Quale ambiente per quale futuro.

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La questione della salvaguardia ambientale è strettamente connessa con la ricerca di fonti energetiche nuove e soprattutto meno inquinanti. Abbiamo sempre ritenuto la questione ambientale una delle tematiche identitarie di una componente politica che potesse definirsi progressista. Con questo termine, onnicomprensivo e assai spesso abusato, si tende a identificare una moltitudine non ben definita di posizioni. Personalmente, abbiamo sempre avversato l’idea di partito monotematico, ossia concentrato in un unico aspetto. Riteniamo che l’ambiente sia solo uno dei temi che un partito moderno, di sinistra, debba portare avanti. La questione va affrontata in una nuova ottica, tenendo sempre ben in vista una duplice direttiva: da una parte la ricerca di fonti energetiche compatibili con l’ambiente, dall’altra l’utilizzo di queste stesse fonti come occasione di sviluppo. Devo confessare di essere stato letteralmente conquistato da un grande economista americano. Da anni, Jeremy Rifkin apre la strada al futuro. Immagina, pensa e scrive. Il suo ultimo libro si intitola “The Green New Deal. Why the Fossil Fuel Civilization Will Collapse by 2028, and the Bold Economic Plan”. Rifkin ipotizza una fine a breve termine dei combustibili fossili, ipotizzando addirittura una data, il 2028, come inizio della crisi delle fonti energetiche tradizionali. Da qui l’esigenza urgente di ricerca di nuove fonti, coniugando benessere e rispetto per l’ambiente. In sintesi, ci dice l’economista americano, le grandi trasformazioni economiche della storia hanno un denominatore comune. Tutte richiedono tre elementi, ognuno dei quali interagisce con gli altri per consentire al sistema di funzionare nel suo insieme: un mezzo di comunicazione, una fonte di energia e un meccanismo di trasporto. Senza comunicazione non possiamo gestire l’attività economica e la vita sociale. Senza energia non possiamo alimentare l’attività economica e la vita sociale. Senza trasporti e logistica, non possiamo spostare l’attività economica e la vita sociale. Insieme, questi tre sistemi operativi costituiscono quella che gli economisti chiamano una piattaforma tecnologica generale (un’infrastruttura a livello sociale). Siamo, in definitiva, nel bel mezzo di una nuova rivoluzione industriale, basata sulle energie rinnovabili, alimentate da elettricità solare ed eolica, su veicoli autonomi elettrici e a celle combustibile, alimentati da energia verde. Nel nostro Paese, per tempo, interessi frazionali e un’errata concezione della cultura ambientale hanno rappresentato un freno per una realtà che aveva davanti a sé nuove opportunità di sviluppo e di crescita. In pratica, l’Italia si trova di fronte una nuova opportunità. Il Sud, in particolare, ricco sole, colline, potrebbe vivere una nuova stagione. Il porto di Gioia Tauro, sottoutilizzato, potrebbe divenire la porta d’Europa per il commercio da e per l’oriente. Le coordinate sono tracciate: nuove fonti energetiche e nuove vie di comunicazione per un futuro migliore e più sostenibile. Insomma, una serie di opportunità che una nuova e più capace classe dirigente potrebbe e dovrebbe cogliere.

Massimo Conocchia .

