Palazzo Spezzano(XVI secolo)

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La famiglia Spezzano, secondo Raffaele Capalbo (“Memorie storiche di Acri”), risultava tra le famiglie nobiliari di Acri già dal 1500, con titolo di Don e di Magnifico.
Fra i principali esponenti annovera:
– il dr. Francesco Spezzano (1751 – 1840), fisico e marito di Teresa Falcone d’Acri, che lasciò in eredità la “casa palazzata”, rione Sotto il Palazzo (Sanseverino, probabilmente) al figlio Saverio;
– Saverio Spezzano (1789 – 1882), che partecipò alla campagna di Russia con il grado di tenente dell’esercito napoleonico e fu decurione e capo urbano del Comune di Acri;
– Michele Spezzano, fratello di Saverio, trucidato nell’eccidio operato in Acri dai briganti nel 1806; 
– Saverio Spezzano (20.4.1896 – 12.9.1985), tenente dei bersaglieri nella 1^ Guerra mondiale, decorato con medaglia di bronzo, croce al merito di guerra ed encomio solenne; consigliere provinciale socialista dal 1922 al 1925, costretto alle dimissioni per l’avvento del regime fascista che ne determina nel 1929 anche l’arresto e la sottoposizione ad ammonizione per due anni; primo sindaco democratico di Acri dal 1946 al 1952. 
– Ernesto Spezzano, laureato in giurisprudenza, fondò il periodico “Lo Scudiscio”. Nel 1908 emigrò in America, dove continuò l’attività giornalistica. Nel 1919 ritornò in Italia (a Napoli), al seguito del presidente statunitense Wilson, come addetto stampa.
– Francesco Spezzano (14.10.1903 – 12.6.1976), fratello di Saverio, componente nel 1943 del CLN della provincia di Cosenza, commissario della FNCA dal 1944 al 1946, Senatore della Repubblica, eletto nelle file del PCI dal 1948 al 1968; sindaco di Acri nel 1952; presidente della Lega dei Comuni democratici e direttore della rivista “Il comune democratico”; studioso e saggista; autore di alcuni volumi per i quali fu insignito del Premio Sila e del Premio Villa S. Giovanni.
Il Palazzo è stato sottoposto nel 1935 a consistenti interventi di manutenzione. L’attuale proprietario, avv. Michele Spezzano, per portare a compimento il totale recupero dell’immobile lo ha vincolato alla Soprintendenza che da parte sua s’impegnerebbe a rifondere il 30% delle spese sostenute quale Palazzo Storico ed in osservanza delle sue direttive. L’impresa è ardua ma, a mio parere, vale il sacrificio economico che comporta al privato.
(Fonte informativa: avv. Michele Spezzano).

Francesco Foggia

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