Altro che Gino Strada, per risanare la sanità calabrese ci vuole il Padreterno

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Le vicende di questi giorni che hanno investito la sanità calabrese fanno arrossire di vergogna una regione intera. Ma è avvenuto solo perché esposta al pubblico ludibrio, finita nel tritacarne mediatico. Chi invece tra noi si dice scandalizzato mente sapendo di farlo.

Che fossimo in braghe di tela ognuno di noi ne è sempre stato consapevole, e non ci voleva lo stato confusionario dell’ormai ex commissario Cotticelli a certificarlo.

Evito la ricerca di responsabilità, che sembra essere lo sport preferito di noi calabresi in questi giorni e che, allo stato, altro non sarebbe che un esercizio di pura accademia.

La questione è assai più prosaica: come se ne esce?

Il governo centrale non può lavarsene le mani dando la croce addosso a Cotticelli. Su quello scranno ce l’hanno messo loro, Conte e company, e i fatti si sono incaricati di bocciare sonoramente la scelta. Cosa c’entrasse un ex Generale dei Carabinieri con la disastrata sanità regionale lo sanno solo il presidente del consiglio e pochi intimi.

Conte e company tuttavia non si sono limitati a sbagliare la scelta di Cotticelli, ma c’hanno messo il carico da undici e sono riusciti laddove nessuno avrebbe mai osato: mettere d’accordo tutti, ma proprio tutti, sulla inopportunità della scelta del suo successore. Il nome di Zuccatelli in questo senso rasenta l’unanimità.

Il problema purtroppo è un altro, e non si limita alla scelta di questo o di quel nome. Addirittura c’è chi propone Gino Strada, e mi auguro che stia scherzando. Capisco che possa rappresentare un’affascinante suggestione a cui non sono estranee eco ideologiche, ma qui non si tratta di scegliere la persona più credibile, perché purtroppo la questione è molto più grossa.

E sta pressappoco in questi termini. Oggi il cittadino calabrese è tassato, tartassato e vessato da una mole fiscale insostenibile, determinata da una sanità regionale divorata da una voragine le cui dimensioni sono ignote, e ha servizi e prestazioni prossimi alla zero.

Ripeto, almeno qui evitiamo la ricerca delle responsabilità, alla quale ci potremmo dedicare in un’altra sede.

Il punto è che per fare quello che ha fatto Gino Strada ci vuole Gino Strada, per fare il commissario alla Sanità in Calabria, Gino Strada è inutile: ci vuole il Padreterno.

Anche il migliore dei manager del mondo, e Strada non lo è,  avrebbe le mani legate, almeno che non si voglia ricorrere alla demenziale scelta di ridare la sanità regionale in mano ai politici, che l’hanno ridotta in queste condizioni. Ma davvero siete convinti che se al posto di Cotticelli ci fosse stato Oliverio, la situazione oggi sarebbe diversa?

 Chiunque sia il nuovo commissario non potrà fare nulla, perché nulla si può in una condizione finanziariamente insostenibile. Un dato su tutti: solo l’Asp di Reggio Calabria avrebbe accumulato circa un miliardo di euro di debiti. Dove la vai a prendere una simile cifra, che rappresenta solo una parte della massa debitoria?

Oltre a far scattare le manette intorno ai polsi di chi ci ha portato fin qui, oggi è decisivo dare una risposta a questo quesito.

Siamo a un punto di non ritorno e qui sì che s’impone una scelta politica: un nuovo commissario, chiunque esso sia, sapendo che sarà inutile, o fare scelte più radicali? Qualcuno alla fine questo debito se lo dovrà accollare, ma i calabresi sono allo stremo.

Piero Cirino

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