Scopelliti duramente contestato per le sue responsabilità sul piano sanitario

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In occasione della venuta ad Acri dell’ex Presidente della Giunta regionale Giuseppe Scopelliti per la presentazione del suo libro, una cittadina – che non conosciamo – ha avuto il coraggio di affrontare duramente lo stesso ex presidente e con rabbia gli ha rinfacciato le enormi responsabilità sue e della sua giunta per quanto attiene al forte ridimensionamento dell’ospedale cittadino e sugli enormi disagi affrontati, in forza di quel provvedimento, da tutta la cittadinanza. Alle parole della signora, Scopelliti si è limitato a invitare la stessa ad andare via. Sui toni si può e si deve dissentire, se sono stati eccessivi o con attacchi personali, che deprechiamo. Nella ricostruzione che gira in rete si vede solo la parte centrale, che è quella sui cui ci esprimiamo, prendendo, ovviamente, le distanze da eccessi e invettive, se vi fossero stati.

Nel corso della presentazione dl libro, poi, le parole dell’ex governatore sul tema sono apparse poco convincenti e dal sapore veterodemocristiano, essendosi limitato a spalmare le responsabilità della distruzione della sanità calabrese su chi lo ha preceduto (Loiero) e al suo successore (Oliverio). La realtà è che la scure con la chiusura o il forte ridimensionamento acritico (attuato non tenendo conto delle particolari condizioni di quelle strutture e del bacino che servivano, oltre che della distanza da altri ospedali) di ben 18 strutture è stata attuata dalla Giunta Scopelliti (in carica, è bene ricordarlo, per oltre l’80% del suo mandato: 10 aprile 2010 – 29 aprile 2014) senza che al taglio indiscriminato di un sistema già carente in termini di offerta si sia accompagnata, come nelle intenzioni originarie, il potenziamento dei servizi territoriali. Il risultato è stato quello che la signora ha sbattuto in faccia all’ex presidente: cittadini costretti a vagare come pacchi postali per tutti gli ospedali della provincia. Il   Beato Angelo continua, grazie all’abnegazione e alla professionalità del personale, a prodigarsi per garantire assistenza ma in condizioni estremamente difficili per come la struttura è stata depotenziata e privata di reparti e figure professionali. Tutto questo ha una responsabilità che la signora, al di là dei toni (da cui, ribadiamo, se eccessivi e offensivi, ci dissociamo), ha sbattuto in faccia al diretto interessato. Le responsabilità di quel crimine non possono, evidentemente, essere solo del presidente ma di tutti coloro che, a livello istituzionale, hanno condiviso quelle misure e di coloro che, in quegli anni, invitavano la popolazione a non protestare perchè la politica avrebbe risolto tutto. Come lo abbia fatto, è storia nota. Nei vari comunicati questa responsabilità è stata stranamente sottaciuta, ahinoi! Noi, per habitus mentale, non amiamo nasconderci dietro nessuno (familari, figli o altre figure) e siamo disposti a un’analisi a 360° con alcuni di quegli attori, spaziando anche al di fuori della sfera prettamente politica(“Intelligenti pauca…!”). Dubitiamo, però, che questa sfida verrà accolta, conoscendo i modi di fare sopramenzionati di taluni. Riteniamo, invece, che i tempi siano maturi per un’analisi decantata di eventi e responsabilità chiare. Né può essere accettata la favoletta dell’ex governatore che tenta di apparire come un passacarte di decisioni precedenti, quando appare chiaro che egli avrebbe avuto il potere di modificare quelle decisioni in forza di una situazione sanitaria già allora allarmante e precaria. Aggiungasi che delle strutture rimaste in essere alcune non sono pienamente in grado di rispondere alle emergenze più comuni per mancanza di servizi atti a farli rientrare, per esempio, nella rete delle emergenze cardiologiche (STEMI) (penso al servizio di emodinamica, ad esempio). E che dire del rapporto tra abitanti e posti di terapia intensiva che in Calabria sono il 50% in meno rispetto alla media nazionale, ossia 8 su 100.000 abitanti contro i 14 della media nazionale. Di questi 8, alcuni sono solo sulla carta in quanto non attivati per mancanza di personale. Cosa significhi questo in termini di rischio per il cittadino crediamo sia intuitivo.  E nel 2010 la situazione era addirittura peggiore rispetto ai dati citati. 

Dire, poi, di non avere avuto il tempo perché quella esperienza si è conclusa meno di un anno prima della scadenza naturale, sapendo che pochi mesi dopo si sarebbe nuovamente entrati in campagna elettorale per il rinnovo, del Consiglio è cosa che mortifica l’intelligenza di chi ascolta. Facciamo qui punto, aggiungendo solo una noterella finale sulla presentazione del libro, esponendo il nostro personalissimo punto di vista. Riteniamo che abbia sbagliato chi non voleva che Scopelliti venisse ad Acri: un libero cittadino ha tutto il diritto, ovviamente, di presentare il suo lavoro e presentare il suo pensiero, senza censura alcuna. Altra cosa è il patrocinio istituzionale, su cui, tenuto conto del personaggio e della sua storia, oltre che delle sue responsabilità politiche e delle sue ricadute per la città, le nostre riserve e le nostre perplessità sono molteplici. 

Massimo Conocchia

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