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11 risposte

  1. LANFRANCO ha detto:

    Si, innanzi tutto è classe politica che ci governa deve essere preparata con un alto indice di scolarizzazione e con buone esperienze lavorative, o anche da coloro che magari non sono laureate ma hanno un’esperienza lavorativa decennale ad alto livello potendo così entrare nel vivo delle tematiche. Come si può accettare che un soittosegretario o parlamentare faccia la proposta di rimpiegare i lavoratori dell’ILVA facendo coltivare e vendere MITILI, siamo al ridicolo. Perciò quando parliamo di ENERGIA ci vogliono politici preparati in materia. Dott. Massimo quando (ti do del TU) parli del porto di Gioia Tauro ormai sei fuori dal tempo. Quel porto lo era 20 anni or sono, si all’ora si poteva ma oggi non più perchè in questi mesi a VADO LIGURE si stà mettendo in servizio un Terminal per navi Cargo dove 6 gru a ponte (senza gruista) perchè completamente automatizzate scaricheranno i container sul piazzale e altrettante gru più piccole con operatore caricheranno questi sui Tir che a loro volta sono entrati passando dentro corridoi altamente automatizzati riconosconoscendo provenienza e destinazione, tutto questo entrerà a regime a MARZO 2020- La società 51% Autorità Portuali 49% privati di cui il 60% CINESE.
    Ora venendo all’ENERGIA quando diversi anni fa partecipai alle elezioni in favore di una lista, già esprimevo le mie convinzioni proveniendo da quella. L’ENERGIA che utilizziamo non è qualcosa di semplicistico come viene illustrata dai vari sostenitori più o meno convinti, non si può avviare o fermare un’attività artigianale, industriale quando c’è vento o il sole, occorre una capacitàndi accumulo o come ancora oggi macchinario generatore in rotazione (collegato e a regime di frequenza) pronto a dare potenza secondo richiesta. Generalmente questi generatori ieri ed oggi sono rappresentati da macchine idroelettriche che con la loro velocità d’intervento ( da 0 a massima potenza impiegano 10 secondi) danno stabilità balla rete elettrica, oggi sono affiancati da generatori TURBOGAS più lenti ma comunque
    potenti ( da 20% a 100% in 5 minuti) se non ci fossero questi generatori avremmo continui BLACK-OUT perchè non abbiamo capacità di accumulo significativi- NON ILLUDIAMOCI SULLE BATTERIE per quanto ogni giorno possano essere più efficienti non avremo MAI la capacità di riserva di un lago (esempio CECITA). Bisogna cambiare i nopstri politici eleggendo in Parlamento figure di elevata capacità di comprendere e far comprendere, non come purtroppo si fa in CALABRIA eleggendo l’amico dell’amico, oppure con una piattaforma si eleggono persone che pur vero anche Laureate ma di scarso profilo, ecc ecc. ACRI ,quando arrivai per la prima volta in questo paese nel 1995 per un ammodernamento della Stazione Elettrica di MUCONE 1 era una città effervescente di attività ed economia, oggi è una Città quasi moribonda e me ne duole veramente. Non esiste una sola attività rilevante che possa impiegare ciò che la montagna ci fornisce, anzi il legname lo mandiamo a CROTONE per esere bruciato nelle centrali della MARCEGAGLIA, mentre con una piccola fabbrica potevamo produrre PELLET da consumare presso le nostre case ed espostarlo in altre REGIONI facendo economia CIRCOLARE reimpiantando anche ciò che si tagliava. Nei boschi si può ancora impiantare attività creando lavoro ed economia CIRCOLARE, basta solo una classe politica più attenta e che capisca questo.

  2. Massimo Conocchia ha detto:

    Caro Lanfranco, desidero anzitutto ringraziarti per il brillante, completo e altamente professionale contributo che hai dato al tema. Su gioia Tauro sono d’accordo, vale solo la pena ricordare che ad oggi i cinesi si servono non del porto di Genova ma di quello di Rotterdam, da cui partono i Tir per smistare la merce in Italia. Siamo all’assurdo. Sulle batterie hai senz’altro ragione, il problema è che, aldilà della qualità dei politici, che è bassa, i combustibili fossili sono destinati a un rapido esaurimento. Detto questo, bisogna ingegnarsi per cercare e trovare rapidamente delle alternative. Era questo il punto principale che mi premeva sottolineare. La completezza del tuo intervento ha messo in luce aspetti che io, da profano, non ero nelle condizioni di sottolineare e per questo ti ringrazio di vero cuore. Un caro saluto, massimo.

    • LANFRANCO ha detto:

      Rotterdam, quanti ricordi.
      Era il 2010 quando mi ci recai per stilare 50 procedure di avviamento dei sistemi che componevano il Terminal LNG. Da poco più di un anno l’Olanda ci aveva soffiato l’attracco delle navi cisterna (Porto di Rotterdam lungo 40km) e relativo Terminal LNG (Gas Naturale Liquido) che si doveva fare in Puglia, e noi copme sempre con la puzza sotto il naso abbiamo rifiutato.
      Sarebbe stato invece (a mio giudizio) un’opera strategiga avrebbe:
      1) Far funzionare l’ILVA con il GAS METANO e non più ciminiere che emettevano polveri sottili (anche se su questo avrei molto da dire avendo sperimentato nel lontano 1988 in Sardegna presso l’impianto SULCIS la desolforazione dei fumi ed abbattimento delle polveri al 99,95% con tre diversi sistemi – Rigenerativo con prodotto di risulta Zolfo Liquido, Solfato Ammoniacale con prodotto di risulta concime chimico oer l’agricoltura _Solfato Ammonio, ed infine il Calcare Gesso anche questo come prodotto di risulta il Gesso ora utilizzato in % nella fabbricazione del Cemento, in % nelle bitumazioni stradali, allo stato naturale in tutti i prodotti a base di Carton Gesso).
      Ormai è inutile piangere sul latte versato. Dobbiamo rimboccarci le maniche e ricominciare riversando le nostre esperienze (sempre che le si voglia accettare o prendere in considerazione da un’Italia orma dedita alla sopravvivenza e non alla costruzione di un futuro a lungo termine).
      Noi come popolo di grande cuore siamo sempre stati utilizzati, beffati e presi in giro dai politici di turno anzichè costruire una grande Nazione. Negli anni 80 tu eri uno studente mentre io lavoravo già nelle centrali Nucleari facendomi un’esperienza unica e dove ho potuto toccare con mano l’alta efficienza e la grande preparzione di tutti gli addetti. Il discorso sarebbe molto lungo e ci ritornerò se me lo chiederai, sappi però che sono sempre per il Nucleare (ITALIANO e FRANCESE) che nulla a che vedere con il Nucleare Americano-Giapponese-Inglese o Russo. La centrale Nucleare è com un aereo Boing737 o A300 Europeo costruito sulla esperienza e aggiornato ogni volta che c’è un problema sia piccolo o che ne provochi un atterraggio di emergenza o cada. Le centrali Nucleari sono copstruite secondo l’MCI.

