Lagana e ceci il piatto del 2 novembre
Vi sono usanze che, col passare del tempo, si perdono e altre, che perdono il significato.
Una di queste è legata a un piatto tipico della cucina popolare.
Si tratta della famosa làgana e ceci.
Questo piatto tipico era uso prepararlo in ogni famiglia in occasione del due novembre: giorno dei morti.
In Sicilia si mangiavano fave.
La detta tradizione ha origini assai lontane,
Plinio nella Storia naturale riporta che i Romani cuocevano fave nel sacrificare ai morti e alle Lenurie. Queste feste si celebravano nei giorni 9, 11 e 13 maggio.
Teopompo riporta che cuocere “civaie”, per placare l’anime dei morti, è antichissima.
Gli Ateniesi, si tramanda, il 15 novembre mettevano in pentola ceci e fave, in sacrificio agli dei Dioniso e Mercurio, per le anime dei defunti.
Una curiosità, i Greci chiamavano queste feste Chitri, ossia delle pentole, perché in esse si cuocevano i detti legumi.
Le nostre nonne, come qualcuno ricorderà, quando si cucinava alla fiamma del focolare, usavano le pignatte di terracotta, fabbricate nella vicino Bisignano.
Altra curiosità legata alla nostra antica usanza riguarda Deucalione, che si può paragonare al biblico Noè.
Finito il diluvio universale, causato secondo i nostri antichi antenati Greci, da furie infernali, Deucalione, per rabbonire quelle forze disastrose e implorare pace alle anime di quanti erano periti, affogandosi nella gran massa d’acqua, fece bollire una gran pignatta di ceci e fave e la mangiò devotamente.
Come si apprende dalla mitologia greca quelli nati dalle pietre, dopo il detto disastro, continuarono quel sacrificio a base dei legumi suddetti.
Sentite, ancora, altra fonte: Pitagora riteneva che le anime dei morti si trasformassero in quegli animaletti, che infestano le fave secche, nel nostro dialetto detti pupuzzàne.
Comunque sia, da noi, nel giorno dei morti si continua, in non poche famiglie, a preparare il piatto tipico: làgana e ceci, senza conoscerne il motivo.
Ora, chi leggerà queste poche righe lo conoscerà.
Giuseppe Abbruzzo


















