Aggiornamento Covid-19: in Calabria 1020 contagiati, 72 morti

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Covid-19 Aggiornamento venerdì 17 aprile

Tentare di limitare l’azione di un giornalista non solo è inutile ma è pure sciocco!

(Luigi Barzini)

I calabresi contagiati dal coronavirus sono fino a stamane 1020. 72 i morti

I nuovi tamponi

I contagiati in Calabria appaiono in lento ma graduale aumento. La conferma giunge impietosa dai numeri. Analizziamoli partendo da Reggio Calabria.

Nel Reggino la situazione è la seguente: 30 i pazienti in reparto, 4 in rianimazione e 192 persone in isolamento domiciliare. Ben 133 contagiati sono a Reggio; 29 a Melito Porto Salvo, 7 a Sinopoli, 6 a Rosarno, 4 a Bova, 14 a Montebello, 3 a Taurianova, 2 a Cittanova, 3 a Siderno, 2 a Locri, 2 a Rizziconi, 1 a Bovalino.

Nel Cosentino si registra il maggior numero di casi positivi in Calabria: ben 355. Questo quanto raccontano i numeri: 47 i pazienti in reparto, 3 in rianimazione e 264 persone in isolamento domiciliare. Nuovi casi si registrano a Montalto (9) Luzzi (4), Acri (3) Santa Sofia d’Epiro (1), Terranova (3) Fagnano Castello (1) e naturalmente a Torano dove tra i contagiatio oltre a personale e pazienti della casa di cura “Villa Torano” figurano pure tre bambini, figli di operatori della struttura sanitaria privata.

Nel Catanzarese la situazione è descritta dai dati resi pubblici dagli ospedali: 60 i pazienti in reparto, 2 in rianimazione e 89 persone in isolamento domiciliare. Il centro più colpito è Chiaravalle mentre a Lamezia i contagiati sembrano destinati alla guarigione.

Nel Vibonese il quadro offerto dai dati appare quello meno compromesso dall’epidemia con 5 pazienti in reparto e 52 persone in isolamento domiciliare. I luoghi più colpiti sono i comuni “zona rossa” di Serra San Bruno con 14 casi e di Fabrizia con 17.

Nel Crotonese il quadro numerico rivela 15 pazienti in reparto e 84 persone in isolamento domiciliare. I centrio più colpiti Cirò Marina con 13 casi, Cutro, che è “zona rossa” con 11 e Isola Capo Rizzuto con 8.

Due i deceduti ieri. A Cosenza è morta una 74enne di Marzi, ricoverata da circa due settimane nel reparto di Terapia intensiva; a Catanzaro è spirata una donna che a luglio avrebbe compiuto cent’anni proveniente dall’altra Rsa-focolaio calabrese, la “Domus Aurea” di Chiaravalle che ha già mietuto 22 vittime.

“Villa Torano”: una storia tragicomica con tre bimbi infettati

Un mistero… buffo. Per dirla con il Premio Nobel Dario Fo di «misterioso non c’è nulla se non la verità». Una verità amara per la casa di cura “Villa Torano”. Già, perchè i nuovi tamponi eseguiti dall’Asp di Cosenza rivelano la presenza nella struttura sanitaria privata di ben 58 contagiati. Solo 9 in meno rispetto ai precedenti. Si tratta in gran parte di dipendenti e di loro familiari (tra cui tre bambini) residenti, oltre che a Torano, in molti comuni a nord della città capoluogo: Montalto, Lattarico, Acri, Bisignano, Luzzi, Santa Sofia d’Epiro. Tutti centri in cui il Covid-19 è stato “esportato” per effetto della epidemia scoppiata a Torano. Una epidemia subdola che ha coinvolto pazienti e personale rimasti però tutti a-sintomatici. Un attacco sferrato dal virus silenziosamente e scoperto solo grazie ad una anziana degente che, dopo alcuni giorni di febbre alta e di successivi problemi respiratori, è finita in terapia intensiva nell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza. Rilevato il conclamato caso di coronavirus i dirigenti di “Villa Torano” hanno chiesto e ottenuto, in poche ore, l’invio dalla Protezione Civile di Catanzaro di duecento tamponi con i quali hanno sottoposto a test il personale ed i degenti. I campioni organici raccolti sono stati inviati ai virologi del “Mater Domini” di Catanzaro che hanno individuato 67 casi positivi. Nel frattempo è intervenuta l’Asp cosentina che, rilevando «anomalie» nel prelievo dei campioni per via «dell’uso di un solo paio di guanti», ha ordinato un nuovo esame a tappeto. Il risultato è stato più o meno uguale: 58 positivi, destinati a salire. Insomma, il mistero dei tamponi da rifare non aveva nulla di misterioso da rivelare. O meglio: c’è solo da capire come una struttura privata possa aver ricevuto autonomamente da Catanzaro tanti tamponi senza che l’Azienda sanitaria provinciale competente ne sapesse nulla. Ed è per questo che il commissario Giuseppe Zuccatelli ha avviato una indagine affidandola al direttore del Dipartimento di Prevenzione, Mario Marino. Ma c’è pure un altro aspetto da approfondire: i test eseguiti a “Villa Torano” non sono stati opera di infermieri ma di medici. Lo ha sottolineato il presidente provinciale dell’Ordine degli infermieri, Fausto Sposato, smentendo indirettamente una notizia fatta filtrare inizialmente dalla casa di cura. Tutto chiaro? Quasi. Il procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo, ha aperto un fascicolo d’inchiesta per capire se vi siano responsabilità nell’esplosione dell’epidemia e verificare la reale funzionalità della struttura sanitaria privata.. Ora, però, c’è da capire come possa essere arginata la possibile ondata di ulteriori contagi destinata a incidere su molti centri dell’Alta Calabria.
Nel Cosentino già si conta il numero più elevato di infettati della regione e, negli ultimi cinque giorni, sono morte quattro persone d’eta compresa tra i 51 e gli 85 anni. L’ultima è stata una donna settantaquattrenne di Marzi spirata nel nosocomio di Cosenza. La vittima ha una figlia, a sua volta ricoverata, e tre nipoti minorenni infettati dal Covid e sottoposti all’isolamento domiciliare.