  3. Massimo Conocchia ha detto:

    Caro Lanfranco, questo dialogo fecondo, ritengo, è una fonte notevole di arricchimento per tematiche per nulla facile. Sarebbe una cosa bellissima se tu potessi ritornare sull’argomento con uno scritto, che troverà ospitalità e spazio adeguato sulla nostra testata. In attesa di leggerti ancora, ti ringrazio per questa preziosa testimonianza. Un caro saluto e ancora grazie.

    • LANFRANCO ha detto:

      OK. Sarà molto lungo in quanto abbraccia 53 anni di lavoro di cui 35 con ENEL e 18 di libero Professionista.
      Per il momento ti saluto e mi accingo a preparare un memorial.
      Un abbraccio.

  4. LANFRANCO ha detto:

    Il Discorso come dicevo è abbastanza lungo, cercherò comunque che sia comprensibile con degli esempi, cominciando dal far comprendere agli non addetti come avviene la produzione, il trasporto dell’energia elettrica anche se da poco tempo questa si può indirizzare quasi a nostro piacimento.
    Il sistema elettrico Italiano composto da dorsali (le arterie di un corpo umano) ad altissima tensione (400kV) che collegano le grandi città del Nord con il Sud, l’Est con l’Ovest e tutte le grandi centrali di produzione (uguali o superiori a 500MW) è l’ossatura pricipale che a sua volta è collegato con linee verso la Francia, la Svizzera, l’Austria e la Jugoslavia, che poi a loro volta saranno collegate con le nazioni di confine. Abbiamo così l’EUROPA ELETTRICA tutta interconnessa. Poi con Autotrasformatori e linee a 220 e 150kV tutte le diramazioni che portano energia in tutte le stazioni elettriche delle città, industrie o prelevano energia da centrali di produzione medio grandi. Da qui dipartono dopo ulteriore trasformazione le linee a 20kV che portano energia nei quartieri e piccole industrie o prelevano energia da piccole centrali di produzionem e ancora dopo ulteriore trasformazione in bassa tensione energia nelle nostre case o all’interno di piccoli artigiani. Per cercar di far capire che tutto il sistema è in perfetto equilibrio immaginiamo una bilancia dove in un piatto mettiamo tutta l’energia prodotta ed in un piatto tutta l’energia che preleviamo, bene l’ago della bilancia si posizionerà al centro -50Hz- Ora immaginiamo che nello stesso istante si accendano centinaia di condizionatori, elettrodomestici o macchine utensili, macchinario di grossi stabilimenti, migliaia di lampadine ecc, il sistema (piatto della bilancia) penderà verso il consumo facendo in modo che da 50Hz passi a 49,8HZ – Il sistema elettrico immediatamente sente lo squilibrio e ordina alle centrali (normalmente idroelettriche) una maggiore produzione (da pochi MW al massima potenza in una manciata di secondi) perchè tutto ritorni in equilibrio. Ipotizziamo però che tutto ciò non basti, e il piatto penda ancora di più e la frequenza scenda 49,6 intervengono le centrali di produzione Turbogas normalmente adibite ha questo che passano da 20% (minimo) al 100% in 5 minuti (molti minuti) nello stesso istante però interviene il sistema elettrico Europeo che ci fornisce energai per ristabilire l’equilibrio solo per pochi minuti in modo che la nostra produzione faccia il resto. Qualche volta però le ciambelle non tutte vengono con il buco. Ha questo punto il sistema elettrico risente dell’ulterire maggior consumo a fronte di una carenza di produzione (49,5Hz) e con delle apparecchaiture elettroniche che avvertono lo squilibrio, disalimentano le grandi Utenze (Stabilimenti a forte consumo di energia che per contratto possono essere disalimentate) si creano pertanto dei fortissimi travasi di energia e qualche volta (oggi molto raramente) questi travasi superano la quantità massima prevista facendo aprire gli interruttori interrompendo il flusso. Nel frattempo l’Europa si è disconnessa per presevare i loro equilibri interni e se il piatto continua ad abbassarsi ulteriormente (48Hz) le centrali con turbine a vapore si disconnetteranno per preservarsi e una dietro l’altra si fermeraanno eccetto i gruppi idroelettrici, ma ciò non basterà più e avremo così il BLACK-OUT facendoci piombare nel buio elettrico con tutte le conseguenze. Tutte le centrali Termiche di qualsiasi tipo non saranno più in grado di ripartire .Per ritornare alla normalità ci vogliono molte ore nonostante che in Italia esista una direttiva (PROGRAMMA DI RIACCENZIONE) imposta (prima da Enel ieri, poi da TERNA oggi) in cui tutte le grandi linee (400 -220-150kV) devono avere gli interruttori in posizione per far passare l’energia che i gruppi idroelettrici inizieranno a produrre anche a frequenza molto bassa (di poco superiore a 42Hz). Appena la frequenza si porta intorno a 45Hz le centrali termiche inizieranno ad assorbire energia per poter rimetter in funzione i loro Servizi Ausiliari e quindi prepararsi ad entrare in servizio appena la frequenza si porta a valori accettabili per quel tipo di Turbina. Nel frattempo siamo tutti al bui elettrico eccetto ad iniziare dagli ospedali. Oggi il nostro sistema elettrico così come concepito ci permette di ritornare alla normalità in poco più di una manciatea di ore, ci sono Nazioni come gli tati Uniti dove occorre anche 2 giorni. Detto questo per cercare di far capire quale sia la portata del problema, aggiungendo anche che quiando il cielo si rannuvola gli impianti fotovoltaici di grande potenza (esempio Ginosa Marina in Puglia ed altri pari o superiori a 50MW) diminuiscono la loro capacità di produrre fino all’80%) provocando uno squilibrio sul sistema- (immaginate adesso un cielo cosi’ detto a pecorelle, avremo in un’ora diversi abbassamenti ed alzamenti di produzione). Questo però essendo comunque (anche se per un profano 50MW possono essere molti) valori vicini alla 1000 parte dell’energia che transita sulle nostre reti (50.000MW) in questo ultimo quinquennio non rappresentano più un grosso problema in quanto si stà operando verso lo STORAGE- (batterie a 20.000Volt con sistema di inverter)- ATTENZIONE PERO’- La capacità di equilibrio (energia che ci possonoi fornire) è di qualche minuto mentre queste per poterle riportare a valori normali occorrono diverse ore. ECCO perchè le batterie (STORAGE)non saranno mai capaci di accumulare tanta energia come per esempio il lago CECITA.
