Che senso ha?

A tre anni dall’insediamento, la giunta Capalbo vive i suoi primi moti sussultori, in uno strano accordo con le scosse telluriche di questa mattina.

Gli assessori Leonardo Sposato e Anna Cecilia Miele non ne fanno più parte. Il primo ha rassegnato le dimissioni,  la seconda è stata revocata.

Le dinamiche sono dovute non già a motivi riconducibili allo scarso rendimento di entrambi, ma a questioni politiche; che, in quanto tali, pretenderebbero di farsi beffa della logica più elementare. La vera rivoluzione di questi tempi è che la politica non può più far finta di niente e autoregolamentarsi. Lo dimostra uno stratosferico astensionismo; che, tuttavia, sembra aver insegnato poco.

I tre anni appena trascorsi si sono incaricati di promuovere sul campo i due ormai ex esponenti dell’esecutivo municipale. Eppure non è servito a sacrificarli sull’altare di scelte che poco hanno a che spartire con il bene comune e molto hanno a che fare con le aspirazioni, non sempre legittime, dei singoli.

Il sindaco spieghi pubblicamente i motivi che hanno portato all’avvicendamento(peraltro ancora non completato); lo deve a Sposato e Miele, ma soprattutto alla città.

Il primo cittadino è ormai politico navigato e, conoscendolo, tutto avrebbe voluto tranne che mettere mano alla giunta. La mia personalissima opinione è che si sia dovuto piegare a una coalizione che nel tempo è diventata pericolosamente instabile e potenzialmente una polveriera.

L’ha subito, ma non è una giustificazione. In certi frangenti occorre coraggio, non è detto che la prudenza dell’esperienza possa mettere al riparo da perigliose procelle. Anzi.

Capalbo corre seriamente il rischio di un azzardo, perché ora dovrà trovare nomi in grado di fare meglio dei due ex assessori. Se ne sia valsa la pena, sarà il tempo a stabilirlo.

Piero Cirino