Cara Befana, un appello anche a te…

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Cara Befana,

nell’attuale contesto, ci piace rivolgere anche a te le nostre richieste e i nostri appelli, fin qui caduti nel vuoto. La calza quest’anno era piena di tante cose, non tutte attese e che, riproponendocele, hai inteso ricordarci le nostre miserie e la nostra incapacità di rapportarci nella giusta maniera nei confronti degli altri e soprattutto di noi stessi.

L’augurio è che riusciamo, finalmente, a vivere la vita nella giusta dimensione, apprezzando ciò che abbiamo e che non va mai dato per scontato.

Da quando nasciamo, siamo istruiti a non accontentarci, a desiderare di più, a scalare le vette più elevate, spesso sottoponendoci a sforzi immani e, non infrequentemente, al di sopra delle nostre forze. Tutto deriva da una insoddisfazione di fondo, che ci porta a desiderare ardentemente ciò che non abbiamo piuttosto che “godere” di quello che abbiamo.

Chi è veramente felice non ha bisogno di cercare altro ma utilizza al meglio ciò di cui dispone. Questo tipo di educazione, che ci porta a cercare sempre di più – più soldi, più simboli, più di tutto – è il meccanismo che ci impedisce di raggiungere una felicità piena. Viviamo in un mondo artefatto in cui la forma e l’apparire valgono molto di più dell’essere. Ciò che conta veramente è come ci vedono gli altri, non come vediamo noi stessi.

Sarebbe bello, cara Befana, se ci portassi un po’ più di consapevolezza della nostra finitezza, dei nostri limiti, compreso il senso della finitezza della nostra esistenza e che per ciò stesso non andrebbe sprecata in spasmodiche e spesso inutili ricerche, ma andrebbe vissuta in pace con noi stessi, orgogliosi di ciò che siamo e di ciò che abbiamo, tanto o poco non importa, ciò che vale è farselo bastare

Nel corso del nostro percorso esistenziale ci siamo imbattuti in molte persone che sprecavano i loro giorni alla ricerca affannosa di qualcosa di nuovo e di diverso per sfuggire alla noia e alla monotonia del quotidiano, non capendo che questa ricerca era una sorta di vicolo cieco, che non portava a nulla se non ad aumentare le loro frustrazioni tutte le volte che quegli obiettivi non si rivelavano a portata di mano.

Sui media e sui social assistiamo spesso a personaggi che, anziché dimostrare il loro valore sul campo, cercano di trasmettere un’immagine falsa e ingigantita di loro stessi e delle loro battaglie. Questa immagine,  in non pochi casi, corrisponde non a ciò che queste persone sono ma a ciò che vorrebbero essere e non saranno mai. Ed è così che appaiono in tutta la loro modesta e reale essenza. Insomma, cara Befana, se altro non puoi, cerca almeno di darci una maggiore consapevolezza della finitezza e dei limiti della nostra esistenza, condizione essenziale perché possiamo viverla appieno e con gioia.

Massimo Conocchia

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