    Come abbiamo detto l’energia che si produce può essere di diverse fonti ed esattamente (partendo da quelle le cui variazioni sono quasi nulle o eseguibili in tempi vicini all’ora di tempo) costituiscono la produzione di base (Diagramma della produzione (leggermente superiore) in fumzione di quella consumata lo si può vedere in tempo reale sul sito di TERNA. Pertanto la produzione di base che secondo le stagioni ed i giorni varia da 15.000 a 25.000MW (istantanea) viene prodotta da gruppi Termoelettrici alla minima produzione, Geotermici, Eolici (se c’è vento) Idroelettrici ad acqua fluente (senza serbatoio di accumulo) Nucleari (che non abbiamo più) e contratti in essere con altre nazioni (Francia, Svizzera, Austria, ex Jogoslavia) dalle ore 22.00 alle 6.00 del mattino. Quindi secondo un programma di produzione che da ormai viene utilizzato da più di 40 anni le centrali termoelettriche (e a ciclo combinato) andranno al massimo carico, quindi iniziano ad entrare in in produzione le centrali Idroelettriche ha serbatoio giornaliero e se necessario a serbatoio stagionale, poi gli impianti solari appena spunta il sole, Eolici se c’è vento. La nostra produzione comunque avrà sempre una piccola riserva -1000/5000MW in quanto si devono onorare prima i contratti in essere con le altre Nazioni. Tutto questo parte da un centro NEVRALGICO che è in un BUNKER vicino a SETTEBAGNI che si chiama CENTRO NAZIONALE DI DISPACCIAMENTO E CONTROLLO ( di cui ho fatto parte per un breve periodo fine anni 70) e da 4 punti periferici sul territorio nazionale. Ha quei tempi era tutto un brulicare di attività collegate all’energia, si pensi solo ha fine anni 60 dove come presidente dell’Enel non c’era un politico ma l’EX Direttore degli impianti Idroelettrici della Soc. TERNI – Dott. Ing. Prof. ARNALDO MARIA ANGELINI (da cui io provengo) che contava già allora una potenza idroelettrica di oltre 2000MW composta da anche sistemi di pompaggio*.
    * quando furono messi in funzione questi sistemi (i primi fu la Soc. TERNI negli anni 30) servivano per compensare la produzione di energia Primavera /Estate (abbondante per lo sciogliemento delle nevi in alta Italia) alla scarsa di Autunno/Inverno assorbendo energia e pompando acqua nei laghi stagionali a monte nella prima fase e producendo energia a manetta nella seconda.
    Negli anni fine 60 ed anni 70-80 era previsto uno sviluppo notevole del nostro fabbisogno energetico e ogni qualvolta si comprave energia dall’estero tramite le poche linee a disposizione si doveva pagare questa in DOLLARI (MILIONI). Il Presidente di allora che proveniva da una Società Privata ed essendo un ingegnere progettista fece un programma di sviluppo perchè era convinto che era meglio investire su tecnologie vecchie, nuove e future creando competenze e lavoro anzichè pagare milioni di dollari agli stranieri. Il suo programma prevedeva 6 nuove centrali Nucleari da 1000MW e 6 Impianti Idroelettrici di Generazione Pompaggio giornaliero con altrettanti invasi da costruire uno in SICILIA uno in CAMPANIA uno nel LAZIO uno nin ABRUZZO due in ALTA ITALIA. Nel frattempo si costituiva a Roma il CTN (Centro Termico e Nucleare- dove ho fatto parte nei primi anni 80) e quello di MILANO,- l’Idroelettrico già esisteva in tre regioni – Idraulico con sede a TORINO, Centro DIGHE con sede a VENEZIA e Macchinario elettrico con sede a NAPOLI. Le progettazioni delle centrali idroelettriche avveniva in queste tre sedi ed ognuna per al sua specializzazione, Quella Nucleare a ROMA per la tipologia BWR (acqua bollente) e PWR a Milano per la tecnologia (Acqua in Pressione). Sempre a Roma poi vi erano gli studi riguardanti le Linee di trasmissione, apparecchiature ad alta e media tensione apparecchiature per il controllo, specifiche di costruzione di tutto quello che era necessario per la costruzione e messa a dimora di ogni singolo componente (ancora oggi usiamo dopo 30 anni quelle specifiche di costruzione e fornitura di ogni singolo compente che si acquista e si collauda) sistemi di controllo e manutenzione dei generatori, interruttori o singolo componente di una centrale sezionandolo e classificandolo, (le prime esperienze per una classificazione della componentistica nel campo Idroelettrico la feci nei primi anni 70 con le Centrali di Cotilia, Monte Agento creando i GRUPPI FUNZIONALI ancora oggi presi come riferimento). Pertanto il CTN di Roma in simbiosi con l’allora ENEA, e ANSALDO NUCLEARE che aveva la capacità di costruire su licenza GENERAL ELECTRIC progettarono la cebtrale di tipo BWR, mentre con CTN di Milano (solo sviluppo ed ammodernamento) quella PWR di Trino Vercellese. La mia esperienza si basa su quella di tipo BWR di CAORSO.
    Fine prima parte
    CENTRALI NUCLEARI
    Premettiamo che la più grossa Centrale Nucleare in EUROPA era in Italia (Borgo Sabotino-Latina) la tipologia era GAS / GRAFITE (come moderatore)

