Tendenze centrifughe e nazionalismi: due elementi apparentemente diversi ma coincidenti
Strano ma vero. In tempi recenti stiamo assistendo a un rifiorire di nazionalismi in più parti del mondo, dalle Americhe all’Europa e non solo. I nazionalismi, generalmente, rifioriscono nei periodi di massima incertezza e crisi, come quello che stiamo vivendo. Si cerca di far leva sulle paure e sull’instabilità, usandole come carburante per una macchina di pura propaganda.
Nazionalismo e spinte centrifughe sembrerebbero apparentemente in antitesi, in quanto il primo si caratterizza storicamente per una forte spinta accentratrice e uno spirito unitario nazionale.
Le spinte centrifughe, in realtà, ben lungi dall’essere antitetiche sono parte del recente patrimonio identitario delle destra nazionale che, da una parte, tende a far leva su un sentimento nazionalistico, dall’altra è composto da forze che tendono a potenziare le autonomie e le competenze regionali. Insomma, da una parte si predica Dio e Patria, dall’altra si mortifica il concetto di Nazione con una serie di provvedimenti legislativi che, di fatto, tendono a frammentare e dividere il Paese tra la parte più ricca e quella che sta peggio.
La coesistenza di queste visioni, apparentemente divergenti, genera malumori, qualche tempesta in un bicchiere d’acqua nella compagine di governo ma poi, alla fine, tutto si aggiusta in nome di un collante storicamente efficacissimo: il potere.
Il problema di fondo, comunque, resta e rende statica e inerte l’azione di un governo che in oltre due anni e mezzo non ha significativamente inciso su nulla né ha mantenuto alcunchè di quanto promesso in campagna elettorale, se si eccettua qualche provvedimento più permissivo e benevolo nei confronti di autonomi e partite Iva, che oggi si sentono sicuramente più tranquilli.
Si presenta come un successo l’apparente aumento dei posti di lavoro, omettendo di dire che questo dato è il frutto del mantenimento forzato dei sessantenni al lavoro per avere progressivamente disincentivato e reso più difficoltoso accesso alla pensione. L’atteggiamento ambiguo e ambivalente prosegue anche in politica estera con un cerchiobottismo che ci porta come Paese a dire tutto e il contrario di tutto. La ragione di questa scarsa incisività, sul piano nazionale come su quello internazionale, è il tentativo di assumere posizioni diverse a seconda del contesto e della circostanza. In molti casi non assumere alcuna posizione .
In definitiva, mentre il nazionalismo tende a enfatizzare l’unità, l’identità e la sovranità dello Stato-nazione, le politiche di decentramento mirano a trasferire poteri e competenze alle regioni o ad altre entità sub-statali, formalmente con l’intento di riconoscere le diversità territoriali, nella sostanza per dare maggiore autonomia e trattenere maggiori gettiti alle regioni più ricche, lasciando al loro destino quelle meno ricche, scardinando di fatto il principio costituzionale di solidarietà. Solitamente, il nazionalismo percepisce il decentramento come una minaccia.
Non l’attuale governo, che è riuscito nel “capolavoro” di far convivere tendenze per loro natura contrastanti. Immaginate una nave in un mare inquieto con il capitano che, anziché seguire una rotta precisa, vira in direzioni diverse col risultato di essere in balia delle onde e degli eventi piuttosto che dirigersi verso un porto sicuro. La stagione presente si caratterizza per insidie, minacce e incertezze. Dinamiche che pongono sfide complesse e altrettanto decise e articolare risposte.
La politica dei molti forni e delle posizioni ambivalenti non è la ricetta per traghettare il Paese in acque tranquille. Non si può stare un po’ con l’Europa, un po’ con gli Stati Uniti nel momento in cui le due parti si trovano su posizioni antitetiche.
L’Italia vive oggi più che mai l’unità solidale del suo destino singolo con quello della comunità cui appartiene. Essa non può riuscire o fallire per conto proprio. O meglio, per conto proprio può solo raggiungere il secondo obiettivo. Serve chiarezza nelle dinamiche come nei fini che si perseguono.
Massimo Conocchia