Eco-distretto?

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L’argomento principe, di questa calda estate acrese,  sono gli ECO-DISTRETTI, termine che fino a qualche giorno fa solo in pochi conoscevano, ma nonostante questo tutti ne parlano.

Ovviamente le novità fanno paura, ma ancor peggio è far nutrire paure senza che l’oggetto in discussione sia effettivamente conosciuto.

Partendo da una probabile candidatura di Acri, alla realizzazione di un Eco-Distretto, si è arrivati ad avere una serie di articoli, diffusi sulle testate giornalistiche locali, in cui si condanna il tutto senza sapere di cosa effettivamente si sta parlando.

Quando ci si addentra nell’argomento rifiuti, subito entriamo nel panico, non vogliamo i rifiuti altrui, ma li vogliamo spedire altrove, si iniziano a descrivere scenari apocalittici, di emissioni tossiche ed addirittura radioattive, di trame legate alla criminalità organizzata ed alla salvaguardia di produzioni ed eccellenze agricole locali, rievocando il Padula, ma in buona sostanza di cosa sia un Eco-Distretto ne sappiamo lo stesso  ancora poco.

Allora mi sono permesso di effettuare una piccola ricerca, per capire meglio, cosa allarma ed impaurisce i cittadini acresi, personalmente se devo andare a votare con un democraticissimo referendum cittadino sulla realizzazione o meno dell’Eco-Distretto, vorrei, altrettanto democraticamente, andare a votare con cognizione di causa, cioè sapere cosa si vuole o non si vuole sul nostro territorio.

Certe scelte effettuate per partito preso certamente non sono utili e non vorrei, tra qualche anno, dover rimpiangere una eventuale scelta sbagliata, come ne sono state fatte negli ultimi  anni ad Acri.

Ma entrando meglio nel merito dell’argomento possiamo effettuare un escursus sull’evoluzione dei rifiuti, partendo dal lontano 1997 il Ministro dell’Ambiente Edo Ronchi (convinto ambientalista), emanò un Decreto, che porta il suo nome, ma con maggiore esattezza è il Decreto Legislativo 5 febbraio 1997 n. 22, tale decreto venne emanato per adeguare la normativa italiana alle direttive europee sulle varie tipologie di gestione dei rifiuti, da questo si parte, per quanto riguarda l’Italia, verso un nuovo processo di gestione dei rifiuti, normando in modo preciso le azioni da svolgere con 4 punti cardini:

  • Riduzione della produzione dei rifiuti;
  • Incentivare il recupero ed il riciclo;
  • Aumentare la coscienza ambientale del cittadino;
  • Creare un’attiva collaborazione ambientale dei cittadini.

Invito, ogni cittadino, ad un accurato esame di coscienza, concentrandosi  sul personale impegno  all’assolvimento almeno degli ultimi due punti da 20 anni a questa parte.

Da alcuni dati forniti dall’ISPRA, fino ai primissimi anni del 2000, la raccolta differenziata in Italia era al di sotto del 9%, la restante parte, nonostante la legge, finiva in discarica.

Del 9% di differenziata l’area che ha meglio interpretato la normativa è stata l’intera Provincia di Salerno, raggiungendo il 60% di differenziata nei primi anni 2000 (quando il Sud s’impegna riesce bene).

Dopo 20 anni, la differenziata ha raggiunto circa il 50% ed altrettanto ancora finisce in discarica, (la quasi totalità al Sud), un Eco-Distretto, quindi,  serve a diminuire ulteriormente lo sversamento in discarica.

Il Decreto Ronchi ha anche il merito di aver creato alcuni consorzi di filiera (COREPLA, COMIECO, CIAL, COREVE, RILEGNO, RICREA) il tutto regolato dal consorzio unico CONAI, lo scopo di queste strutture è quello  di  collaborare con i Comuni per ottimizzare lo smaltimento dei rifiuti, (comunque la raccolta differenziata ad Acri si fa solo da qualche anno).

Dalla filiera dei consorzi ogni Comune dovrebbe percepire un corrispettivo economico adeguato ai risultati ottenuti con la raccolta differenziata ed il riciclo.

Tornando allora all’argomento principale, cioè l’Eco-Distretto, questi è un’area attrezzata per ricevere i rifiuti differenziati, nel caso di Acri, qualora venisse valutata positivamente l’area interessata a tale struttura, dovrebbe ricevere i rifiuti differenziati di una parte della provincia cosentina.

All’interno della struttura si procede alla riconversione dei vari materiali e/o alla trasformazione di essi in “prodotto”, se la raccolta differenziata è fatta bene, comporta il solo smistamento dei rifiuti per tipologia.

In alcune relazioni progettuali sugli Eco-Distretti, gli stessi vengono paragonati a vere e proprie “Miniere Urbane”, in pratica, tale struttura viene considerata come un valorizzatore e portatore di ricchezza del territorio, questo accade, soprattutto, dove esistono strutture che possono direttamente utilizzare la produzione dell’Eco-Distretto, tipo Cartiere, Vetrerie, Fonderie ecc., ma ciò non vieta la possibilità di realizzare strutture di riciclo ed utilizzo di tali materie, in un secondo momento.

