A un Amico e collega

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Il 30 aprile Massimo Bernardi, amico e collega con il quale abbiamo condiviso un quarto di secolo – lavorando con lui fianco a fianco – ha festeggiato in un luogo ameno e piacevole sulle abbozzate colline novaresi il suo collocamento in quiescenza. Ne scriviamo perché Massimo è stato un professionista speciale per la sua straordinaria capacità di coniugare professionalità e umanità, senso del dovere e disponibilità, che gli ha permesso, in tanti anni di professione, di essere apprezzato e stimato da tutti. Nel lontano 1998, al primo incontro con questo uomo piazzato, barbuto con accento romanesco che, orgogliosamente ostentava, fummo colpiti dalla sua umiltà e dalla sua disponibilità. In poco tempo è nato, progressivamente, un rapporto di sincera amicizia, che avrebbe sancito un sodalizio prima umano e, poi, professionale. A lui dobbiamo la nostra formazione chirurgica. Più anziano ed esperto, ci ha guidato passo passo nei primi interventi, con pazienza, disponibilità. Con lui di fronte tutto diveniva semplice e questa guida è stata importante non solo per i primi casi ma tutte le volte che gli chiedevamo supporto e consiglio in casi complessi o particolari. Massimo aveva una rara dote: coniugare rapidità e precisione. Qualcuno ha scritto da qualche parte che queste due doti in chirurgia non sempre sono coniugabili ed è vero. Spesso, con la prima, si rischia di sacrificare la seconda. Con lui queste due caratteristiche divenivano immediatamente e naturalmente miscibili e il risultato è stato tale che Massimo si è guadagnato, in tanti  anni, stima incondizionata dalla maggior parte dei Colleghi. Chi scrive gli deve molto e sente oggi il bisogno, con queste righe, di ringraziarlo. Bernardi, come molte persone speciali, è una personalità poliedrica. Appassionato di Astronomia, è riuscito, anche in questo ambito, a guadagnarsi considerazione e stima. Goliardico quando era il momento, è stato compagno di situazioni di particolare giovialità che hanno reso il nostro mestiere meno oppressivo e più abbordabile. Serio quando bisognava esserlo, era, al tempo stesso, capace di momenti di grande umanità e allegria, che facevano sì che egli penetrasse nel cuore di chiunque si trovasse a condividere con lui la propria giornata. Strumentisti ed anestesisti erano particolarmente felici di lavorare con lui. Era praticamente impossibile litigare, per via del suo modo di porsi, cordiale, rispettoso, mai aggressivo. Il 30 aprile la sala del Parco le cicogne di Barengo (Novara) era gremita di tantissimi colleghi e amici che hanno voluto testimoniare con la loro presenza l’affetto e la stima nei confronti di un grande uomo e un carissimo e stimato professionista.

Grazie Massimo per la Tua straordinaria dote di fare sentire chiunque a suo agio in ogni ambito o situazione. “Il ruolo di un amico è di essere al tuo fianco quando sbagli perché chiunque sarà accanto a te quando hai ragione”  (Mark Twain).

Massimo Conocchia

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