  5. Massimo Conocchia ha detto:

    Perfetto, come tu hai scritto, si tratta solo di renderla in termini da domenica del corriere in modo tale che chiunque possa recepirla. Grazie infinite e restiamo in attesa di leggerti. Un abbraccio, massimo.

  6. LANFRANCO ha detto:

    Seconda Parte
    CENTRALI NUCLEARI
    Premetto che la più grossa centrale Nucleare dell’EUROPA era in Italia a Borgo Sabotino-Latina. Un reattore da 200MW con moderatore Gas-Grafite di tecnologia Britannica entrata in funzione nel 1962 e fermata nel 1987 dopo il REFERENDUM.
    Poi c’era la Centrale Nucleare di Caorso da 860MW di tipo BWR entrata in funzione nel 1981 unico reattore alimentato con Uranio leggermente arricchito (lo chiamavamo “ARTURO”) in questo impianto c’era la più sostificata tecnologia del tempo che se fosse stata impigata anche in Giappone non sarebbe avvenuto il disastro di “FUKUSHIMA” nel 2011- Nel 1982 facevo parte del CTN (centro Termico e Nucleare di ROMA) facevo parte della TASK-FORCE il cui compito era che durante la fermata (poco più di un mese) si dovevano inserire 7 nuovi sistemi a contorno del reattore per rendere governabile questo in caso di incidenti. Partecipai alla istallazione e messa in servizio per 5 di questi ed esattamente :
    1 “MAISTEAM ISOLATION VALVE” cioè chiusura sotto pressione dei condotti principali di vapore in caso di rottura di una tubazione di trasporto verso la turbina.
    2) “SHOOT-DOWN ” del Reattore in caso di Sisma a 3,5 scala Mercalli- Cioè in caso di terremoto per quel valore il sistema toglieva i comandi all’operatore e andava in ferma di sicurezza inserendo a fine corsa tutte le BARRE di CONTROLLO (Assorbitori che impediscono la continuazione della Fissione) distaccandosi dalla rete. (Questo sistema funzionò realmente qualche giorno dopo intorno alle 22 per un terremoto a PIACENZA)
    3) Sistema “IDROGEN RECEVEIR” questo sistema aveva il compito di aspirare l’eventuale idrogeno (e riconvertirlo in acqua) che si accumula in alto all’interno dell’edificio contenete il reattore causa rottura di una tubazione principale di vapore.
    Fatto che è avvenuto a FUKUSHIMA e l’idrogeno accumulatosi fese saltare il tetto dell’edificio.
    4) “External Reactor Chamber Cooling” In questo spazio passano tutti i cavi di controllo e comando inerente la Fissione, cavi che per effetto del calore potevano raggiungere i 70°C di Temperatura, pertanto avevano bisogno di essere raffreddati anche se gli stessi potevano funzionare senza problemi sino a 140°C.
    5)”RADIOACTIVE LIQUID CONCENTRATOR” questo sistema ideato dagli Americani aveva lo scopo di abbattere la produzione di scarti liquidi radioattivi (vero problema di una centrale Nucleare e non del combustibile irragiato che è un falso problema) si pensi che la produzione media è di 20 fusti al giorno, questo sistema ne avrebbe (concentrando a mezzo calore i liquidi) prodotto 6 fusti/anno ed il prodotto evaporato (50lt/h) sarebbe stato diluito nelle acque del PO -(questa quantità corrispondeva ad una normale sorgente radioattiva presente sul percorso del fiume) – La messa a punto di questo sistema fu fatto da me poi essere approvato dall’ENEA e dalla General Electric-
    6) “Spraying liquid reactor”
    Questo nsistema inventato dagli Americani , ma presente solo su Caorso e future se ci fossero state consisteva nell’ultima azione per scongiurare la fusione del “NOCCIOLO”