L’aumento dei contagi nella Valle del Crati e il sindaco con la…ruspa

Un sensibile incremento di “positività” si registra a Montalto Uffugo (9 casi), Luzzi (4), Acri (3) e poi Lattarico, Santa Sofia d’Epiro, Bisignano e San Martino di Finita con uno ciascuno. Al quadro reso complesso dai focolai di Rogliano (30 positivi), San Lucido (47), Oriolo (27), Bocchigliero 21, s’aggiunge la reazione di alcuni amministratori non inclini a ricevere i pazienti affetti dal virus in strutture poste nei territori dei loro comuni. È il caso del sindaco di Mottafollone, Romeo Basile che, dopo aver sbarrato l’ingresso di una Rsa locale con una ruspa, afferma: «Ho dovuto fare un’ordinanza per bloccare l’accesso di contagiati nel nostro Comune, per evitare il pericolo di altri contagi. Non vieteremo l’ingresso a chi abbia sostenuto due tamponi entrambi negativi». Per il resto niente. Per gli affetti da Covid non c’è spazio. Quando si dice solidarietà…

Il parroco in quarantena e il commissario prefettizio comunale dimissionario

Il virus fa paura nella “zona rossa”. Dopo la commissaria straordinaria – che è stata comunque sostituita in poche ore da Roberto Micucci – responsabile del terzo settore della prefettura, che ha lasciato il Municipio per «motivi strettamente personali», al momento, a San Lucido, è assente anche il parroco. Don Maurizio è in quarantena a Cosenza. Ha mandato tuttavia un messaggio ai parrocchiani. Non tutta la comunità l’ha presa bene. Le due figure più importanti del paese sono venute a mancare a poche ore di distanza l’una dall’altra. Il sacerdote comunque tornerà.

Quattromila lavoratori in cassa integrazione: la crisi fa davvero paura in Calabria

Sono oltre 4.000, in Calabria, i lavoratori del settore metalmeccanico collocati in cassa integrazione e fondo di integrazione salariale a causa del corovanirus. Il dato è stato diffuso da Massimo Covello, segretario generale della Fiom-Cgil regionale. Il sindacato nei giorni scorsi, «con le modalità consentite dalla legge, ha svolto centinaia di consultazioni con le aziende del settore metalmeccanico, stipulando oltre 300 accordi riguardanti l’accesso ai diversi tipi di ammortizzatore sociale con la causale covid-19. Sono oltre 4.000 lavoratori e lavoratrici, di questo settore industriale, che sono stati collocati in Cigo, Cigs, Fis, Cigd – spiega Covello – a seconda della tipologia di impresa, la maggior parte per 9 settimane e gestiti dall’Inps. Questo dato, collocato nel più complessivo riguardante tutte le categorie del lavoro pubblico e privato, dipendente ed autonomo, mostra – conclude il sindacalista – la drammatica situazione abbattutasi sulla nostra regione già in grave crisi strutturale». Alla pandemia sanitaria si aggiunge quella economica. Poveri noi.

La contestazione del sindaco di Reggio Calabria

«Sui numeri va fatta chiarezza, su questi aspetti non possiamo fare confusione, i cittadini hanno bisogno di messaggi certi ed univoci. Ancora una volta nella giornata di ieri sono stati forniti dati discordanti da parte delle istituzioni regionali rispetto ai dati diffusi dalle autorità sanitarie locali. Non è tollerabile, ora più che mai servono dati chiari e trasparenti che consentano a ognuno di farsi un’idea sullo stato reale della situazione». E’ quanto ha dichiarato il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. «Purtroppo siamo costretti a tornare su una questione che ci saremmo volentieri risparmiati – aggiunge – ma sui numeri, almeno su quelli, non possiamo che pretendere certezze assolute. Già nelle ultime settimane si erano verificati episodi di discordanza tra i dati forniti dalle autorità sanitarie locali e quelle regionali, una circostanza peraltro ripetuta che rischia di generare inesattezze anche nel conteggio complessivo dei dati nazionali». Falcomatà non si sbaglia.

La mappa del contagio

Territorialmente i casi positivi sono così distribuiti:

Catanzaro 60 in reparto, 2 in rianimazione, 89 in isolamento domiciliare, 27 guariti, 25 deceduti;

Cosenza 47 in reparto, 3 in rianimazione, 264 in isolamento domiciliare, 20 guariti, 21 deceduti;

Reggio Calabria 30 in reparto, 4 in rianimazione, 192 in isolamento domiciliare, 28 guariti, 15 deceduti;

Vibo Valentia 5 in reparto, 52 in isolamento domiciliare, 8 guariti, 5 deceduti;

Crotone: 15 in reparto; 84 in isolamento domiciliare; 7 guariti; 6 deceduti.

Un pensiero felice a tutti. Buona giornata. Coraggio.

Arcangelo Badolati

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