Maturità 2025

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L’esame di Maturità del 2025 potrebbe forse essere l’ultimo nella sua forma attuale e tradizionale. È questo, in sostanza, il messaggio lasciato intendere dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, durante i suoi recenti interventi pubblici.

Si preannuncia dunque una stagione di cambiamenti per uno degli appuntamenti più significativi nel percorso scolastico delle studentesse e degli studenti italiani. Quest’anno, l’Esame di Stato ha coinvolto complessivamente 524.415 studenti, di cui 13.066 candidati esterni. La maggioranza dei maturandi del 2025 proviene dai licei, con 268.577 iscritti, mentre 169.682 studenti hanno seguito un indirizzo tecnico e 86.156 un percorso professionale.

L’organizzazione dell’esame ha richiesto la costituzione di 13.900 commissioni, distribuite su 27.698 classi.Mercoledì 18 giugno, alle ore 8.30, si è tenuta la prima prova scritta, quella di italiano, identica su tutto il territorio nazionale, predisposta dal Ministero.

Gli studenti hanno avuto sei ore di tempo massimo per elaborare un testo scegliendo tra differenti tipologie: analisi del testo, testo argomentativo o tema di attualità, spaziando tra ambiti artistici, letterari, filosofici, scientifici, storici, sociali, economici e tecnologici. Il giorno successivo è stata la volta della seconda prova scritta, dedicata alle discipline caratterizzanti il percorso di studi. Le materie erano già note a studenti e studentesse sin da fine gennaio, consentendo loro una preparazione più mirata.

Nei licei classici è ritornato il latino (dopo il greco dell’anno precedente), mentre negli scientifici è stata confermata matematica, prova che pare abbia messo in difficoltà numerosi candidati. Nel liceo linguistico la prova ha riguardato la lingua e cultura straniera, mentre negli istituti tecnici, ad esempio, è stata affrontata economia aziendale. Due sono state le novità principali introdotte in questa sessione d’esame: il ripristino dell’alternanza scuola-lavoro (Pcto) come requisito per l’ammissione, e il nuovo peso del voto di condotta.

Se il comportamento viene valutato con soli sei decimi, il candidato, in sede di colloquio orale, dovrà discutere un elaborato critico – definito dal consiglio di classe – su tematiche di cittadinanza attiva e solidale, fondate sul rispetto dei principi costituzionali. Il voto in condotta ha inoltre un impatto diretto sul calcolo del credito scolastico, elemento decisivo per l’accesso e il punteggio finale dell’Esame di Stato.

Lo sguardo del Ministero pare ora rivolto al futuro, e in particolare alla prova orale dei prossimi anni, che molto probabilmente sarà oggetto di revisioni a partire dal 2026. Si prevede, questo è quanto si legge e si dice, un progressivo superamento dell’interrogazione tradizionale in favore di un colloquio di orientamento multidisciplinare, più articolato e rappresentativo del percorso scolastico complessivo di candidate e candidati. Si punterebbe a valorizzare aspetti spesso marginalizzati: i percorsi di alternanza scuola-lavoro, il curriculum dello studente, le attività di orientamento, l’insegnamento dell’educazione civica.

Tutto ciò, si legge, nella prospettiva di restituire una visione più integrata della “maturazione complessiva” di studentesse e studenti lungo l’arco dei cinque anni di scuola superiore. Resta da chiedersi se queste riforme rappresenti una vera e propria novità o piuttosto un tentativo, più o meno consapevole, di dare peso a elementi già presenti nel disegno dell’Esame di Stato.

La traccia più scelta per la prima prova è stata quella tratta da un testo del giornalista, editorialista di Avvenire, Riccardo Maccionisulla parola “Rispetto” che è stata la parola dell’anno 2024 per laTreccani. Riporto una parte del testo: Rispettare è tutt’altro, affonda le sue radici in respicere che, letteralmente significa guardare di nuovo, guardare indietro, cioè richiama il dovere di non cedere alla smania del giudizio immediato figlio dell’emotività, che non tiene conto delle storie delle persone, delle loro battaglie interiori. Occorre, invece, allenarsi alla bellezza del prendersi cura, del fare attenzione, del preoccuparsi per la vita altrui, così che la comunità possa crescere in armonia facendo assaporare in chi ne fa parte il gusto dell’appartenenza alla medesima famiglia umana.

Per tornare alle riforme della prova di maturità annunciata dal Ministro… spesso si ha l’impressione che di questi tempi quando si parla di riforme si tratta in effetti di cose già dette e fatte a cui si vuole dare un clamore artificioso di novità. Cambiare qualcosa per non cambiare nulla. Vedremo. 

Assunta Viteritti

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