    Era composto di una grande quantità di BORO allo stato liquido in un serbatoio ad altissima pressione ed un sistema di iniezione munito di chiave di sblocco in dotazione del solo CAPOTURNO che aveva istruzioni precise e cioè: Qualora non sarebbe riuscito a fermare la reazione nucleare dentro il reattore con l’inserimento degli assorbitori e non poteva controllare la reazione avrebbe iniettato il “veleno liquido” essendo BORO avrebbe annientato loa Fissione, era chiaro a tutti che le 300 tonnellate di combustibile non sarebbero più state potute utilizzare per un danno di allora di oltre 2 Miliardi di lire, ma che per ENEL non erano nulla a confroto dell’evaquazione della città di Piacenza , Cremona e paesi limitrofi per oltre 500.000 Abitanti.
    Altro fatto importante che avevamo solo noi in Italia è il PATENTATO NUCLEARE (massimo esperto che conosce ogni virgola o punto della sua Centrale che ha differenza di tutte le altre Nazioni non era il CAPO CENTRALE ma il Capo Turno, in questo modo il massimo esperto era sempre presente a differenza di un Capo centrale che in quel momento chissà dove poteva essere – A FUKUSCIMA l’impianto è stato fermato dopo oltre 20 minuti – appena rintraccato in capo centrale- Questo è sto il colpo di grazia anche se la commissione mondiale a ribadito che la TEPCO non aveva apportato tutti quegli accorgimenti che gli erano stato suggeriti l’anno prima.
    Il 7° sistema ( a cui non ho partecipato) era il controllo delle sabbie contenute nelle acque di emungimento a contorno dell’edificio centrale ove era contenuto il Reattore le Turbine e gli impianti chimici del sistema.
    Tutti i lavoratori che entravano nell’isola nucleare erano sottopopsti a controllo delle radiazioni assorbite con rilievo in entrata ed uscita, oltre ad avere dei sistemi di controllo personale che ne misuravano istante per istante il livello di irraggiamento. Se poi se si doveva lavora in prossimita di condutture altamente radioattive oltre 1000mR una squadra apposita munita di veri e propri scafandri ereggevano muri in blocchetti di piombo tra il lavoratore e la sorgente in modo da scheramare la zona di lavoro.
    REFERENDUM del 1987- NON PARLAVA DI CHIUSURA DELLE CENTRALI NUCLEARI MA:
    Quesito 1-ABOLIZIONE dell’intervento statale in cui il Comune non avesse conceso un Sito per l’apertura di un sito Nucleare.
    2)Abrogazione dei contributi statali in caso di presenza sul loro territori di Centrali Nucleari
    3) Possibilità dell’ENEL di partecipare alla costruzione di centrali nucleari all’estero.
    Il referendum del 1987 fu appositamente studiato per limitare l’espandersi dell’ENEL in particolare all’estero. Infatti l’Enel partecipava fin dai primi anni 70 alla costruenda centrale nucleare Super Phoenix di Creys-Malville con il 33% di capitale fornendo il 33% di manodopera altamente specializzata, il 33% materiali ad altissimo valore industriale (tutta la componentistica tra cui tubazioni e gli innumerovoli componenti tutti in acciaio inox AISI 316L, provenienti dalle acciaierie Bosco di TERNI) in compenso avremmo avuto anche un ritorno di energia pari al 33% di quella prodotta. Partecipava anche Germania, Austria e Paesi bassi con il 16%, il 51% era Francese.
    SEGUE