Facendo uno schema. il materiale entra rifiuto ed esce risorsa:

di conseguenza, la realizzazione di un Eco-Distretto comporta, a livello progettuale,  l’attuazione di un ciclo virtuoso, come in seguito descritto:

Allora, quali sono le negatività che tale struttura porta sul territorio?

Nella mia ricerca, non sono riuscito a trovare nessun tipo di negatività, che già sul territorio acrese non sia presente.

Mi fa molto piacere che la cittadinanza abbia acquisito questa forte sensibilità ecologista, ma questa stessa sensibilità l’avrei voluta, quando, ben dopo il 1997, cioè dopo l’introduzione del Decreto Ronchi, si è pensato di estendere la discarica di Acri, la quale ha riversato nel Fiume Mucone qualche kg di rifiuti; quando si sono effettuati sbancamenti e tutt’ora si effettuano con rimozione di terre e rocce di scavo (Decr. Lgs 152/2006 e s.m.i); quando è stata realizzata la ormai famosa galleria, la quale ha provocato un abbassamento della falda acquifera, difficilmente recuperabile (vedi personale articolo prima dell’inizio dei lavori della galleria: https://www.acrinrete.info/Articolo_2007.asp?id=1201&p=12 );

quando si trivellano pozzi senza effettuare le dovute progettazioni, prove di portata ed i permessi opportuni;  quando si sono persi i finanziamenti per l’opportuna realizzazione di nuovi depuratori fognari e la riqualificazione di quelli esistenti, sul vasto territorio di Acri, ecc.

Come accennato in precedenza una della aree maggiormente virtuose è la provincia di Salerno per cui Vi invito a leggere questo articolo: http://www.salernotoday.it/cronaca/giffoni-pontecagnano-protocollo-ecodistretto-rifiuti-26-marzo-2019.html

che riguarda i Comuni di Giffoni e Pontecagnano che esultano alla realizzazione di un Eco-Distretto.

Ritornando al Decreto Ronchi, lo stesso Ministro in un’intervista recente ha sottolineato: «Con quella riforma scegliemmo di anticipare, non senza difficoltà, gli indirizzi europei sulla gestione dei rifiuti, assegnando una netta priorità al riciclo rispetto al largamente prevalente smaltimento in discarica e all’incenerimento di massa. Quella riforma ha consentito di far decollare l’industria verde del riciclo dei rifiuti».

Dal 1997 si è appunto avuto un decollo della green-economy con oltre 6000 aziende e 155.000 addetti, ed oltre 50.000.000 di Euro di fatturato, questi sono dati del 2008, ad Acri un po’ prima era stata ampliata la discarica.

Il vero problema è la gestione di questo tipo di attività e la funzionalità dell’intera struttura, bisogna tener presente che, l’efficienza di questo tipo di attività è legata alla qualità del rifiuto differenziato, per cui quanto meglio si differenzia tanto meglio il rifiuto diventa risorsa, di conseguenza diminuisce la quantità di prodotto indifferenziato e tendono ad annullarsi, comunque, le quantità residuali di indifferenziato che possono essere ulteriormente sfruttate per produrre biogas, con la frazione umida e combustibile per i cementifici con il residuo solido.

Ricordiamoci che abbiamo sul territorio acrese, ancora una discarica che produce metano(noto gas serra) che per le caratteristiche orografiche e progettuali della stessa non consente di essere catturato e quindi viene emesso liberamente nell’aria.

Non voglio parteggiare per la realizzazione dell’Eco-Distretto, anche perché bisogna realmente effettuare delle appropriate indagini e rilievi sulle aree preposte all’allocazione della struttura, qualora venisse scelto Acri come sito, ma nemmeno dire no senza sapere concretamente i pro ed i contro di questa struttura, per cui  una sana discussione priva di “ho sentito dire” ma concretizzata dal supporto di documentate notizie, può portare a dei risvolti potenzialmente ottimali per il territorio.

E’ mia opinione personale che la Cittadinanza tutta si deve attivare a fare un’ottima raccolta differenziata ed iniziare ad acquisire comportamenti che siano in linea con un’adeguata e vera cultura ambientalista, ma parlare di ambiente non significa dire no a tutto a prescindere e/o per motivazioni personalistiche e probabilmente faziose, ma significa conoscere i meccanismi e le leggi della natura e se essa viene rispettata ci consente di farsi sfruttare civilmente.

“Ricordate i Rifiuti sono un Prodotto dell’Uomo perché  la Natura ha sempre riciclato, per cui si può prevedere, se si hanno le adeguate conoscenze ,ed in tal modo si possono  diminuire o annullare i danni se si affrontano razionalmente gli eventi”

Se qualcuno vuole ulteriori informazioni può andare sui siti : www.retecartesio.it; www.isprambiente.gov.it

N.B. volutamente ho scritto Eco-Distretto anziché Ecodistretto, per evidenziare il valore eco-ambientale dello stesso.

Gianpiero Mastrillo

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