Serve una politica più concreta e incisiva
Le elezioni regionali consegnano al sindaco Pino Capalbo un risultato amaro, non solo per la mancata elezione in Consiglio regionale: 2.355 voti ad Acri rappresentano un risultato ben al di sotto delle sue aspettative.
Il consenso è stato deludente sia nelle aree periferiche di La Mucone e San Giacomo, sia nel centro cittadino.
Si possono comprendere il disappunto, il rammarico e la delusione, ma di certo la colpa non è degli acresi né dell’avversa fortuna.
Acri necessita di un approccio politico nuovo, fondato su azioni tangibili che affrontino concretamente i problemi della città. La nostra è una comunità bella e vivace, ma soffre di criticità diffuse su un territorio vasto: alcune irrisolte, altre da anni ignorate dal sindaco e dalla sua squadra di governo.
Tra le principali problematiche si segnalano:
• la viabilità precaria e pericolosa, soprattutto nelle zone di La Mucone e San Giacomo;
• i gravi disservizi idrici, tra torbidità e non potabilità dell’acqua pubblica;
• la scarsa illuminazione pubblica di Acri centro e le incompiute sugli impianti di Canaletta, San Martino e Piano d’Arnìce;
• i lavori del ponte di Vallone Cupo ancora fermi e incompleti;
• la frana di Ternità non sistemata;
• la frana di Gioia che risale ormai a più di due anni e per la quale nessun provvedimento è stato intrapreso;
• la strada che collega Croce di Baffi a Piano di Rango, ancora chiusa con ordinanza n. 1881;
• la presenza di numerosi cani randagi nelle strade del centro urbano;
• i cinghiali che ormai dominano il territorio;
• il centro storico di Padìa trascurato e in stato di abbandono;
• la realizzazione del nuovo polo scolastico di San Martino, ormai un’opera incompiuta;
• il progetto per l’elisoccorso a La Mucone, finito nel dimenticatoio;
• il mancato regolamento sull’invaso irriguo di Serricella;
• le criticità del campo sportivo di San Martino.
E mi fermo qui, perché l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Quando non arrivano i risultati elettorali sperati, spesso si tende a puntare il dito contro presunti colpevoli o traditori. Personalmente, però, ritengo che la vera causa del mancato consenso risieda nella mancata risoluzione di queste e di molte altre problematiche. È per questo che tanti cittadini, alle elezioni regionali di ottobre, non hanno rinnovato la fiducia al primo cittadino acrese.
Alla luce di tutto ciò, il mio auspicio è che si possa ripartire dai territori e dai disservizi reali, affinché la politica torni a dare risposte concrete ai cittadini.
Le carriere politiche non si costruiscono con una perenne campagna elettorale o con il “bitume elettorale”, ma con una presenza costante e una visione di alto livello: quella che deve diventare l’agenda per lo sviluppo del territorio, e non lo strumento per inseguire le proprie aspettative personali.
Consigliere Emilio Turano.


















