Oltre la DAD
Sono di nuovo oltre 7 milioni gli studenti che seguono le lezioni da casa. Dall’11 marzo 2020 abbiamo imparato a familiarizzare con la DAD, la didattica a distanza, che di fatto è divenuta obbligatoria in tutte le scuole italiane. E’ trascorso 1 anno, 4 stagioni e siamo di nuovo ai blocchi di partenza. Abbiamo imparato qualcosa?
Abbiamo imparato che molto si può fare anche nella distanza, siamo entrati nelle case degli studenti e delle studentesse, nelle loro camere, tra le loro cose, abbiamo imparato a vederli sotto altra luce, abbiamo conosciuto altri aspetti delle loro vite, abbiamo perfino scoperto qualche volenteroso tra quelli che erano più pigri in presenza. La DAD si è imposta prima come emergenza e poi come prassi ordinaria.
L’ambiente scolastico si è trasferito nelle interfacce di Meet o Zoom o teams che sono divenuti i nuovi intermediari relazionali: sconosciuti fino a marzo dello scorso anno sono ora diventaticome un familiare ingombrante e fastidioso di cui però non si può fare a meno. E’ stato più volte detto che si sarebbe trattato di una didattica di emergenza, per gestire un momento eccezionale, maintanto l’eccezione è divenuta quotidiano e tutto si è tradotto on line: le interrogazioni, i laboratori di disegno, quelli di musica, le lezioni di matematica, di inglese, quelle di fisica e di economia. Anche i più piccoli sono divenuti precoci principianti di piattaforme e di Classroom. Un mondo che non si è fermato e che ha tradotto tutto nella (nuova) vita digitale. Cosa hanno appreso i docenti dalle elementari all’università? Hanno dovuto imparare, a loro spese, tutti i trucchi per comunicare non solo con uno schermo ma anche con le vite dei loro studenti. E gli studenti? Provano a stare al gioco, fanno uno sforzo, magari si distraggono e alla fine seguono meglio solo le cose e gli insegnanti che riescono a affascinarli di più, ma stanno facendo una esperienza di vita, che durerà ancora a lungo. Cosa fanno le tecnologie digitali? Ci supportano anche quando tutto sembra essere in bilico.
In una recente sessione di laurea magistrale Simone, un uomo di 45 anni padre di 3 figli, un lavoratore-studente, ha ringraziato tutti i docenti della commissione (rigorosamente a distanza) per un anno di lavoro insieme in cui ha ritrovato la forza per immaginare di nuovo un futuro. A inizio 2020 Antonio aveva perso il suo lavoro e dopo un primo momento di crisi ha deciso che i mesi a venire non sarebbero stati il tempo del dolore e della preoccupazione ma quelli dello studio. Con il supporto della moglie, l’unica in famiglia ad aver conservato il lavoro, ha deciso che doveva puntare tutto sullo studio: 11 esami e la tesi laurea in 11 mesi. Ora non ha ancora un nuovo lavoro ma di certo la forza per mettersi di nuovo in gioco. Peter, uno studente-lavoratore di terzo anno di laurea triennale ha perso il suo lavoro con cui si manteneva all’Università ma non si è scoraggiato. Ha cercato di recuperare il ritardo su tutti gli esami e intanto ha cercato un lavoro on line. Peter, brasiliano di origine, è arrivato in Italia alcuni anni per fa fare l’Università, si mantiene da solo, conosce bene oltre la sua lingua anche l’inglese, il francese e l’italiano. Per mantenersi agli studi lavorava come guida turistica al Colosseo. Un lavoro che è svanito improvvisamente a marzo 2020 e allora si è riciclato: fa ripetizioni (on line) di inglese, spagnolo, francese e italiano a ragazzi e ragazze di diversi paesi europei ognuno nelle loro case, ognuno con la sua DAD. Valentina, terzo anno di laurea triennale, dopo un primo semestre di didattica a distanza ha deciso che poteva farla anche dall’estero. E’ allora è partita per fare la ragazza alla pari in una famiglia della campagna francese. E’ partita con un programma europeo che fa incontrare (on line)famiglie e ragazze alla pari. Oggi, dalla campagna di Grenoble, sta facendo gli ultimi esami e sta preparando la tesi. Segue le lezioni (a distanza) e studia per la tesi, ma solo dopo le 17, quando finisce il suo lavoro di babysitter nella famiglia che l’ha accolta come ragazza alla pari. Ci sono le vite, che sono continuate, sfidate dalla Pandemia si sono messe in gioco con la DAD e oltre la DAD.
Assunta Viteritti