Voto in condotta

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La condotta indica il comportamento in ambito scolastico. Viene valutato secondo standard etici ma è anche il modo per vedere come gli studenti rispondono agli stimoli della scuola. Sul pianointernazionale la condotta è recentemente è divenuta una dimensione dei risultati di apprendimento definiti nel Quadro Europeo delle qualifiche per identificare le competenze chiave dicittadinanza e indicare quelle competenze collegate alla cultura democratica. 

In Italia, come in altri Paesi, è dal 2008 è oggetto di una specificavalutazione, se risulta insufficiente condiziona l’esito dell’anno scolastico con la non ammissione dello studente all’anno successivo e agli esami. La cattiva condotta indica comportamenti sfidanti che non sono però facilmente definibili, classificabili e diagnosticabili e che riguardano la diversità di definizioni da parte degli insegnanti. Spesso però si confondono i confini tra comportamenti scorretti legati a situazioni sociali specifiche e disturbi di comportamento aggressivi che possono essere segnale di disturbi più profondi della personalità. 

Oltre che in Italia, la valutazione della condotta è presente in Norvegia, in Polonia, in Svizzera, in Austria, nella Repubblica Ceca, in Ungheria, in Germania. In alcuni casi condiziona la prosecuzione nella classe successiva, come accade, in Italia o in Austria; in Polonia non è ammesso all’anno successivo chi per due anni consecutivi ha ricevuto una valutazione insufficiente. In Svezia, nel 2019 l’Associazione degli insegnanti si è mostrata critica verso il voto di condotta vincolante. In Grecia i genitori ricevono un rapporto sui progressi individuali e sono informati sul rendimento, sulla diligenza, sulla frequenza e sul comportamento degli studenti. Nel 2014 la Francia ha abrogato il voto in condotta per la sua inefficacia nella “vita scolastica”, soprattutto nelle situazioni più difficili.

Il voto in condotta rappresenta il potere della scuola nei confronti degli studenti, certifica lo spazio di libertà che si può utilizzare, il confine tra lo spazio dell’istituzione e quello delle soggettività, ha sempre rappresentato un grimaldello che l’istituzione ha usato per monitorare e controllare la vita sociale della scuola. 

Di recente in Italia si è tornati a parlare di voto in condotta, e non ci meraviglia che a farlo sia un governo di destra, un governo che ritiene lo stato regolatore dei comportamenti individuali. I valori di cui è portatore, ordine, famiglia e controllo sociale, bene si esprimono nel voto in condotta a scuola. 

Con il nuovo disegno di legge del ministro Valditara (che deve ancora passare alla Camera), viene reintrodotto il voto sul comportamento alle medie, un voto che farà media, e che alle superiori inciderà sui crediti di ammissione alla Maturità. Non si potrà avere 100 e 100 e lode se non si ha almeno 9 in condotta. Chi avrà 5 in condotta sarà bocciato, come già previsto da anni.

Torneranno, nelle pagelle, gli aggettivi “gravemente insufficiente”, “insufficiente”, “sufficiente”, “discreto”, “buono” e“ottimo”, e alle medie si rivedranno i voti della condotta (espressi in decimi) che faranno media. Nonostante le molte critiche dipedagogisti e intellettuali, di associazioni e sindacati, il Senato ha dato il via libera al provvedimento con 74 sì e 56 no. Un’approvazione che fa alzare la testa al mondo della pedagogia.Si tratta di un’operazione di chiarezza nell’interesse delle famiglie, così chiama l’operazione la destra che ama l’ordine, anche nelle parole. La valutazione del comportamento inciderà suicrediti per l’ammissione all’esame di stato. Fino a due giorni la sospensione coinvolgerà lo studente/studentessa in attività scolastiche, se la sospensione superi i due giorni, lo studente/studentessa dovrà svolgere attività di cittadinanza solidale in strutture convenzionate. La libertà di valutazione, per fortuna, non è messa in discussione e i docenti potranno nella valutazione usare giudizi descrittivi e discrezionali.

Vi è una totale assenza di un pensiero pedagogico da parte della politica (se non quello di “ordine e disciplina”). Il riferimento è a un modello di scuola vecchio, che rispecchia un approccio demagogico senza alcuna possibilità di discutere con il ministero su cosa dev’essere la scuola. Eppure, ben altri sarebbero le questioni problematiche da affrontare, ma la destra considera provvedimenti politici quelli che sono solo demagogia, cultura paternalistica e amore per i manganelli. Ora è il loro tempo, si divertono così.

Assunta Viteritti

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