HortusAcri, sui borghi il Comune ascolti le proposte

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E’ sempre una buona notizia quella di un finanziamento pubblico come quello che ha ottenuto il Comune di Acri, insieme a molti altri della Calabria, sul fondo dei Borghi storici.

Tuttavia un’importante riflessione va fatta su questa, come altre occasioni: abbiamo denunciato nel libro Città incompiute, e in occasioni pubbliche successive, il pericolo che investimenti come questi, se non supportati da una strategia e uno sguardo di lungo respiro, hanno il fiato corto e soprattutto tali risorse rischiano di generare altre, continue incompiute.

Ne è prova la serie di case abbandonate, dopo un costoso restauro, nella parte bassa di Picitti, e le tante altre opere pubbliche non finite, perciò come collettivo, non volendo offrire alcuno spunto polemico, ma essere costruttivi, ci preoccupiamo di essere severi e attenti nell’indicare  una strada creativa, semplice, ma efficace del “Pianificare facendo”. Cosa vuol dire ciò? Intanto porsi prima di tutto una serie di domande sull’insieme dei valori urbanistici e paesaggistici della città storica di Acri, capirne le dinamiche sociali e abitative in atto, mettere in scena un progetto aperto, partecipato, condiviso che veda i cittadini stessi protagonisti del loro presente e futuro, introducendo l’ipotesi del “Borgo residenziale” per un turismo nuovo e a contatto con la natura e la memoria, anche a seguito di una indicazione chiara, precisa, mirata e costruita sulla forma e struttura di questo luogo e non copiata stupidamente da altre esperienze. Evitare il più possibile inutile falsi storici: finti lampioni in stile, panchine rococò, pietre e selciati finto antico, fontanelle finto artistiche e via discorrendo. La cultura del progetto contemporaneo ci insegna, nelle sue migliori, importanti esperienze, a partire da quella di Urbino dagli anni settanta del secolo scorso, che la raffinata fusione tra moderno e antico è per l’Italia e per il Mediterraneo la sintesi migliore per costruire esperienze originali, uniche, eccellenti, attrattive!

La scelta più sensata per quest’amministrazione, in questa come in tutte le prossime occasioni di finanziamenti di questa natura, così come suggerisce anche l’assegnazione dei fondi di questo decreto regionale, è quella di aprire alla partecipazione di soggetti attivi, anche privati, sul territorio per costruire, attraverso Laboratori di quartiere, guidati da persone competenti, progetti dal basso, condivisi, che facciano crescere sia l’appartenenza al luogo e l’adesione al progetto come approvazione delle scelte. In questa direzione si potrebbe anche comprendere la recente proposta del Gruppo 5 Stelle, all’Amministrazione comunale, ossia di acquisizione degli edifici fatiscenti della città storica, ma anche qui occorre ricordare che senza una visione di progetto tale acquisizione non avrebbe alcun risultato concreto, nessuna aggiunta di qualità, nessuna ricaduta reale sul rendere di nuovo vivi questi brani di tessuto urbano antico, peraltro con seri problemi statico-strutturali e igienico-sanitari.  Per queste diverse ragioni, e soprattutto per l’incertezza di un futuro precario, è importante prevedere cosa accadrà alla città nel suo insieme, ad Acri come centro urbano intercomunale, verso quale identità saprà e vorrà indirizzarsi il progetto per un luogo attrattivo, resiliente, originale. In tutto questo sarà bene chiedersi che reale ruolo ha la città storica nelle relazioni con il grande paesaggio naturale, con il resto della città moderna, con il sistema delle relazioni locali, regionali, nazionali, con le infrastrutture lente (positive se rivolte ad un certo turismo). 

Senza queste premesse, ogni progetto, anche questo, sarà inutile e sarà valso a vanificare ogni sforzo e perdere una ennessima buona occasione!

HortusAcri

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