Il convento di San Giovanni Battista di Acri

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Tra i diversi ordini regolari presenti in Calabria nel corso dei secoli i Domenicani hanno rappresentato sempre un riferimento costante per la loro missione evangelizzatrice sul territorio. Dopo una prima presenza a Cosenza già nel XIII secolo, furono fondati molti conventi nella nostra provincia tra la fine del XV secolo e l’inizio del XVI in diverse località. Anche ad Acri, su richiesta dell’Università (il comune dell’epoca), fu fondato un convento sotto il titolo di San Giovanni Battista, il 18 settembre 1524, con l’approvazione di mons. Francesco Piccolomini, allora vescovo di Bisignano, e conferma di papa Clemente VII (20 marzo 1530), sebbene tale data non sia riportata nel Bullarium dell’Ordine, ma si ritrovi nel Regesto Vaticano per la Calabria di p. Francesco Russo. L’antico convento, secondo una preziosa relazione del 23 febbraio 1650, a firma dei sacerdoti Silvestro Bernaudo di Acri e Raginaldo Spezzano di Acri, era situato in un luogo aperto, contiguo alla strada pubblica e distante dall’abitato trenta canne (oltre sessanta metri). Nel convento, grande circa 20 canne, erano presenti il chiostro e quattordici stanze adibite a locali e celle per i frati. Nella relazione si elencano anche i beni patrimoniali consistenti in terre aratorie, vigne, un castagneto e un mulino, mentre altri proventi giungevano dalle elemosine della cera, della seta, del grano, del pane e dalle processioni. La chiesa, attigua e di forma regolare, oltre all’altare maggiore aveva altri due altari: uno sotto il titolo della Circoncisione del Signore dov’era presente una confraternita che aveva lo stesso nome e un altro sotto il titolo del SS.mo Rosario, dov’era presente un’altra confraternita che indossava un abito bianco, quando interveniva a funerali e processioni, con un proprio vessillo. C’erano poi il fonte battesimale e il sepolcro per i defunti, mentre dietro l’altare maggiore era presente un luogo in uso per il coro e per sacrestia. Era consuetudine dei frati, nel tempo del raccolto e della sete chiedere l’elemosina ogni prima domenica del mese, facendo la processione e cantando litanie alla Beata Maria Vergine. La chiesa fu consacrata da mons. Vincenzo Ferraro vescovo di Montepeloso (attualmente Arcidiocesi di Matera-Irsina) il 20 settembre 1562, ricorrenza che si festeggiava con grande devozione.

Il capitolo generale di Bologna nel 1725 propose di promuovere la casa di Acri in convento priorale, ma non si conosce se la proposta, affidata al Maestro Generale, abbia avuto poi seguito. Di fatto il convento prosperò per alcuni decenni, tanto che nel Catasto Onciario del 1743, presentava una buona consistenza patrimoniale, frutto di lasciti non solo di fedeli acresi, in località lo Fosso (dov’era presente anche un frantoio), Duglia, Padia e Sant’Elia. Con decreto del 7 agosto 1809, durante il dominio francese, il convento fu soppresso definitivamente insieme a quello dei Cappuccini (ripristinato però nel 1822) e dei Minimi di Acri.

Vincenzo Antonio Tucci

Fonte: Parola di Vita del 30 gennaio 2020

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