1833 – Ferdinando II di Borbone visitò la provincia di Calabria Citra

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Ferdinando II di Borbone visitò la Calabria Citra dal 10 al 13 aprile 1833. È inutile dire che fu memorabile momento per quelle popolazioni.

Il re “arrivò alle frontiere della Provincia nel giorno di Mercoledì 10 del corrente Aprile alle ore 15 d’Italia”. Ad accoglierlo vi erano venticinque giovani “appartenenti alle più distinte famiglie del Distretto di Castrovillari vestiti da Lancieri a Cavallo in perfetta tenuta”.

Apprendiamo che, al “principio della vasta pianura di Campotenese erano schierate le popolazioni di Mormanno, di Laino Borgo, e di Laino Castello colle rispettive Guardie Urbane”. Mormanno: “aveva fatto erigere nello stretto, ove è sito il fortino di Campotenese, tre belli archi trionfali”.

La popolazione, in attesa, si sbracciava nel saluto, gridava evviva e acclamazioni varie.

Morano aveva eretti archi. Il re ascoltò la Deputazione comunale e “ricevette la benedizione nella chiesa”. Alle 19 arrivò in Castrovillari ricevuto da gran folla “e da cento Urbani in uniforme, accompagnati da banda musicale”. All’ingresso della città era stato eretto un arco trionfale. Il Corpo Municipale depose “a’ piedi della M. S. i voti del Distretto e della Comune, e per felicitarla sul dilei viaggio”. Ferdinando si recò nella chiesa di S. Chiara, dove ricevette la benedizione del vescovo di Cassano, che vi si era recato per l’occasione.

Il re partì e, preceduto dalla Guardia a cavallo, “transitò per mezzo della Comune di S. Basile, e pe’ limiti di quella di Saracena”. Ovviamente fra folle acclamanti: “La Popolazione era uscita all’incontro con migliaja di fiaccole, e con fuochi accesi lungo il cammino” e nell’interno dei paesi “vi era viva illuminazione in tutte le case de’ particolari”.

Il re pernottò “nella casa di D. Nicola del Prete del fu Giacomo; e nella mattina del dì 11 si portò nella Miniera del Sale”.

Interesserà gli arbreshe che: si “degnò di vedere le cerimonie degli sponsali all’uso Albanese”.

Proseguì il viaggio e attraversò Firmo, Spezzano Albanese. Dovunque si fece festa. Qui ricevette, in chiesa, “la Benedizione (…) da Monsignor Arcivescovo di Rossano”. Il detto Comune faceva parte di quel Distretto.

Ripreso il cammino, fu accolto lungo la strada dalle popolazioni dei Comuni di Tarsia, “di Torano, di Bisignano, di Lattarico, di Luzzi, di Rose, di Rende, di Montalto, e di tutte le altre Comuni che si trovano sulle Colline a dritta, ed a sinistra della strada Consolare”.

Dappertutto archi e “stuoli di Donzelle, abbigliate secondo il costume del Paese in giorno di festa, con istrumenti musicali contadineschi, danzavano e spargevano fiori sulla strada”.

All’arrivo a Cosenza, Ferdinando fu accolto da Guardie d’Onore della città e di alcuni paesi del Distretto. Autorità civili e militari “attendevano la M. S. nel largo del Carmine”, con l’Intendente Petitti in testa. Il re scese nella Cattedrale, ricevuto dal mons. Vicario capitolare. “La Chiesa era ornata da bellissime tappezzerie, e decorata da splendida illuminazione”; si recò, poi, nel Palazzo dell’Intendenza e “si degnò di farsi vedere da una ringhiera alla folla del popolo, che attendeva con trasporto questo favore”.

Il sindaco e una deputazione accolsero Ferdinando alla porta del Teatro “illuminato a cera, anche nel Vestibolo e ne’ Corridoj”. La città “era vagamente illuminata”.

La mattina del 12, ricevette “le Deputazioni di Catanzaro, di Amantea, di Paola, di Serra d’Ajello, di Scigliano, di Acri, di Montalto, e di varie altre Comuni di questa Provincia”.

Ferdinando visitò vari luoghi della città e, a notte “si è degnata di vedere da una ringhiera del Palazzo il fuco artificiale che si era preparato in uno de’ lati del largo dell’Intendenza”. Nel Teatro assistette alla rappresentazione de “l’Opera del Maestro Donizzetti Anna Bolena”.

Dopo avere assistito a tant’altro riprese il viaggio verso Monteleone (attuale Vibo Valentia). Giunse in Rogliano. “Le popolazioni di Donnici, S. Stefano, di Mangone, e di tutte le altre Comuni, il territorio delle quali confina colla strada Consolare, si trovavano riunite con fuochi accesi e con fiaccole”. Ferdinando ascoltò “il Sindaco ed il Corpo Municipale di Rogliano, ma senza fermarsi proseguì il suo viaggio fino a Coraci”, ultimo luogo della Provincia.

Giuseppe Abbruzzo

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