  7. LANFRANCO ha detto:

    Fu un duro colpo per la nostra industria che si stava specializzando sempre di più nel campo Nucleare. Possiamo dire con certezza che fece più danno la politica incompetente che un terremoto.
    Ora in FRANCIA, partecipiamo con 1,2 miliardi di€ di tecnologia Italiana per la costruzione di una centrale a fusione, una centrale pulita, senza scorie la cui costruzione dovrebbe terminare nel 2025, quindi 10 anni di sperimentazione e poi dovrebbe entrare in esercizio commerciale.

    La Centrale Nucleare di Montalto di Castro:
    Era progettata per due Reattori ciascuno con generatore da 1250MW. Nel 1987 prima del referendum aveva raggiunto il 70% della costruzione, erano terminate le opere di presa e restituzione dell’acqua di raffreddamento. L’edificioche doveva contenere i due Reattori era a prova di Missile.
    Qualche dato: I ferri di armatura avevano un diametro di 60mm con una distanza tra di lopro di appena 100mm, pietrisco con gragranulometria compresa tra 30 e 40 mm, cemento classe 425. Una costruzione quasi impossibile da distruggere rimanendo tal quale anche dopo la dismissione. Tutta la componentistica era stata acquistata per un valore complessino di oltre 13.000 Miliardi- Gli ispettoriper l’energia atomica Mondiale arrivati nel sito per controillare sia il prpgetto che le modalità di costruzione ed i materiali. In quella occasione decreto la cemntrale come la più sicura del Mondo, mentre il Partito Radicale diffondeva la notizia che la vommissione era stata comprato il verdetto dei 30Saggi. Comunque il valore di 13mila Miliardi la politica lo occultò facendoci pagare in bolletta il suo smantellamento. Nessuna opera eccetto la presa e restituzione acqua di raffreddamentoera utilizzabile per altre tipologie di centrale. La politica in quel caso fece più danni di un terremoto scala 7. Tutti i laureati, Laureandi, e studenti dell’energia nucleare si trovarono tra le mani un titolo che in Italia non aveva pèiù nessun valore. Queste persone avevano acquisito però una profonda conoscenza dell’impossibile e da qualche anno li troviamo a capo di ENEL POWER dove macinano utili in tutto il mondo. Non per niente oggi l’ENEL POWER è considerta la più grande società Mondiale nel campo delle Energie Rinnovabili, è presente in tutte le Americhe, in Russia e tutti gli stati ex cortina di ferro, in Sudafrica, Egitto, Marocco ecc.
    I politici fecero di quel referendum un’arma per poter soddisfare le loro ingordigie propinandoci centrali termoelettriche di tipo a CARBONE.
    Da qui parte tutta una nuova sperimentazione per labbattimento dell’anidride solforosa contenuta nei fumi di scarico per effetto della combustione dello zolfo contetenuto nel carbone. E’ il 1988 quando ENEL ci invia a PORTOSCUSO centrale del Sulcis a sperimentare tre nuovi sistemi per l’abbatimento della SO2. Costruimmo e sperimentanno i sistemi:
    !) RIGENERATIVO che dai fumi producevamo ZOLFO LIQUIDO da riutulizzare nell’industria in genere. Fummo bloccati in quanto avremmo importato meno zolfo dagli Stati Uniti e non potevamo farlo perchè avendo perso la guerra del 1940/45 siamo costretti all’acquisto di Zolfo Americano sino al 2050.
    2) SOLFATO AMMONIACALE con questo sistema aggiungendo Ammoniaca nel Processo ottenavamo concime chimico per lìAGRICOLTURA- il SOLFATO AMMONIACALE- in un mese ne ho prodotto circa 1000 Quintali che abbiamo regalato ai contadini della Sardegna in quanto essendo un Ente per la produzione di Energia elettrica non potevamo produrre concime chimico ( Oggi essendo una SPA potremm,o produrlo). Cosi la scelta fu forzata e si adottò il sistema CALCRE GESSO. Questo consiste nel macinare montagne di Calcare per produrre montagne di gesso. Esso consiste nel produrre un borotalco di calcare che miscelato con acqua si produce un LATTE DI CALCE. Questo latte viene nebulizzato ad alta pressione in un cilindro alto circa 40mt. Il fumo attravesandolo verticalemente contenente anidride solforosa SO2 reagisce chimicamente con il cakcare formando gesso che precipita e viene raccolto e portato all’esterno da un cantro rotante. Questo gesso viene utilizzato in % per la fabbricazione dei cementi, ancora in % nei bitumi per asfalti, e miscelato con gesso di cava per produrre manufatti in Cartongesso. Non può essere utilizzato tal quale.
    Comunque i tre sistemi abbattevano lo zolfo e le polveri sottili al 99,95%-.
    Questo avveniva 30 anni fa.

