A volte bisogna agitare un po’ le acque
Questa è un’espressione di Gesù nel film “𝑇𝒉𝑒 𝐶𝒉𝑜𝑠𝑒𝑛”. Andrebbe contestualizzata, ma vi rimando all’episodio quattro della seconda serie oppure al brano del Vangelo secondo Giovanni al capitolo quinto.
Orbene, penso sia giunto il tempo di muovere un po’ le carte. Che ve ne pare? È ovvio che nessuno ha ricette preconfezionate.
Il contesto sociale in cui siamo immersi è abbastanza statico e poco dinamico da diversi punti di vista.
Le città più grandi sono realtà ambivalenti, globalizzate, dove il dato per scontato viene totalmente meno.
Vedete, anche da noi si respira un po’ l’aria della complessità che purtroppo ci fa sperimentare lo spaesamento. E che siamo spaesati lo si vede da un miglio. Basta aprire i social e possiamo renderci conto di tutto ciò.
Sono venuti meno i punti fermi che permettevano di cercare un certo equilibrio.
Oggetto di questo processo sono i giovani!
A tal proposito vorrei pormi una domanda: ma i giovani, soggetti e protagonisti come tutti di questa agitazione, vengono ascoltati? E se vengono ascoltati, quali sono le domande che pongono?
Ecco che la mia percezione è proprio quella che i giovani non vengono totalmente ascoltati, bensì sono solo lì per eseguire qualcosa e non protagonisti sul palcoscenico di questa città, dal punto di vista sociale, culturale, religioso e anche, purtroppo, politico. Ovviamente fatta eccezione di alcuni.
Invece, quel è la risposta a questa totale indifferenza nei loro confronti? La fuga!
Infatti, non sto cercando di analizzare il tessuto sociale di un paese sperduto chissà in quale remota regione del mondo, ma del nostro, di Acri tutta intera.
Vie sempre più deserte tranne nei periodi di festa o estivi. Quartieri e frazioni sempre più vuote oppure disabitate. Strade sempre più impercorribili, impraticabili, non solo per l’incuria del tempo ma per il semplice fatto che non sono più frequente da nessuno considerato il calo demografico. Eppure, molte di queste, conducono a paesaggi nascosti e meravigliosi. Borghi e sorci ormai dimenticati.
Nonostante ciò è vero, Acri tutta, non è la Città del Sole di Tommaso Campanella, ma neanche l’inferno dantesco. Questo va, comunque, sottolineato.
Tuttavia, ci rendiamo conto che se non vengono date risposte concrete o per lo meno porsi in ascolto delle loro domande, la risposta potrebbe essere prepare le valige e partire ancora una volta? Le valigie… del cuore…della mente…e anche quelle fisiche che portano i nostri giovani, i miei amici, fuori regione e non solo.
Ecco perché la scelta di queste parole.
Penso che sia giunto il tempo di agitare le acque. È giunto il tempo pensare a qualcosa ma soprattutto a qualcuno!
Non udite questo “rumore bianco”?
Angelo Girardi