Violenza di genere, media e giustizia. Gianluigi Nuzzi e Annamaria Frustaci ospiti dell’Unsic

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Ieri pomeriggio, al Bv President Hotel di Rende, nel calendario  delle celebrazioni per i quarant’anni di attività sul territorio, l’Unsic (Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori) di Cosenza, ha promosso l’evento “Giustizia e media: i ruoli per legalità e parità di genere”.

Tra gli ospiti il giornalista e scrittore Gianluigi Nuzzi, conduttore della trasmissione televisiva, in onda su Rete 4, “Quarto grado”; e il magistrato Annamaria Frustaci, della Direzione Nazionale Antimafia di Catanzaro.

Nuzzi ha inoltre ritirato i Premi Cultura d’impresa per le sezioni speciali “Aurora Luzzi” e “Contrasto alla violenza di genere”. I due riconoscimenti si riferiscono alla sedicesima edizione del Premio, promosso dall’Unsic di Cosenza, la cui cerimonia di consegna si è tenuta al Tau dell’Unical nello scorso dicembre.

I premi, realizzati dal maestro orafo Domenico Tordo, sono stati consegnati da Massimiliano Battaglia, assessore alle Attività Produttive del Comune di Cosenza; e Amedeo Gabriele, presidente del comitato di gestione del museo Maca di Acri.

La manifestazione, condotta dal giornalista Piero Cirino, direttore di Acrinews.it, è stata aperta e conclusa da Carlo Franzisi, presidente provinciale Unsic.

Franzisi si è soffermato sull’impegno dell’associazione sul fronte delle tematiche sociali, attraverso iniziative mirate. Il consigliere regionale Ferdinando Laghi ha ricordato il suo attivismo sull’ambiente e sulla giustizia, ancor prima di approdare a Palazzo Campanella.

Nuzzi, circa il successo della trasmissione televisiva “Quarto grado”, “non ci sono segreti particolari. Il seguito dipende dall’ingaggio con lo spettatore, improntato alla massima trasparenza”.

Sul tema della serata, “la giustizia va considerata il Pronto Soccorso, l’extrema ratio in caso di emergenza, il vero impegno va profuso altrove, con un’azione educativa incessante”.

Per quanto riguarda la violenza di genere, “ritengo che il problema sia mal posto, perché esiste la violenza, che non ha genere. C’è, semmai, una certa cultura maschilista, da rigettare, che non comprende che “no” significa “no” e che tende a interpretare l’ingenuità di certi atteggiamenti come un invito”.

Taglio inevitabilmente tecnico nell’intervento di Annamaria Frustaci, che a dicembre aveva ritirato il premio Cultura d’impresa per la Legalità.

Il magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ha anche parlato del ruolo della donna, delle violenze e dei femminicidi nell’ndrangheta.

Inoltre ha fatto riferimento alla “difficoltà della denuncia di violenza subita dalle donne in certi ambienti sociali”. Tuttavia, “chi ha il coraggio di farlo non può essere lasciato soltanto all’impegno ammirevole delle associazioni di volontariato, ma occorre un’azione che vada più in profondità”.

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