Convegno su “Medicina di genere”: una pagina bella scritta a più mani
Il 2 maggio a Palazzo Falcone si è tenuto un incontro organizzato da FIDAPA – da anni al centro di molteplici iniziative per valorizzare il ruolo delle donne nei vari campi – su “la medicina di genere”. Un modo diverso di vedere alcune patologie e come queste abbiano un’incidenza diversa tra i due sessi.
L’evento è partito da una donna, che ha fatto di un momento delicato della propria vita un’occasione per raccontare la propria storia. L
Lo scritto rende ragione di come le difficoltà incontrate siano state lo stimolo per affrontarle con un atteggiamento non rassegnato ma di accettazione della propria debolezza, facendo al contempo perno sulle stesse per sviluppare un atteggiamento di resilienza che le ha permesso di superare momenti difficili, supportata dagli affetti più cari e intimi.
La metafora, che ha dato poi il titolo al libro, “Il giunco si piega ma non si spezza”, rende ragione di un atteggiamento non passivo e neanche di debolezza ma di accettazione di una situazione nella quale non si può fare altro che resistere nell’attesa che passi la piena.
La presidente dell’associazione, Libera Reale, ha sottolineato il ruolo di FIDAPA, le molteplici iniziative, per poi introdurre l’autrice del libro che ha ripercorso i momenti salienti della sua esperienza, le difficoltà e ciò che, in definitiva, le ha permesso di superare il tutto.
All’incontro, oltre al sottoscritto, che ha cercato di mettere in evidenza le differenze di genere nelle patologie cardiovascolari,hanno preso parte il Sindaco, a rappresentare la vicinanza delle Istituzioni ad associazioni come FIDAPA per il loro impegno quotidiano nel valorizzare l’opera delle donne, in una sorta di contrappasso verso atteggiamenti lesivi non solo del fisico ma anche della dignità delle donne.
Il Dott. Gianfranco Filippelli, coordinatore rete oncologica calabrese nonché Direttore U.O.C. Oncologia Ospedale San Francesco di Paola e Presidente Associazione LILT di Cosenza, ha messo in evidenza come, in una realtà non semplice, l’oncologia calabrese stia rafforzando la sua presenza sul territorio e ha annunciato anche ad Acri e a San Giovanni in Fiore la ripresa dell’attività di branca.
Ha moderato Antonella Fusaro, tesoriera e socia Fidapa.
La serata ha visto, inoltre, gli interventi di Paola Sammarro, fondatrice e CEO del centro multidisciplinare per la Calabria, giornalista e Direttrice di “la Calabria magazine”, che ha messo in evidenza come alcune particolari condizioni femminili limitino non solo la vita di relazione di coppia della donna ma anche l’accesso a visite e controlli con intuibili conseguenze in termini di prevenzione e follow up.
Ha concluso Anna Difonzo, Infermiera e socia Fidapa Acri che ha messo, tra l’altro, in rilievo il ruolo dell’assistenza domiciliare in un territorio difficile dal punto di vista delle prestazioni.
Ci piace sottolineare come l’incontro sia stato notevolmente partecipato, non solo in termini numerici ma anche di attenzione di un pubblico numeroso, a sottolineare la sensibilità della città verso tematiche come la tutela della salute e il ruolo delle donne in una società contraddittoria, nelle quali ancora resistono retaggi culturali, frutto di una cultura maschilista e prevaricatrice che fa sì che le donne restino, purtroppo, in ampi strati trasversali geograficamente della società, l’anello più debole, quelle che in un continuo passaggio di cerini da una mano all’altra, finiscono per scottarsi maggiormente.
Il libro di Elena Ricci racconta, con una prosa immediata e colloquiale, un’esperienza di vita difficile, durante la quale ci si sente deboli e sperduti e nella quale abbandonarsi agli eventi, accettare l’aiuto degli altri, è tutt’altro che un segno di debolezza ma diventa un sistema che permette di attraversare il tunnel affidandosi a dei bagliori che, nel buio di quell’esperienza, hanno permesso di giungere “a riveder le stelle”.
Ci piace, infine, sottolineare il bel gesto della professoressa Ricci, che ha deciso di devolvere il ricavato della vendita del libro per l’acquisto di un defibrillatore da donare al centro per anziani di Acri.
Un gesto di amore e generosità verso chi è più esposto e ha più bisogno da parte di chi si è trovata in quella condizione e oggi cerca di adoperarsi come può per ricambiare quel senso di umanità che è stata parte importante nel processo di resilienza e che le ha permesso, in definitiva, di ritornare tra i nostri monti con l’impegno e la determinazione di sempre.
Massimo Conocchia
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.