1462 – Personaggi illustri della storia di Acri

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Sui fatti che portarono alla presa di Acri, nella guerra tra Angioini e Aragonesi si è scritto e ripetuto tanto, spesso con qualche imprecisione. Il copiare a cuor leggero spesso fa incorrere in questo.

Vogliamo riportare qualcosa a proposito di alcuni personaggi, che ebbero parte in quell’anno in Acri.

Va detto, anzitutto, che, erroneamente, Raffaele Capalbo dice, Giambattista Grimaldi capitano del popolo. Era viceré angioino. Si era rifugiato in Acri, perché ultimo baluardo della resistenza anti-aragonese.

Personaggio non citato è Luca Sanseverino, che combatteva a pro degli Aragonesi. Questi, prima dei fatti di Acri, a opera del Grimaldi subì una sonora sconfitta. Luigi Maria Greco scrive:

“Vi è notizia delle geste di un Giambattista Grimaldo, vice Re di Calabria per gli Angioini; della rotta di Luca Sanseverino nella Sila, dove il Grimaldo gli ebbe teso felicemente un agguato”.

Era necessario porre riparo a quella sconfitta, perciò Ferdinando d’Aragona invia il tristemente famoso per Acri, Maso Barrese. Suo fratello, alla presa di Cosenza, era stato catturato e fatto a pezzi. Il Greco, perciò, scrive: “sia a vendetta, sia a soccorso di Luca, Mase Barrese ebbe spedito con genti gagliarde; delle prodi crudeli, rapaci geste di Mase; de’ premi a Mase conceduti in mercede de’ grandi servigi prestati, sia pugnando, sia al Marchese di Cotrone facendo deporre l’ostile talento; de’ meritati rovesci di Mase in tutta Calabria esecrato, progredendo nelle malvagità in ragione del potere”.

Queste figure sono parte d’un periodo storico che vide stragi, razzie, ecc. in Acri, oltre alla terrificante morte di Niccolò Clancioffo segato vivo nell’attuale Piazzetta Azzinnari.

Nel 1463, come è noto, quel Luca Sanseverino compra feudi nella terra d’Acri ed è nominato principe di Bisignano. Da ciò si comprende come la storia della Famiglia Sanseverino si leghi a quella di Acri, che non è, come erroneamente viene scritto, loro feudo, per la semplice ragione che era Università demaniale e non feudale.

A proposito del principato, Francesco Ceva Grimaldi scrive: “Ferdinando d’Aragona nominò, nel 1463, Luca Sanseverino Principe di Bisignano.

La corona di Prìncipe è un cerchio sopra del quale vi sono le punte di lance piegate in fuori con perle sul culmine, ed una perla tra una lancia e l’altra”.

Una notizia interessante, posteriore ai fatti del 1462 è data dalla numerazione dei fuochi. Acri nella “numerazione del 1532 – come riporta il Laurente – ella venne tassata per fuochi 510 nell’altra del 1545 per 639, nella terza del 1561 per 731”. Come è noto i fuochi indicano le famiglie. Chi volesse sapere il numero degli abitanti moltiplichi, come suggeriscono gli studiosi, per 4 o per 5 i fuochi.

Vi è un altro personaggio, che potrebbe avere legami con Acri: Francesco Siscar. Questi firma la concessione delle grazie alla città di Cosenza, l’11 ottobre 1461, con la precisazione: “Locotenente della Provincia di Calabria”. Sappiamo, con certezza, che nel 1700 era parroco di S. Maria Maggiore un Siscar. Gli acritani, d’altra parte, dialettizzarono quel cognome in Isca, come si rileva dal detto: – Sun’accucchiàti Isca e Madopera (Si sono messi insieme Siscar e Malopera). Le due famiglie sono scomparse da tempo.

Giuseppe Abbruzzo

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