    ECONOMIA CIRCOLARE
    Ora cambiamo ragionamento e parliamo di quello che possiamo fare in un Paese come ACRI le cui potenzialità sono sotto le foglie come i funghi Porcini, basta un po di pioggia e un po di sole per avere un buon raccolto.
    SEGUE

  8. Lanfranco ha detto:

    E’ ora di parlare di futuro locale.
    Un’attività che potrebbe trovare un’ampia applicazione sarebbe un allevamento semiintensivo di Capre di razza Saanen, Suino Nero di Calabria, Gallina Faraona, Oca. Queste sono carni di elevata qualità e ricercate sul mercato. La capra Saanen produce circa 220lt di latte/anno- ed un numero variabile di capretti (da 2 a 3)- Il suino nero di Calabria è un suino molto ricercato ai fini della produzioine di prosciutti, guanciali, ed insaccati in genere la cui maturità avviene in circa 8/10 mesi (dipende dallo stato brado)- La Gallina Faraona anchessa produce una carne pregiata e ricercata sul mercato la maturità la raggiunge dopo 6/8 mesi- dipende dal prodotto che si vuole commercializzare- OCHE- ce ne sono di molte razze, quella che più si addice è l’oca CANADESE molto grande, ci si può fare anche lo Speak d’oca.
    Che cosa occorre per tutto questo?
    Innanzi tutto occorrono terreni Demaniali dove:
    1) poter allevare gli animali e che nello stesso tempo abbiano un pascolo dedicato.
    2) poter coltivare le sementi per confezionare i relativi mangimi- (granaglie, favini, erbe mediche, tuberi ecc.)
    3) Spazi per costruire stalle dedicate, e per le capre di apposite , monta, parto, svezzamento capretti,mungitrici, raccolta e lavorazione del latte, cunicoli interrati per lo stagionamento dei formaggi.
    4) Spazi per stalle dedicate ai suini, allevamento, monta, parto ecc
    5) Spazi per ricoveri delle galline faraone, Oche (separate dalle galline) deposito uova, incubatrici, svezzamento pulcini, pascolo.
    6) Capannoni adibiti a raccolta granaglie e confezionamento alimenti proteici
    7) Mattaoio con corridoi separati a seconda della tipologia di animali da macellare, con raccolta dei prodotti di risulta come pelli di capretto da inviare alla concia al fine dell’ottenimento di pelli per la sartoria di alta qualità, piumaggio da inviare alle fbbriche per il confezionamento di piumini.
    8) Edificio adibito alle maestranze, spogliatoi, mensa, dormitorio per i guardiani, uffici.
    9)Magazzini refrigerati per lo stoccaggio e confezionamento prodotti da inviare al mercato-
    Le maestranze che occorrerebbero tra specializzati e comuni compresi gli agricoltori sarebbero intorno alle 150 unità.
    Buon lavoro.

  9. LANFRANCO ha detto:

    Tutto questo poi potrebbe completarsi con un processo di ECONOMIA CIRCOLARE.
    Infatti dagli effluenti liquidi e solidi dell’allevamento con apporto di Rifiuti Organici provenienti sia dallo stesso Comune che dai Comuni limitrofi uno stoccaggio e digestione di questi. Si otterrebbe del DIGESTATO da utilizzare come concime organico sui terreni adibiti a coltivazione delle granagle ad uso aziendale e se in quantitativo superiore vendibile ad aziende che ne farebbero richiesta. Il gas ottenuto sarebbe riutilizzato nei processi di produzione aziendale.

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