Un ricordo di Pasquale Montalto

Bata - Via Roma - Acri

Ringrazio Acrinews e il suo direttore Piero Cirino, che ogni giorno mi dà, in tempo reale, la possibilità di avere notizie su Acri.

Tra le cose belle e interessanti, purtroppo, accade che deve anche raccontarci della dipartita di qualcuno che si è conosciuto o che ci appartiene. Ho appreso, difatti,  dell’improvvisa scomparsa dell’amico Pasquale Montalto, il professore.

La brutta notizia mi ha turbato e commosso. Pasquale mi ha riportato nel ricordo agli anni di scuola media, quando ci siamo conosciuti, e poi alla frequenza se pure occasionale nel mio ritorno al paese. Devo ricordare che lui era molto interessato alla mia poesia tanto che negli anni ‘70  venne a trovarmi per un breve soggiorno, mio ospite, a Perugia.

Mi segnalò poi anche in un concorso a Roma e mi invitò per la premiazione. Fui tra i segnalati e la presentatrice era Maria Giovanna Elmi. Mi fu successivamente recapitato un attestato. Immancabilmente ogni volta che tornavo al Acri trovavo Pasquale all’Annunziata per prendere un caffè insieme e raccontarci di noi.

Lo chiamavo scherzando il palo, con riferimento a quello della luce. Confesso che ridevo di me stesso tutte le volte che facevamo qualche passeggiata per il Corso perché mi sentivo come l’articolo il. Insommail testimone dell’Annunziata.

Una sera volle portarmi  a cena da un suo amico carissimo, se non ricordo male un Feraudo al rione Cappuccini, dove portandomi al balcone mi fece guardare quella Padìa di cui  avevo scritto nelle poesie. Non so quando tornerò ad Acri, manco da molto, ma confesso che mi mancherà tutte le volte che sarò all’Annunziata. Già me ne mancano tanti altri con i quali ho giocato, sognato, condiviso, lavorato e sperato, ma queste assenze saranno sempre vive, se noi siamo capaci di tenerle nella memoria. La memoria è il cassetto della nostra storia di singoli, ma anche della collettività.

Ogni vita lascia in eredità un segno nel bene o nel male. Pasquale nella vita ha fatto centro con la sua bontà e onestà. Da settecento km di distanza un pensiero nel ricordo di Pasquale, come un fiore appena colto sulla tua tomba. Ci siamo voluti bene.

Francesco Curto

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