiegata, fra le altre domande, chiese: – Colore dei capelli -.
A me, che ero vicino mi scappò un sorriso. L’impiegata, che mi conosceva, mi chiese: – Perché sorridete? –
Bisogna aggiungere, dissi: – Oggi -. -Perché? – – Perché domani la signora potrà decidere se tingersi i capelli di rosso, di biondo, ecc. Possibile che nessuno si renda conto che il colore dei capelli non costituisce più un dato di riconoscimento? -.
Chi sa se qualcuno, in alto, si sarà finalmente accorto che quella voce è obsoleta da un pezzo, perché pochi conservano il colore naturale dei capelli.
Giuseppe Abbruzzo


















