Civismo

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Tra il 1967 e il 1968 gli studenti universitari, in molti paesi occidentali, vanno in piazza non solo per migliorare i programmi didattici, molte delle manifestazioni promosse furono organizzate per protestare contro la guerra in Vietnam: le prime rivolte dei giovanili occidentali nella storia contemporanea.  Anche in Italia, e in tutto il mondo, si susseguirono manifestazioni, assemblee, fiaccolate, raduni nelle scuole, nelle università, nelle fabbriche, veglie di protesta al grido di “Yankee go home”. Le proteste assunsero proporzioni enormi. Le giovani generazioni, da quel momento, hanno sempre manifestato contro ogni guerra.  

Nelle ultime settimane in moltissime scuole e università del mondo, non solo occidentali, si manifesta e si discute sulla tragedia dello scontro sanguinario tra i militari terroristi di Hamas e l’esercito israeliano guidato da Netanyahu. Negli Stati Uniti in molte università ci sono manifestazioni pro-Israele e pro-Palestina. Nonostante il divieto migliaia di giovani si sono radunate nelle piazze di diverse città francesi per protestare contro la dura reazione di Israele ed esprimere il proprio sostegno alla popolazione palestinese. In Italia “Sapienza è occupata per la Palestina”, così recita lo striscione davanti alla Facoltà di Scienze Politiche. Notti in facoltà per preparare la mobilitazione del 15 novembre e poi quella nazionale di tutte le scuole e le università del 17 novembre. Gli studenti stanno occupando l’Università Orientale di Napoli gridando al genocidio, vogliono denunciare dai luoghi del sapere per aprire il dibattito all’interno dell’università e far prendere posizione in questa terribile istituzione.

A Tel Aviv decine e decine di studenti israeliani in età di arruolamento hanno inviato una lettera collettiva al premier Netanyahu, al ministro della difesa e a quello dell’istruzione informandoli che si rifiuteranno di arruolarsi e che si sentono vicini all’aspirazione dei palestinesi alla loro indipendenza. Non vogliono sostenere una politica governativa che definiscono razzista e che a loro avviso infrange tutti i diritti umani elementari e applica leggi distinte per gli ebrei e per i palestinesi. Non vogliono prendere parte all’occupazione militare e alla repressione del popolo palestinese.

Molti docenti universitari si stanno mobilitando, circolano nelle reti universitarie internazionali e nazionali lettere firmate da centinaia e centinaia di professori che prendono voce per testimoniare il loro rifiuto dell’orrore.

I nostri figli più piccoli tra qualche anno potrebbero chiederci, mamma, papà dove eravate nel 2023 quando c’erano le guerre? Cosa pensavate, dov’eravate quando i terroristi islamici uccidevano uomini donne e bambini? Dove eravate, quando un esercito di un paese libero uccideva migliaia, milioni di bambini?

Ballare musica tecno nel deserto è una libertà da difendere per tutti i giovani del mondo, vivere da bambini e giovani liberi nel proprio paese è un diritto di tutti nel mondo.

Nelle scuole e nelle università bisogna parlare, discutere tra generazioni diverse, ascoltarsi, informarsi, confrontarsi, confliggere, questo è necessario.

Dobbiamo preparaci ad avere una risposta credibile quando i più piccoli tra qualche anno ci chiederanno: voi dove eravate?

Assunta Viteritti

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