L’assurdo caso delle compagnie low cost: sempre meno low e con disagi crescenti per l’utenza

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Questa settimana ci sembra giusto esporre una questione non più rinviabile.

Ci troviamo spesso a usare l’aereo per voli nazionali e, da anni  ormai, la situazione sta divenendo sempre più insostenibile. Complice, probabilmente, le note problematiche legate alla nostra compagnia di bandiera, le compagnie low cost hanno spopolato nel nostro Paese, occupando uno spazio libero e questo, sotto il profilo meramente commerciale, ci sta. Ciò che non può più essere assolutamente tollerabile è il modo di fare di dette compagnie che, sempre più spesso, hanno un atteggiamento che si traduce in seri disagi per l’utenza. Non parlo, ovviamente, solo dei ritardi, che sono ormali la regola (quando va bene parliamo di mezz’ora oltre l’orario previsto). La cosa francamente inaccettabile sono le cancellazioni e l’atteggiamento tenuto da alcune compagnie. Nel caso specifico ci riferiamo a Easyjet, compagnia inglese che copre buona parte delle nostre rotte nazionali e internazionali. Ebbene, in pochi anni, più di una volta ci siamo trovati di fronte all’amara sorpresa del volo cancellato all’ultimo minuto e, cosa ancora più grave, abbiamo potuto constatare l’assoluta impotenza di un’utenza, che si trova ad affrontare disagi immani in forza di eventi assolutamente non dipendenti dalla propria volontà e a pagare un prezzo salato (in tutti i sensi) per disguidi e disorganizzazione altrui. Nel primo caso, parliamo di qualche anno fa, il volo cancellato, dopo una serie infinita di annunci di ritardi, riguardava il volo da Lamezia Terme a Milano Malpensa, che sarebbe dovuto partire per le 22.00 circa ma che continuavano a rinviare fino a quando – era abbondantemente passata la mezzanotte – ci annunciano che il volo era stato cancellato e, in quel caso, ci invitavano a recarci presso la hall dell’aeroporto per essere reinstradati su un altro volo. Giunti di fronte all’impiegato (era abbondantemente passata l’una di notte), ci dice che il primo posto disponibile su un volo Easijet sarebbe stato 4 gg dopo. Abbiamo provato a spiegare che da lì a poche ore saremmo dovuti essere in servizio ma non è servito a nulla. Dal cellulare abbiamo prenotato un posto con Ryanair in partenza poche ore dopo per Bergamo al costo di poco meno di 600 euro. Verso le due di notte ci trasferiscono in un albergo e alle 4.30 eravamo già in piedi per ritornare in aeroporto. Easyjet si è limitata a risarcirci dei solo 70 euro del biglietto originario, nonostante avessimo documentato spese per  un ammontare oltre dieci volte superiore a quella cifra (da Bergamo avevamo sostenuto ulteriori spese per potere essere in ospedale prima possibile).  Venerdì 25 giugno scorso il copione si è ripetuto, se possibile, in maniera ancora più stupefacente. Si inizia con la solita pantomima: dalle 16.30, circa tre ore prima della partenza prevista, cominciano ad arrivare messaggi con cui la compagnia si scusa dell’ennesimo, ormai consueto, ritardo. Fin qui nulla di strano, è quasi routine, per cui non ci preoccupiamo. All’arrivo in aeroporto, dopo le operazioni consuete, ci controllano il biglietto e il documento e ci fanno immettere in una sala nell’attesa di farci entrare in navetta per raggiungere l’aereo. A questo punto la situazione comincia a farsi tragica: ci fanno entrare in navetta con oltre 30° di temperatura esterna e li ci lasciano per circa 40 minuti. Dopo circa mezz’ora, stanchi di vedere anziani e bambini che stavano per sentirsi male per le condizioni disumane in cui ci avevano stivato, manco fossimo bestie, usciamo dalla navetta e lamentiamo la cosa con un addetto, il quale, comprendendo il tutto, che poteva oltretutto constatare “de visu”, ci permette di usare un citofono esterno collegato con l’impiegato al gate. Ci rispende una signora dicendo che non poteva farci nulla e che comunque bisognava aspettare. Alla minaccia da parte nostra di denunciare quell’atteggiamento e ritenerli responsabili nel caso di quale malore, ci fanno abbandonare la navetta e ci fanno rientrare. Dopo altri dieci minuti ci annunciano, contestualmente all’arrivo di un sms della compagnia sul cellulare di ognuno, che il volo era stato cancellato. Alle vibrate proteste di un’utenza disperata, esausta e stanca di atteggiamenti non nuovi, gli impiegati hanno tagliato corto dicendo di protestare con la compagnia e che loro eseguivano solo disposizioni. Uno stuolo di gente si avviava ad uscire. Inutile cercare un rappresentante della compagnia. Ognuno come poteva ha cercato di arrangiarsi, con bambini, anziani al seguito. Questa nostra vuole essere un grido affinchè qualcuno ascolti e metta queste compagnie nelle condizioni di garantire un servizio degno di questo nome. Ciò che è successo il 25 giugno a Malpensa, compreso il fatto di stivare svariate decine di persone in una navetta sotto il sole con oltre 30° e lasciarli li per 40 minuti, senza avere prima la certezza che il volo partisse, è indice di un qualcosa che non funziona, non solo al livello acclarato di Easyjet ma anche della gestione aeroportuale. E l’estate è appena iniziata.

Massimo Conocchia

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