Stile di vita, alimentazione e prevenzione malattie cardiovascolari

Ancora oggi, le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte, nel mondo occidentale. Individuare e conoscere i fattori di rischio, correggerli precocemente e nel modo migliore possibile è molto importante ai fini della prevenzione. La comunità medico-scientifica riconosce all’alimentazione un ruolo importante sia in termini di prevenzione primaria, sia in termini di prevenzione secondaria nel contesto delle malattie cardiovascolari.
L’eccesso ponderale predispone l’organismo all’insorgenza della cosiddetta Sindrome Metabolica, una condizione clinica caratterizzata da: insulino-resistenza, grasso viscerale, dislipidemia e ipertensione arteriosa. Pertanto, il primo passo da compiere in termini preventivi, consiste nel controllo ed eventuale riduzione del peso corporeo attraverso una modifica dello stile di vita, adeguando l’apporto calorico alle effettive esigenze dell’organismo ed incrementando il dispendio energetico mediante la pratica di attività fisica regolare.
Nel corso degli anni, la Dieta Mediterranea ha mostrato caratteristiche peculiari tanto da diventare il modello di riferimento in termini di prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Nel dettaglio, fu per primo Ancel Keyes – biologo e fisiologo statunitense – ad ipotizzare una prima correlazione tra alimentazione e rischio cardiovascolare. Un’ipotesi successivamente indagata e confermata da numerosi studi scientifici: lo studio PREDIMED, ad esempio, condotto nei primi anni 2000, ha dimostrato una riduzione del 30% degli eventi cardiovascolari (in particolar modo ictus cerebrale e infarto cardiaco) nei pazienti che seguivano una dieta mediterranea rispetto ai pazienti che assumevano una dieta di controllo povera di grassi.
La Dieta Mediterranea è caratterizzata da un elevato apporto di frutta e verdura fresca, cereali (specie quelli integrali), legumi e frutta secca. Inoltre, la principale fonte di grassi è rappresentata dall’olio d’oliva, usato come condimento. L’olio d’oliva è ricco di acidi grassi monoinsaturi (acido oleico); il pesce e la frutta secca contengono acidi grassi polinsaturi, in particolare omega-3 e omega-6. Si tratta di grassi “buoni”, che favoriscono la riduzione del colesterolo LDL e dei trigliceridi e l’aumento del colesterolo HDL, esercitando un effetto protettivo sullo sviluppo della placca aterosclerotica.
Anche i cereali integrali esercitano un ruolo importante. Poiché innalzano meno la glicemia rispetto ai cereali raffinati, stimolano una minore produzione di insulina; dal momento che quest’ultima promuove la lipogenesi, ossia l’accumulo di grasso a partire dai carboidrati, una ridotta quantità di insulina risulta in una minore quantità di grassi prodotta.
Inoltre, gli alimenti che costituiscono la Dieta Mediterranea sono ricchi di sostanze antiossidanti e antinfiammatorie.
Queste sostanze le ritroviamo in svariati alimenti: l’olio d’oliva e il vino rosso sono ricchi di polifenoli, tocoferolo, fitosteroli; la frutta e la verdura, a loro volta, apportano molteplici vitamine (vitamina C, vitamina E, beta-carotene), folati, flavonoidi. I cereali integrali, ricchi di fibre, esercitano anch’essi un’azione antinfiammatoria.
Poiché lo stress ossidativo e l’infiammazione sono coinvolti nel processo che conduce alla formazione delle placche aterosclerotiche nelle arterie, l’apporto di un’adeguata quota di antiossidanti con la dieta è importante nel contrastare questa cascata di eventi. Gli antiossidanti, inoltre, vanno anche a limitare un ulteriore effetto dannoso dei radicali liberi, che è quello di compromettere la capacità di normale dilatazione delle arterie.
L’assunzione di un’adeguata quantità di frutta e verdura concorre alla diminuzione del peso corporeo, della massa grassa e dei valori di glicemia a digiuno. Effetti, questi, tutti favoriti anche dal consumo di cereali integrali, che come abbiamo visto aumentano meno la glicemia rispetto a quelli raffinati, comportando una ridotta secrezione di insulina, e quindi un minore accumulo di grassi.
L’elevato apporto di fibre alimentari modifica inoltre la flora batterica intestinale: diminuendo la quota di colina e carnitina assunti con la dieta, si riduce la produzione intestinale di una sostanza (TMAO) che ha sia un effetto infiammatorio vascolare, sia un’azione pro-trombotica.
Tutto ciò si traduce in svariati effetti positivi per la salute cardiovascolare: riduzione dei valori pressori, miglioramento della funzione dell’endotelio (le cellule che rivestono la parete interna delle arterie), calo della massa grassa viscerale, miglioramento dell’assetto lipidico. In altri termini? Riduzione del rischio di scompenso cardiaco; riduzione del rischio di malattie alle coronarie; miglioramento della funzione cardiaca; minore incidenza della sindrome metabolica e del diabete mellito.
È necessario, tuttavia, tenere presente che tali benefici non sono legati a un singolo alimento, ma piuttosto alla commistione delle proprietà di tutti i cibi presenti nella dieta mediterranea. Questo spiega come mai la dieta mediterranea si sia rivelata più protettiva di una dieta di confronto a basso contenuto di grassi: non è sufficiente ridurre la quota di colesterolo “cattivo” per essere più protetti dagli eventi cardiovascolari.
Uno stile di vita che al giorno d’oggi va ricercato e ritrovato con impegno, per la salute individuale e collettiva.
Antonia Cassavia




















Devi effettuare l'accesso per postare un commento.